[COLOR=darkblue][SIZE=4] TERRA INCOGNITA DI BARBARA PANVINI. [/SIZE] [/COLOR]
Si รฉ inaugurata lunedรฌ 13 agosto la mostra di fotografia e tecniche miste Terra Incognita di Barbara Panvini.
Opere che sbarcano allโElba direttamente da Parigi, dove Barbara, oggi terapeuta in Psicosintesi, elbana di Marina di Campo, รจ approdata ventโanni fa dopo lโuniversitร . La mostra, allestita nella sala Don Milani del Circolo Culturale Le Macinelle di San Piero, sarร visibile fino al 26 agosto (tutti i giorni dalle 10 alle 24). E il titolo racchiude il senso del viaggio, introspettivo, sconosciuto, immaginario ed emozionale: Terra Incognita. Un viaggio in quelle terre incognite sperdute nel profondo di ognuno di noi. O sui binari della nostra suggestione. Pianeti fantastici, solcati da mari e laghi. Nebulose e ghiacciai. Immagini riflesse dal nostro intuito, dal nostro vissuto. Eโ lโuniverso di Barbara Panvini. Terre sconosciute, sconfinate come solo la mente puรฒ decriptare ma in realtร infinitesimali. Confinate, ristrette, su minuscole lastre di vetro sintesi di un processo del tutto originale che fonde pittura e macrofotografia. Acqua e inchiostro, scatti e mano dโartista. โPer secoli le Terrae Incognitae hanno racchiuso territori non ancora esplorati e conosciuti dallโuomo โ spiega Barbara Panvini. Nellโimmaginario abitate da popoli fantastici e misteriosi, che incutevano timore e diffidenza, al punto da essere rappresentate sulle cartine del tempo con creature spaventose come draghi, serpenti di mare, cinocefali, unicorni o manticore. Oggi le terre incognite non sono scomparse, sono solo altrove: nel fondo degli oceani, nella profonditร della terra, nel cosmo, nellโinfinitamente piccolo, e in noi stessi e nellโaltro, nel diverso. E spesso, non รฉ scomparsa neanche la paura che suscitanoโ. E cosรฌ prendono forma i pianeti di questa nuova corsa verso lโignoto. โInizialmente realizzate in maniera spontanea con acqua e inchiostri su una superficie di appena qualche centimetro โ racconta Panvini - le creazioni sono poi lavorate e fotografate con obiettivi di macro fotografia e, stampate su carta da acquerello, e infine dipinte a mano per ritrovare la materia originaria. Sono dunque delle "micro-fanie": apparizioni minuscole di materia che celebrano il mistero e invitano lo sguardo a posarsi con meraviglia sull'inatteso incontrato in ogni nuova realtร e a vederlo contemporaneamente nel piccolo e nel grande, nel vicino e nel lontano, nel diverso e nello stessoโ. La mostra, voluta allโElba da Alessandro Beneforti, arriva dopo la prima esposizione parigina di fine maggio a "Les Portes Ouvertes des Ateliers dโArtistes de Bellevilleโ. Un omaggio a unโaltra terra, quella delle origini, capace di traghettare lโartista verso quelle terre sconosciute che solo chi ha ben presente da dove viene riesce a esplorare nel profondo dellโincognito.