[COLOR=darkred][SIZE=5]IN AQUA SALUS [/SIZE] [/COLOR]
Ormai da anni si discute del problema acqua senza che nulla di sensato venga messo in atto, ma quel che รจ peggio senza che l'autoritร competente esca dal suo maestoso silenzio.
In particolare, di fronte alle critiche e ai suggerimenti di autorevoli e competenti personaggi come Marcello Meneghin (con cui concordo al 100% e apprezzo l'indefessa tenacia con la quale continua a sostenere le sue ottimali, inattaccabili proposte), sarebbe, a mio avviso, quanto meno doveroso che chi di ragione si degnasse di dichiarare coram populo: 'tutte le proposte alternative al dissalatore di Mola sono fregnacce per questo e quel motivo (e qui di seguito esponiamo in dettaglio tutte le motivazioni scientifiche ed economiche), ragion per cui mettetevi il cuore in pace e piantatela di rompere, il dissalatore si fa e morta lรฌ'.
Pare che in Italia, quando un papavero in alto loco decide che un'opera di interesse pubblico si deve fare, il fatto che sia utile o inutile costituisca dettaglio del tutto trascurabile, vedi, ad esempio, la TAV: se qualcuno si permette, non dico di cassarla, ma semplicemente di chiedere una ragionevole verifica preventiva della sua utilitร , viene accusato di terrorismo sociale.
Non sono uno specialista in ingegneria idraulica, ma mi sembra facile confutare gl' incubi di chi ipotizza disastri ecologici con lo scavo di un serbatoio nel monte Capanne: l'attuale tecnologia in questo settore consente senza ombra di dubbio di realizzare l'opera in tutta tranquillitร e sicurezza mentre la follemente costosa inutilitร con macroscopico danno ecologico del dissalatore di Mola risulta lapalissiana anche per un non addetto ai lavori.
Superati i puerili timori di chi paventava epocale carenza idrica per lo sciopero ad oltranza di Giove Pluvio, chiudo condividendo anche qui il parere di Meneghin sulle tubazioni colabrodo: giustissimo ripararle ove possibile, ma siccome pare che la cosa sia in molte situazioni impossibile o talmente costosa da renderla irragionevolmente praticabile, do anch'io parzialmente ragione a chi viene accusato di negligenza: in effetti il danno รจ piรน apparente che altro in quanto le perdite non si volatilizzano ma vanno a rimpinguare la falda sotterranea e vengono quindi ripescate. Lo spreco effettivamente esiste, ma รจ limitato al costo dell'energia elettrica necessaria al recupero e quindi, in termini economici, meglio spendere altrimenti i soldi delle riparazioni. Se poi l'acqua del costruendo serbatoio viene gratis ed in abbondanza dal cielo, mi sembra lampante che il danno sia veramente trascurabile, mentre sarebbe un vero ed ulteriore salasso economico se si disperdesse il 40% della costosissima (ed oltretutto insufficiente) acqua del dissalatore.