[COLOR=darkblue][SIZE=4] SINDACO MONTAUTI, SE VUOLE DAVVERO RIQUALIFICARE FETOVAIA E RADDOPPIARE LA STAGIONE, NON SERVONO 15 POSTI AUTO NELL’AREA EX GIGLIO ELBANO, MA BAGNI E DOCCE PUBBLICHE ED UNA PISCINA NATURALE REALIZZATI A SPESE DEL PRIVATO. [/SIZE] [/COLOR]
Egregio Sindaco Montauti,
dopo avere letto gli articoli de “Il Tirreno” in data 12 e 13 luglio 2018 e le Sue dichiarazioni riguardo l’ex stabilimento balneare “Giglio Elbano”, il secondo realizzato da mio padre Italo nel 1971 su terreno privato (costituito da cabine e ristorante bar all’insegna “Bambù”), negato di condono, acquisito dal Comune nel 1994 ed ora in corso di demolizione, mi appello al diritto di replica per ricostituire la verità. Lei ha definito la vicenda: “una storia vergognosa, un abuso edilizio su una delle spiagge più belle dell’Elba che non merita certo questa presentazione. Questa è un’area comunale e diventerà un parcheggio molto utile per questa frazione….E’ una riqualificazione che Fetovaia e i suoi ospiti meritano”. Che sia una storia vergognosa non v’è dubbio, ma per i seguenti 7 motivi.
1) E’ vergognoso che l’unico stabilimento balneare su terreno privato realizzato a Fetovaia con licenza edilizia (la n°64/1971), seppur in difformità di essa, sia l’unico a non essere stato condonato ai sensi della L. 47/84 e venga oggi definito un “piccolo ecomostro”; quando l’adiacente Pino Solitario fu sanato due volte; sia per l’edificio bar self service sull’arenile demaniale di mq. 400 in pianta su due piani realizzato senza titolo, sanato e reso in uso alla proprietà (concessione a sanatoria n°84/1981), sia per le strutture dello stabilimento balneare su terreno privato adiacenti a quello Giglio Elbano” (concessione a sanatoria n°486/2000).
2) E’ vergognoso che si racconti, anche in atti pubblici, che una sentenza passata in giudicato abbia dichiarato “insanabili” i manufatti Giglio Elbano, quando la sentenza del Consiglio di Stato non è entrata nel merito della sanabilità, ma ha semplicemente stabilito che la commissione edilizia poteva negare il condono, come ha fatto, sulla base del suo giudizio che è “insindacabile in quanto espressione del potere autoritativo della Pubblica Amministrazione”; la verità è che due perizie agli atti del TAR hanno asseverato essere i manufatti sanabili ex lege sia sotto il profilo edilizio-urbanistico (Relazione Studio TECNE 2000), che del rischio idraulico (Studio INGEO), ma che è sempre mancata, allora come oggi, la volontà politica di sanare i manufatti.
3) E’ vergognoso che il Comune dal 1994 abbia lasciato in abbandono sotto gli occhi di tutti i manufatti acquisiti ridotti a ruderi, un biglietto da visita che Fetovaia non meritava.
4) E’ vergognoso che dal 1994 gli ospiti di Fetovaia (circa 2.000 persone in alta stagione) se vogliono dissetarsi o sfamarsi in spiaggia debbano rivolgersi al solo bar self service esistente, un monopolio di fatto della ristorazione unico all’Elba.
5) E’ vergognoso che siano falliti tutti i tentativi della società scrivente (nel 1997, 2005, 2014, 2016, 2018) di riqualificare il complesso balneare e riaprire almeno il chiosco bar autorizzato in concessione dal 1965 (variante assentita dalle Belle Arti di Pisa), l’ultima volta proprio con la sua Amministrazione lo scorso febbraio 2018, quando la scrivente ha dovuto appellarsi al TAR (per l’ennesima volta) per vedere annullata l’ingiusta sospensione della CILA dei lavori di riqualificazione di stabilimento balneare, chiosco bar e parcheggi, che, persa la stagione 2018, nel 2019 saranno un’oasi verde ombreggiata da pergolati d’uva; una riqualificazione vera della spiaggia di Fetovaia.
6) E’ – a parer non solo mio - vergognoso che Lei abbia fatto aprire il cantiere della demolizione in spiaggia del Bambù a metà luglio, in piena stagione turistica, creando disagio negli ospiti delle strutture ricettive che non amano essere svegliati dalla ruspa e dai “frullini” taglia-ferro dalle 6 del mattino, come da lei espressamente autorizzato con apposita ordinanza.
7) E’ – a parer non solo mio - vergognoso che per lei la riqualificazione di Fetovaia consista nella realizzazione di un parcheggio di 15 posti auto nell’area ex “Giglio Elbano” di mq. 570, l’ennesima “punizione” che davvero Fetovaia non merita.
Se ha a cuore Fetovaia e i suoi operatori e la vuole davvero riqualificare raddoppiando al contempo la durata della stagione turistica dagli attuali 4 ad 8 mesi l’anno, allora faccia quanto la Sua carica imporrebbe. Sottoponga al Consiglio Comunale e ai cittadini Campesi la “Proposta di Convenzione” notificata a Lei e a tutti i consiglieri comunali in data 27 giugno 2018 con P.E.C. sotto riprodotta (con gli allegati: la tavola 2 del progetto di riqualificazione e la sentenza TAR che ha annullato la sua sospensione). E’ una proposta formulata nell’interesse dei turisti e di tutti gli operatori della “costa del sole” (Cavoli, Seccheto, Fetovaia, Pomonte, Chiessi) con la quale la scrivente si è offerta di realizzare a proprie spese lavori per centinaia di migliaia di euro per realizzare nell’area comunale ex Giglio Elbano gabinetti e docce pubbliche (la cui attuale mancanza costringe ogni giorno centinaia di turisti a rilasciare le proprie deiezioni in mare e a tornare a casa “salati”) ed una piscina naturale in granito e acqua di mare. Dotata di tali servizi e del nuovo chiosco bar dei Bagni Barbatoja, Fetovaia potrà ottenere l’ambita “Bandiera Blu” che incrementerà ulteriormente l’economia turistica, come dimostrano inequivocabilmente studi recenti.
E’ bene che i cittadini Campesi siano informati di quanto la mia famiglia, tramite la scrivente società, offre al Comune per riqualificare l’offerta turistica di Fetovaia e dell’Elba, mi auguro questa volta ascoltata.
Distinti saluti,
Stefano Martinenghi
Delegato Barbatoja 1961 srl