[COLOR=darkblue][SIZE=5]LA TORRE DELLA MARINA: NON MI SONO MAI SENTITA COSร UMILIATA [/SIZE] [/COLOR]
MARCIANA MARINA. Di questi tempi, ancora lontani dal caos agostano che tutto acuisce e tutto nasconde, il passeggere che allโimbrunire rivolge un saluto alla Torre (โcome stai? come va il nuovo anno?โ) puรฒ sentire la bava di maestrale trasformarsi in parole e pensieri.
โร il momento dei ricordiโ, sussurra la Torre. โHo 570 anni. Quando, alla metร del XV secolo, fu posata lโultima pietra e fu piazzato lโultimo cannone, gli Appiani fecero una bella festa alla quale parteciparono il popolo dellโElba e la nobiltร di mezza Italia. Ero una neonata ammirata e felice. Sereni furono anche i tempi della giovinezza, quando facevo la guardia al traffico di ferro prodotto nelle vallate marcianesi. Arrivarono presto gli anni bui delle incursioni piratesche. Intorno alla metร del Cinquecento le navi da guerra del feroce Dragut approdarono proprio sotto di me. Mi apprestai a difendermi. Ero giovane e forte. Ma le schiere di Dragut non mi guardarono nemmeno: avevano come obiettivo il paese di Marciana, che razziarono e devastarono. Dopo i due raid di Dragut gli Appiani consolidarono le mie mura e aumentarono la mia potenza di fuoco. In ogni periodo fui sempre tenuta in grande considerazione dalle amministrazioni, che stanziarono fondi sufficienti.
Ma lasciamo da parte il passato remoto e arriviamo agli alti e bassi del passato prossimo. Durante lโultima guerra, e subito dopo, conobbi lโabbandono e la solitudine. Gli unici miei svaghi erano i colloqui via etere con le mie consorelle. Alludo alla torre di Rio Marina, che รจ mia coetanea; alla torre di S. Giovanni, che รจ piรน vecchia di me di circa 300 anni; alla torre di Marina di Campo che, essendo piรน giovane di oltre un secolo, era ed รจ la piรน vezzeggiata. Nel 1957 fui baciata dalla fortuna: Ambretta e Raffaello Brignetti, due giovani belli e intelligenti - lei stilista affermata, lui scrittore di successo - si innamorarono di me, mi acquistarono dallo Stato al quale di me non importava nulla, riadattarono a dimora per quanto possibile i miei spazi ristretti. Appena potevano, partivano da Roma per stare con me. Per la prima volta mi sentii amata per la mia veste monumentale, per la mia storia, per lโorizzonte senza fine e per i tramonti infuocati che si godevano dalla mia โterrazzaโ, per la tranquillitร e lโispirazione che le mie possenti mura riuscivano a trasmettere. ร stato il periodo piรน bello.
Il presente, invece, รจ fonte di frustrazione e di smarrimento: il degrado che avanza a passi da gigante e la noncuranza che regna sovrana fanno temere un futuro non roseo. Nel giugno scorso ho creduto che si fosse aperto uno spiraglio di speranza: chissร quante volte - mi sono detta - ha parlato di me ai suoi alunni lโinsegnante di storia alla quale il sindaco ha affidato la gestione dei beni culturali. Sicuramente non mi lascerร in queste condizioni. Ma รจ trascorso quasi un anno senza che la medesima abbia mosso un mignolo. Poi, il 28 dicembre 2017, un fulmine ha sconquassato la mia โterrazzaโ, ha aperto un varco per lโacqua piovana, ha mandato in briciole la porta dโingresso. โร stato un evento sfortunatoโ, si sono affrettati a dichiarare i responsabili. E, con toni enfatici (โnoi nuovi amministratori abbiamo a cuore la nostra Torre e continueremo ad occuparci di Lei con impegno e passioneโ), hanno lasciato intendere che si sarebbero opposti alla sfortuna con un tempestivo intervento di restauro. Da allora sono passati cinque mesi, la stagione turistica รจ iniziata, ma dellโannunciata amorevolezza non si รจ vista lโombra. Niente. Anzi, peggio di niente: hanno sostituito la porta principale in modo rabberciato con quattro tavole incrociate. E su per le antiche scale รจ nato un bosco. Provo vergogna. Non mi sono mai sentita cosรฌ umiliataโ.
โAuguri affettuosi, cara Torreโ, sospira il passeggere. โVoglia il cielo che questo sottile vento di mare porti le tue speranze e le tue aspettative a qualcuno che, dotato di giusta sensibilitร , dimostri con i fatti quanto tu, simbolo e storia fondamentale del paese, sia importante non solo per Marciana Marinaโ.
Michelangelo Zecchini