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Michelangelo Zecchini da Michelangelo Zecchini pubblicato il 10 Marzo 2018 alle 8:30
[COLOR=darkblue][SIZE=4]NEL MUSEO DEL LOUVRE UNA STATUA DI ISIDE IN GRANITO DELL'ELBA [/SIZE] [/COLOR] La fama della qualitร  del granito elbano รจ rimasta inalterata nel tempo. A conservarla hanno contribuito i ritrovamenti archeologici effettuati a Roma a mano a mano che i grandi monumenti dell'Urbe si sono aperti agli scavi. Suscitรฒ scalpore la scoperta di tre grandi vasche, cosรฌ descritte da Flaminio Vacca nelle sue Memorie (1594): โ€œAccanto la Chiesa di S. Eustachio, appresso la Dogana, mi ricordo, che sopra terra vโ€™erano tre Piatti di granito dellโ€™Elba, trovati suppongo in quel luogo, mentre appresso vi erano le Terme di Nerone, servendo detti Piatti per lavarsi; ed al tempo di Pio IV ne fu concesso uno piรน bello, ed intiero al Magnifico Sig. Rotilio Alberini; che portatolo collโ€™argano in una sua Vigna fuori di Porta Portese, lo collocรฒ ad una peschiera: e gli altri due erano rotti, nรจ mi ricordo, che se ne facesse; ed erano da 30 palmi, in circa di diametro, ben lavorati, e di graziosa modinaturaโ€. Ma tanti altri sono i luoghi in cui duemila anni fa fu impiegato il granito dell'Elba, compreso il Foro Romano dove furono usate colonne di medie e grandi dimensioni. Mutuando le parole di Giovanna Tedeschi Grisanti (1992), il granito elbano โ€œa grana grossa ha una durezza presso a poco simile al granito egizio, una tinta piรน piacevole all'occhio, e prende un pulimento piรน perfettoโ€. Doveva esserne consapevole anche lo scultore Antoine-Guillaume Grandjacquet (1731-1801) che scelse il granito elbano quando, fra il 1779 e il 1781, Marcantonio IV Borghese gli commissionรฒ una statua della dea Iside per la sala egizia della villa Borghese. Grandjacquet si perfezionatรฒ nella lavorazione di pietre dure alla scuola di Giovanni Battista Piranesi, l'artista eclettico che, fra l'altro, fu l'artefice della diffusione del gusto egittizzante nella societร  del XVIII secolo. Prendendo come modello la statua della regina egizia Arsinoe II, oggi al Vaticano, e rielaborandola con capacitร  creativa, lo scultore eseguรฌ un'Iside dall'impianto solenne che andรฒ a impreziosire la sala VIII di Villa Borghese. La statua viene cosรฌ descritta nell'inventario redatto nel 1796: โ€œAl fianco sinistro della porta, per la quale si entra, venendo dalla stanza del gladiatore, sorge una statua di grandezza naturale che rappresenta Iside, eseguita modernamente in granitello dell'Elba dallo scultore Grandjaquet. Il simulacro รจ chiuso, e ristretto dentro una veste angusta, e sottile, che arriva quasi ai piedi: la mano diritta รจ pendente, la sinistra posa sul petto verso la destra mammella, proprietร  tutte, siccome notarono giร  gli antiquarj, assegnate dall'arte di Egitto alle figure femminili. La testa รจ ricoperta da una specie di berretta, o di cuffia, che scende con due fasce sulle spalle, e sul petto, abbigliamento, proprio ancor esso dei monumenti egizianiโ€. Ma nel โ€œPalazzo della Villa Borghese detta Pincianaโ€ la statua rimase meno di trent'anni: per volere di Napoleone nel 1808 l'Iside di Grandjacquet fu smontata dalla sua sede originaria e trasferita al Museo del Louvre. Ora questo capolavoro del tardo Settecento รจ esposto nella Salle du Manรจge. Michelangelo Zecchini
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