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IL PROMEMORIA da IL PROMEMORIA pubblicato il 1 Marzo 2018 alle 4:50
[COLOR=darkred][SIZE=4]ULTIMO PROMEMORIA PER IL VOTO AI TRE ( ANZI, DUE ) SCHIERAMENTI [/SIZE] [/COLOR] In vista del 4 marzo, alle già più che esaurienti argomentazioni di Claudio Coscarella del 24 scorso, vorrei aggiungere una piccola cronistoria relativa ai tre protagonisti in campo, più un' autorevole previsione di alcuni anni fa (ancor oggi perfettamente attuale che mi è capitata per le mani), nella speranza che qualche indeciso o rinunciatario consideri più attentamente la sua scelta di voto: ne va della nostra sopravvivenza. Berlusconi: pescecane industriale che ha fatto una fortuna di 6,8 miliardi di euro (e la rovina morale e materiale della nazione) solo grazie alle sue leggi ad personam - leggi che, unitamente alla mancata soluzione del conflitto d’interessi, tutti gli altri partiti correi gli hanno permesso di introdurre traendone, a loro volta, debito tornaconto - e ai suoi intrallazzi politico-mafiosi per i quali è stato condannato, disarcionato da cavaliere e dichiarato impresentabile. Chi ritiene Marco Travaglio un giornalista di parte, non ha bisogno di leggere il suo ultimo libro 'B...come basta'. Basta che dia un'occhiata alle sentenze che l'hanno smascherato definitivamente: sono facilmente consultabili ed anche in bella mostra davanti alla sua villa di Arcore. Perciò il suo istinto di sopravvivenza gli fa dire che i 5 stelle sono pericolosi, oltreché incapaci e incompetenti, però invita fuoriusciti ed espulsi dal Movimento a seguirlo: se si aggregano a lui diventano immediatamente capaci e soprattutto utilissimi. Solo lui è in grado di operare questi miracoli, come ha già dimostrato con i vari Scilipoti, Razzi, Verdini, ecc. più il noto mercato delle vacche-senatori e i suoi avvocati eletti a Montecitorio dove vantano il record del 98 % di assenze essendo occupati a difenderlo a spese nostre. Come mai è ancora sulla cresta dell'onda? Semplice: in Italia c'è ancora un 15 % fra mafiosi che continuano a fare affari con lui e abusivi che contano sul suo annunciato condono. Cosa si può chiedere di meglio alla politica? Pensa che tragedia per loro se dovessero arrivare i 5 stelle a guastare una festa che dura da 25 anni! Renzi: bulletto privo di qualunque scrupolo o dignità, cioè uno che da tre anni usa la sua parlantina da incantatore di serpenti per fare figure di merda ad ogni pié sospinto, dice che i 5 stelle sono incapaci, inaffidabili e per giunta non sanno neppure rubare in casa loro: quindi sono fuori dalla consolidata politica tradizionale. Solo il suo PD può vantare eclatanti esempi di disoccupazione ai massimi, di efficienza in precarietà come il job act garantisce, di onestà ed eccellenza come il clan De Luca che contribuisce ad alimentare tutta la Campania con sane ecoballe condite con saporite fritture di pesce ed ora, con il solito toupet e spalleggiato dai suoi compari di merende Gentiloni, Mattarella e Napolitano, Renzi può ben a ragione raccomandare ad un elettorato ormai distrutto di non disperdere i grandi risultati ottenuti, esattamente come fecero Monti e Letta quando millantavano un’inesistente ripresa economica. Inoltre ha già dimostrato la sua onestà democratica di premier abusivo proponendo un referendum-truffa mascherato da falsi benefici, una legge elettorale ad personam (cioè ad partitum, tanto per non essere da meno del suo maestro in associazione a delinquere) blindata con l'esclusione del contraddittorio (forse pure incostituzionale) e adesso propinandoci una scheda elettorale trappola che fa già prevedere l'annullamento del 5 % dei voti per inevitabili errori di preferenze. Uno sbruffone che non sarebbe più accettato neppure come capo tribù in qualche villaggio africano la cui unica coerenza dimostrata, mantenendo la parola, è stata la rottamazione, soprattutto quella del PD: complimenti! Di Maio: self-made man, dovendo lavorare per guadagnarsi da vivere, ha il torto di non aver trovato il tempo per approfondire i misteri del congiuntivo, non come la più migliore ministra della d-istruzione dell'attuale governo che invece sa tutto del superlativo come si conviene al suo ministero. Il suo movimento è stato fondato da un pericoloso pregiudicato che ha rifiutato di candidarsi per involontario incidente d’auto e non per normale corruzione, concussione, associazione a delinquere di stampo mafioso, compra-vendita di senatori a regolari prezzi di listino et similia. Questo losco figuro è inoltre un milionario per quattrini guadagnati senza neppure averli fregati allo Stato come si conviene nella salutare e consolidata norma politica italiana. Ma, cosa ben più grave, Di Maio avrebbe l’assurda pretesa d’instaurare un governo utopistico che anteponga la res pubblica a quella privata con una più semplice ed efficiente amministrazione ONESTA che trovi i fondi necessari nel cambiamento radicale della politica di sprechi, ruberie e nepotismo fin'ora imperante. Questo governo vorrebbe addirittura eliminare le leggi inutili (come fece in passato quell'altro incompetente legislatore dell'imperatore Giustiniano), le sperequazioni dei parlamentari italiani che costano ad ogni cittadino 27 euro contro i 7/8 di Inghilterra e Germania e i 2 della Francia e dei barbieri di Montecitorio che prendono più del presidente USA Trump, le mafie nei lavori pubblici che, grazie alla corruzione, costano il triplo della media europea, i voltagabbana e mille simili facezie. E chi ci crede? Servono riforme e nuove leggi? Ma sì dai, facciamocele fare da quelli che dicono da trent’anni che bisogna farle facendo esattamente il contrario e che sono la causa del disastro in cui ci dibattiamo! Continuiamo pure a farci governare da ruminatori di nebbia ladri, mafiosi, pregiudicati e inciucciatori inefficienti (ma non nel senso di ciucciare pro domo sua)! Morale: volenti o nolenti, queste sono le prospettive per il prossimo futuro . A mio modesto parere, se non proviamo qualcosa di nuovo, non ci resterà che rassegnarci a quello che qualcuno aveva già previsto 4 anni fa come se, dopo Monti e Letta, sapesse già che sarebbe arrivato Renzi e cioè uno addirittura peggio (adesso però c’è di buono che ha detto: ‘se il PD perde non faccio nessun passo indietro’, quindi, essendo ormai diventato istintivo per lui fare il contrario di quello che aveva appena giurato, c’è speranza che, per riflesso condizionato, si levi definitivamente dalle palle…). Se avete ancora un po' di pazienza, godetevi questa demoralizzante analisi di un esperto all’epoca del premier Letta su come ci hanno ridotto i ‘competenti’ al governo e poi provate a dire: oh cazzo, ma devo proprio rivotarli? Allarme della London School of Economics: “Non rimarrà nulla dell'Italia” Giovedì, 17 ottobre 2013 Nel giro di 10 anni del nostro Paese non rimarrà più nulla. O quasi. E' la conclusione catastrofica cui giunge nella sua analisi il professore Roberto Orsi della London School of Economics and Political Science (LSE). Che cosa ci sta portando alla dissoluzione e all'irrilevanza economica? Una classe politica miope che non sa fare altro che aumentare le tasse in nome della stabilità. Monti ha fatto così. E Letta sta seguendo l'esempio. Il tutto unito a una "terribile gestione finanziaria, infrastrutture inadeguate, corruzione onnipresente, burocrazia inefficiente, il sistema di giustizia più lento e inaffidabile d’Europa". “Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampante terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo e ciò mentre gli altri paesi della UE godono invece di una situazione ben più florida ed efficiente. Ma non basta: peggiorerà. Il governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile, ma per il momento è in grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell’IVA (un incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami come chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo “ripresa”: è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni. Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione. Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L’Italia non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori. A meno di un miracolo, possono volerci secoli per ricostruire l’Italia.”
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