[COLOR=darkred][SIZE=5]DA PIETRO GORI AD AGENO, LA CONTESTAZIONE SILENZIOSA DIVIDE LA PIAZZA [/SIZE] [/COLOR]
Un'ottantina di persone con un garofano rosso in mano o nel bavero della giacca hanno protestato (senza interromperla) contro la reintitolazione della piazza all'ex sindaco morto per un infarto
Separate come da un muro invisibile. Da una parte qualche decina di persone e le autoritร civili e militari, riunite sotto il palco allestito dalla giunta. Nella parte opposta della piazza, sulle scalinate del palazzo delle ex Poste e sotto la lapide dedicata a Pietro Gori, il cavaliere errante dell'anarchia, un'ottantina di cittadini. Tutti con un garofano rosso in mano e nel bavero della giacca. In silenzio per buona parte della cerimonia, che del resto รจ andata avanti senza interruzioni. L'idea era chiara. Portare un saluto a Pietro Gori, senza offendere la memoria di Giovanni Ageno.
Dopo le parole del sindaco, dell'ex assessore della giunta Ageno, Riccardo Nurra e dell'ex sindaco di Rio MarinaFrancesco Bosi, il primo cittadino ha scoperto la targa della nuova piazzetta Ageno con il figlio dell'ex primo cittadino.Un momento vissuto con commozione da chi ha vissuto l'esperienza politica e umana di Giovanni Ageno. Ma il gesto della giunta รจ stato preso come un affronto alla memoria di un gigante della storia come Pietro Gori da chi รจ rimasto, per tutta la cerimonia, sotto la lapide dell'anarchico. E quando la targa รจ stata scoperta sono partiti alcuni fischi, seguiti al termine della cerimonia dai cori "Gori, Gori". E ancora "Non si cancella la storia!". I contestatori, alcuni dei quali arrivati dal continente con le bandiere dei gruppi anarchici toscani e del partito comunista dei lavoratori della Maremma, hanno intonato per diversi minuti "Addio Lugano Bella" e altri canti del poeta-avvocato. Un modo per salutare l'anarchico accompagnato fuori dalla piazza dopo 107 anni dalla sua morte. E per contestare una scelta vissuta come una provocazione.