Abbiamo pubblicato la copertina della rivista [COLOR=darkblue]“ElBA 2000” del gennaio 1998 [/COLOR] , nella quale si vede una sbarra che blocca il passaggio di elbani e turisti diretti all’Elba. Quello che segue è un articolo di [COLOR=darkblue] Elba 2000 del 5 agosto 1997 [/COLOR] sugli interessi che spingono i nostri amici piombinesi a sbarrare il passo a chi vuole recarsi all’Elba. Viene individuata con precisione l’area politica che ha tutte le responsabilità di quello che sta succedendo e servono a poco gli alti lai che alcuni responsabili di quel partito emettono adesso. Da oltre un decennio stiamo ripetendo, inascoltati, che vi è un piano scellerato che mira ad affossare l’industria turistica elbana. Quando è che ci muoveremo?
[SIZE=4][COLOR=darkred]OMBRE ROSSE [/COLOR] [/SIZE]
Mentre gli operatori turistici elbani si trovano a fronteggiare una delle più gravi crisi dall’inizio dell’attività turistica ad oggi, con un considerevole calo di presenze,…il Pds locale sta raggiungendo, in modo eclatante, uno degli obiettivi per i quali ha lavorato con maggior accanimento: la riduzione dei flussi turistici verso l’isola d’Elba. Così, se da una parte l’Elba che lavora, alle prese con il crollo delle presenze, si interroga sul proprio futuro (il “prodotto Elba”- lo scriviamo da tempo su i nostri documenti- è sempre meno vendibile sul mercato nazionale ed estero per l’inadeguatezza del rapporto qualità – prezzo), l’opera di demolizione della nostra industria turistica da parte dei campioni del PARASSITARIO AVANZATO (i super protetti nelle loro comode e privilegiate nicchie) continua imperterrita ed inesorabile. Ne è una prova l’ennesima campagna per il “numero chiuso” per le auto lanciata dall”Unità” del 26 luglio scorso, in cui si parlava ancora una volta di “ invasione estiva di turisti”, di “ trasformazione di di paradisi terrestri in veri e proprio gironi infernali”, della “ nececessità di un giro di vite per il movimento turistico”.
Oltre agli attacchi del “ parassitario avanzato“ -che non vive di turismo avendo un posto garantito a vita e pagato da chi lavora- i flussi turistici rischiano di essere intercettati e bloccati a vantaggio di Piombino e della Val di Cornia, che dopo la crisi del modello industriale si cerca di riciclare turisticamente.
Sull’Unità di martedì 29, abbiamo letto quanto segue: “basta con il turismo mordi e fuggi: i vacanzieri diretti al famoso “scoglio” si fermino ad ammirare le bellezze storiche e naturali di Piombino… Come riuscire a fermare le migliaia di turisti che da Piombino s’imbarcano per l’Elba consumando sulla terra ferma al massimo un panino? Se lo è chiesto il Consiglio Comunale di Piombino che ha approvato un ordine del giorno in cui ci si pone l’obiettivo di ‘INTERCETTARE” i flussi diretti all’Elba…’”.
Una prima interessante misura di applicazione del principio della “INTE RCETTZIONE“ è l’ufficio turistico creato dall’APT di Livorno in collaborazione con il comune Piombino. Ufficialmente dovrebbe dare informazioni; nei fatti, la sua funzione è quella di intercettare i turisti diretti all’Elba prospettando difficoltà a trovare posto sulle navi e negli alberchi e di indirizzarli verso le strutture ricettive del comprensorio Piombino – Val di Cornia.
Il comune intanto si attrezza per lo sviluppo turistico del territorio con previsioni di strutture ricettive nei piani regolatori: uffici di accoglienza, studi scientifici assegnati a tecnici specializzati per tracciare le linee di sviluppo del porto e di alcuni porti turistici con oltre mille posti barca.
Non ci stupisce il più assoluto silenzio degli ascari locali, senza idee e senza palle, aggrappati ai loro squallidi privilegi e alle loro poltrone. Gli elbani devono rendersi conto che questa classe politica ci sta conducendo alla rovina e che, se si vuole sopravvivere, è assolutamente indispensabile ripulire le stanze del potere da quesito ciarpame.”
C’è poco da aggiungere a queste nostre considerazioni scritte dodici anni fa. Se non che la situazione della nostra industria turistica si è ulteriormente aggravata. La crisi economica mondiale; la globalizzazione del mercato turistico (con poche decine euro si raggiungono ormai –con i voli low cost e i voli charter- località anche molto distanti da noi); la nascita di una forte e variegata offerta turistica sulla costa continentale che fronteggia l’Elba; la continua imposizione di vincoli (a partire dall’istituzione del parco nazionale, inutile e costoso carrozzone che blocca lo sviluppo di quasi il 50% del territorio elbano) che impediscono alle nostre strutture di riqualificarsi adeguatamente; la mancanza di un vero aereoporto che ci permetta di aggredire anche mercati come quelli del nord Europa o dell’Europa dell’est; una politica urbanistica talvolta dissennata e frammentata in otto comuni; e soprattutto l’esosità delle tariffe dei traghetti –dovuta al fatto che anziché favorire la concorrenza si è arrivati ad un vero e proprio regime di monopolio dominato dall’unica compagnia privata-, tutto questo ha messo in ginocchio l’industria turistica e in grave pericolo il mantenimento di un livello di vita dignitoso da parte della popolazione elbana.
Già da qualche anno, alla vigilia della stagione turistica, gli addetti ai lavori si interrogano se sarà proprio quella la stagione dell’”effetto catastrofe” (cioè di un crollo rovinoso delle presenze). Ed è legittimo chiederselo anche oggi, visto che siamo quasi alla metà di giugno e la stagione non è ancora veramente decollata.
In questa situazione, le barriere sul porto di Pionbino che bloccano i flussi turistici (oltre a quello dei residenti che, per necessità varie, hanno bisogno di spostarsi sul continente) possono essere davvero l’ultima micidiale spallata che spingerà di nuovo gli elbani verso il sano lavoro dei campi (con grande gioia del parassitario avanzato che ormai da tempo ha sposato la causa della “decrescita felice” di Serge Latouche).
[COLOR=darkblue]Elba 2000 [/COLOR]
