Caro Geronimo della ‘riserva dei pellirosse’ (che poi sarebbe ‘pellerossa’, ma va bene ugualmente), se oltre ad essere afflitto da un abissale vuoto di memoria o più semplicemente da una profonda ignoranza, fai anche l’indiano, capirai che non lasci molto spazio all’obiettività ed alla realtà di fatto.
Mi preme in ogni caso chiarire che non ho proprio niente contro il sig. Sapere, che neanche conosco, ma neanche contro atri. A me interessa il ragionamento ‘di per se’ e non colui che lo fa e per dirla fino in fondo, non approvo che si firmino certi interventi perchè coloro che manifestano pareri contrari, possono venir tacciati, come fai te, di denigrare la persona fisica che si è firmata.
Per quanto riguarda la mia persona posso dire con orgoglio che la mia condizione di servitore dello stato e del cittadino ha fatto si che da sempre pagassi alla fonte tutte le tasse che le leggi dello stato prevedono fino all’ultimo centesimo continuando oggi con la pensione, ma soprattutto ha fatto in modo di farmi crescere nel sano principio che chi ruba è un ladro e chi evade, ruba. L’evasione è uno dei reati più schifosi perché si rubano i soldi ai piu deboli che devono pagare i servizi per tutti gli altri. Tutto questo senza se e senza ma. Coloro che sostengono che per vivere si è costretti a rubare, dico che sono mascalzoni e falsi due volte. Punto. All’Elba ho incontrato tantissime persone splendide, con connaturate doti di onore, rispetto e correttezza oltre che ad uno splendido senso dell’amicizia. Sono convinto che questo fosse lo standard elbano fino ad una due generazioni fa, fino all’ubriacatura da turismo fai da te. Nelle nuove generazioni lo standard è un po’ diverso ed è purtroppo emblematica la condizione espressa da Geronimo nei suoi interventi.
Caro Geronimo riservista non lamentarti se te ed altri come te, vivete la condizione di confinati in una ‘riserva’, avete fatto tutto voi, ve la siete cercata e costruita a forza di buzzurrate nei numerosissimi, troppo spesso volgari quanto patetici movimenti più o meno indipendentisti, con manifestazioni di insofferenza verso le regole condivise, verso la professionalità osteggiando la formazione e la condivisione di larghe vedute per fare un unico sistema che passasse anche il canale di Piombino. E’ un processo abbastanza naturale quello di imbrancarsi in moviventi autonomistici quando si vive in cattività e non si hanno risorse intellettuali e professionali da mettere a confronto alla pari. Allora ci si chiude in qualche specie di clan, si individuano un po di capetti, qualche bandiera, qualche nemico, quasi sempre l’immigrato e ‘quello di fori che viene a comandare’ e poi giù a testa bassa come mufloni. Ed oggi eccovi ancora li, ognuno chino sulla propria greppietta ad aspettare che il passo estivo ve la riempia, a sbavare sui balzelli delle tasse di imbarco-sbarco-soggiorno, ad accaparrasi biglietti dei traghetti per farci un po’ di cresta e quante altre di odiose se ne inventano ogni anno. Tu dici che tante attività hanno dovuto chiudere ed io non me ne rendo conto, può darsi o forse no, comunque ti chiedo di dimostrare quante di queste hanno avuto le carte in regola per iniziare sia riguardo ai requisiti di professionalità nel settore di chi le ha avviate, sia per l’idoneità dei locali dove hanno operato. Ci vuole tanto a capire che se con 800 euro ti prendono all’aeroporto della Malpensa e ti portano in un albergo a 4 stelle di Sharm el Sheik per starci 5 giorni e poi ti riportano a Milano mentre con quei soldi una camera a Bagnaia, non me ne vogliano i bagnaiesi, è solo un modo dire, non la trovi? Senza considerare che tra autostrada, benzina, traghettaggio, un panino a testa, il tutto andata e ritorno, ti ce ne vogliono quasi altrettanti.
Ci vuole tanto a capire che arraffare qualche euro buttandosi a corpomorto nella mischia, scavando i garage per infilarci un lettino in più, bracconare, lavorare e far lavorare in nero, non è un indice di bravura o di intraprendenza, ma solo di delinquenza perché si creano danni all’ambiente ed ai tanti imprenditori seri che investono in qualità e professinalità e che tengono alto il nome dell’elba. D’inverno poi che succede? Scazzottate per i sussidi e vai con i danni e ruberie. Riservisti, date retta, il punto di arrivo non è il suv e qualche soldo da sputtanarsi in Tailandia, il punto di arrivo è la messa in ordine e la conservazione del territorio, il lavoro onesto e soprattutto la sortita dal ghetto per crescere culturalmente.
Portoferraiese