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Giovanni Muti ( Il Monello) da Giovanni Muti ( Il Monello) pubblicato il 13 Dicembre 2017 alle 11:22
[COLOR=darkred][SIZE=5]INCONTRO SUL DISSALATORE ? UN CLIMA DI SOSPESA AMBIGUITA’ TRA FAVOLE FAVE. [/SIZE] [/COLOR] di G.Muti L’ incontro sul dissalatore che si è tenuto nella sala della Provincia nono è stato organizzato da un ente pubblico, ma da un partito. Si tratta del Partito Democratico ex Pci. Lo si sarebbe comunque capito dal clima che ricordava quello delle famose “cellule” nelle periferie industriali degradate, di decenni fa, dove il compagno dirigente richiamava all’ordine i compagni lavoratori, rozzi e ignoranti. Così, quando una signora del pubblico tenta di dire qualcosa, interviene il consigliere Regionale Anselmi e , con l’altoparlante a palla, e con il tono di un sergente di giornata che redarguisce una recluta indisciplinata, le dice che lei non doveva interrompere, che doveva aspettare il suo turno e poi poteva parlare. Ma siccome la signora insisteva dicendo che era due ore che ascoltava e che voleva dire qualcosa, Anselmi, aiutato dall’amplificatore, ha parlato talmente forte che la voce educata della signora è stata sopraffatta e l’esposizione dei super tecnici ha potuto riprendere. Altri tentativi hanno fatto la stessa fine: intervento di Anselmi amplificato e chi voleva parlare messo a cuccia senza tanti complimenti. Poi prende la parola un altro tecnico che, forse per addolcire il clima, racconta che lui era venuto diverse volta all’Elba per studiare la situazione idrica e che aveva lavorato con gli amici elbani. A questo punto, dalla sala, uno di questi tecnici ha urlato: E NO! QUESTO NO! NESSUNA AMICIZIA. NOI NON SIAMO AMICI! Poi ha aggiunto: “Non è perché lei sia chiama PALERMO e io mi chiamo MESSINA che dobbiamo esser amici . Saremo vicini ma non amici. “ ( Risata in platea) L’assolo dei tecnici è andato avanti per un ’altra mezzoretta. Poi, una voce dal pubblico, talmente potente che in un primo momento ho pensato avesse un amplificatore portatile, gli ha urlato quello che pensava. E che probabilmente pensava anche la maggioranza delle persone sedute in sala. Gli ha detto che quei discorsi li aveva già sentiti qualche decennio fa, quando i tecnici, venuti da oltre canale, presentarono il Bruciatore del Buraccio come un gioiello della tecnologia. Un gioiello che non avrebbe creato problemi, ma che poi si rivelò un “Bidonoe al Veleno” che spargeva nell’aria la pericolosissima diossina. E , in più , milioni di euro dei contribuenti elbani bruciati. La voce, in un crescendo sempre più teso, ha ricordato ai tecnici che lo guardavano testa bassa che era l’ora di finirla di venire qui all’Elba a raccontare favole, perché gli elbani non sono scemi; e che di questi tecnici che vengono a farci lezioni non se ne può più. E poi ha chiuso urlando queste parole : “Non mi convincete. Non credo a nulla di quello che dite. Voi a forza di a raccontarci favole MI AVETE FATTO UNA FAV –VOLA COSI’ “ ( risate in sala) Dopo una decina di minuti , la assessora Regionale provoca un’ ulteriore tensione in sala andandosene per non perdere la nave. Un classico. A questo punto prende il microfono Anselmi che cerca di fare un discorso più politico. Messe da parte le tre ore di dati tecnici, il suo linguaggio decolla dall’osmosi inversa e dalla salamoia in cerca di nobiltà. Anselmi ora vola alto, si sente come un aquila uscita da un sottobosco, si sente più a sua agio e tutto scorre bene quando, improvvisamente, qualcuno in sala scoppia in una sonora risata. Anselmi interrompe e si volta verso il signore che è seduto in una sedia fuori dalla poltroncine. “ Fa piacere - dice - vedere che c’è qualcuno che ci trovi comici. Abbiamo preso la nave per venire qui, sono tre ore che spieghiamo un progetto che risolverà uno dei problemi più seri dell’isola e cosa succede? Che quel signore si fa una risata. Si vede che lui,tutto questo, lo trova comico” A questo punto quel signore si è scusata e Anselmi ha ripreso a parlare Perché la risata? E’ stato poi riferito che gli sarebbe ’ sembrato comico quando Anselmi per dir che i politici seri devono agire, dice “che non serve un politico non decidente”. . Qui la risata. E perché ? Perché si tratta dell’uso di un recente neologismo che fa fico perché aggiorna il linguaggio politico ma che, in questo caso, inciampa in un detto, della millenaria saggezza cinese che dice: “Uomo non decidente, non morde”. Che vuol dire che chi non si prende responsabilità per risolvere i problemi , a maggior ragione non se l’ assumerà per fare del male. Perché può comportare rischi. Il detto cinese è una saggia e rassegnata adesione alla mediocrità. Alla quale, però, Anselmi e gli altri tecnici, si rifiutano di appartenere. Da qui la risata . Giovanni Muti (Il Monello)
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