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Remigio da Varagine da Remigio da Varagine pubblicato il 11 Novembre 2017 alle 17:22
[COLOR=red] [SIZE=4]La mia personale visione di un futuro assetto idrico Elbano[/SIZE][/COLOR] Dai dati di esercizio pubblicati da ASA,coerenti con quelli evidenziati sia da Meneghin che Campitelli ed altri nelle loro considerazioni, fatta eccezione sull’entità reale delle perdite che non sono riuscito a verificare più di tanto, risulta che: - ASA ha immesso nella rete elbana circa 8 milioni di mc di acqua nel 2016 -Gli 8 milioni circa di mc che ASA ha messo in rete nel 2016, se fossero arrivati tutti all’utenza, avrebbero abbastanza soddisfatto il fabbisogno medio annuo Elbano. -Le perdite sembrano essere molto consistenti, circolano dei dati che toccano il 45%, altri il 30%, comunque sia, uno sproposito. -Possono essere erogati al max. 35.000 mc/gg contro un fabbisogno circa doppio nei mesi di Luglio-Agosto (purtroppo non ho ben capito se per un limite tecnico della rete o di disponibilità della risorsa acqua) -Non abbiamo alcuna garanzia che i siti di approvvigionamento attuali possano produrre nel tempo, a Dio piacendo, almeno le stesse quantità odierne, le stime purtroppo tendono al pessimismo -Il fabbisogno aumenta inevitabilmente in modo considerevole, mentre Giove pluvio batte sempre più fiacca. Ne deriva che: -La rete idrica dovrà comunque, a prescindere dalle fonti e le modalità di approvvigionamento, essere in grado di trasportare un fabbisogno di punta, destinato a crescere, di circa 60.000-70.000 mc/gg, il che vuol dire, considerate le inevitabili perdite, assicurare una portata reale superiore almeno del 20-25%. -Quasi la metà degli 8 milioni di mc del fabbisogno annuo verrebbe bruciato più o meno in una sessantina di giorni, Luglio e Agosto. -Se la rete attuale è in grado di trasportare, cioè di spingere nei tubi almeno 70.000 mc/gg bene, altrimenti le cose resteranno come stanno ed il problema persisterà cosi come lo conosciamo, anzi peggiorerà. Se ne riparlerà a rete potenziata, cioè a babbo morto. Tutto quello che andremo a fare, se l’andremo a fare, smuoverà tanti bei quattrini, con somma gioia dei soliti noti, ma non risolverà alcun problema per la cittadinanza elbana. Se invece la rete riesce a pompare i 70.000 mc/gg: - assolutamente indispensabile diventa la realizzazione di un bacino di stoccaggio di almeno 3-4 milioni di mc. che funga da volano integratore per soddisfare le punte dei 60 giorni in piena estate. (Riterrei un po’ azzardato ipotizzare di impegnarsi per forniture da 60000 mc/gg limitata a 60 giorni, mentre per il resto dei 300 giorni staremmo su una media di 15.000 mc/gg) - il bacino, magari quello progettato da Meneghin diviso per PI greco, e la capacità della rete di traportare almeno 70.000 mc/gg, sono la condicio sine qua non per la soluzione del problema dopodiché - può essere da subito, senza necessariamente nuovi impianti di produzione, riempito nei periodi in cui il fabbisogno elbano è molto più ridotto rispetto ai periodi di punta utilizzando solo l’acqua captata dall’Elba e addotta dalla Val di Cornia. Se in aggiunta venissero contenute significativamente le perdite della rete, otterremmo già un risultato più che onorevole che ci fa respirare anche se dobbiamo obbligatoriamente individuare fonti di approvvigionamento alternative, oltre che integrative, che ci svincolino dagli umori sempre piu capricciosi di Giove Pluvio. E’ evidente che il serbatoio di per se non esaurisce né risolve completamente il problema, molto articolato e fra i piu complessi resta appeso quasi totalmente alla variabile ‘pioggia’, pertanto mi permetto di indicare una soluzione articolata e modulare che comprende: La sistemazione della rete idrica in modo da contenere al massimo le perdite sia accidentali che per scarsa manutenzione La necessaria ed indispensabile costruzione di un invaso di stoccaggio, perché no come studiato da Meneghin rivisitato e dimensionato nell’ottica dell’integrazione piuttosto che dell’autosufficienza La costruzione di un dissalatore dimensionato per una produzione tale che integrata alle produzioni attuali, permetta di soddisfare il fabbisogno Elbano La messa in opera di pannelli fotovoltaici per la produzione dell’ energia elettrica necessaria al dissalatore che quando non lavora a regime, può essere immessa nella rete elettrica nazionale recuperando così qualche spicciolo La sensibilizzazione del cittadino sul tema risparmio idrico incentivando la raccolta piovana, il riciclaggio delle acque di scarico (operatori turistici soprattutto), la diversificazione degli impianti domestici in potabile e servizi. Spero che siano sempre di meno coloro che credono che basta un ‘interventone’ per risolvere il problema perché, in questi casi, come diceva il buon Totò: è la somma che fa il totale. Remigio da Varagine
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