[COLOR=darkred][SIZE=5]Dal gassificatore al dissalatore? [/SIZE] [/COLOR]
Avendo affrontato il problema dell'approvvigionamento idrico giร molti anni fa, a questo punto, riteniamo opportuno e doveroso (per le conseguenze che avrebbe sulla collettivitร ) dire la nostra sul progetto del dissalatore a Mola.
Nel 2002 organizzammo un convegno, all'Hotel Airone, insieme alla Faita dell'Elba, per sostenere il progetto di un tecnico del settore estremamente competente, Marcello Meneghin. Questo progetto, che prevedeva di raccogliere in uno o piรน depositi sotterranei alla base del Monte Capanne l'acqua piovana del versante marcianese, venne fatto proprio dalla Comunitร Montana -che lo inserรฌ con una delibera nel piano triennale degli interventi- e venne sostenuto dal Ministero delle Infrastrutture (allora guidato da Lunardi) che inviรฒ degli ingegneri per fare dei rilievi che ebbero esito positivo. Tra l'altro, la vendita del granito scavato durante i lavori avrebbe consentito di coprire gran parte dei costi di realizzazione e il progetto avrebbe avuto impatto ambientale zero (l'acqua sarebbe stata distribuita โa cadutaโ).
Poi, purtroppo, tutto venne insabbiato. Si sa come vanno queste cose in Italia. I fondi necessari per finanziare uno studio preventivo (da utilizzare per il successivo bando) vennero utilizzati per far conoscere al mondo la grandezza della cultura elbana con un viaggio a Montecarlo di alcuni esponenti della Comunitร Montana di allora (che, evidentemente, fecero mostra di grande senso di responsabilitร ). E tutto si arenรฒ.
Esaurita questa premessa, manifestiamo subito la nostra contrarietร al progetto del dissalatore di Mola. Innanzitutto, perchรฉ, come da sempre sosteniamo, รจ proprio sbagliato concettualmente: il fabbisogno idrico dell'Elba, per evidenti motivi legati alla sua economia turistica (in estate la popolazione รจ quasi dieci volte quella invernale) non รจ una linea continua, ma ha un picco enorme nei mesi estivi. Mentre il dissalatore ha una produzione costante per tutto l'anno (e quindi, forse, puรฒ servire per realtร completamente diverse). Oltretutto, a quanto si capisce, non รจ previsto nemmeno un deposito che consenta di โimmagazzinareโ eccedenza invernale nella produzione.
Si tratterebbe dunque di un impianto assolutamente inadatto a soddisfare le esigenze legate all'approvvigionamento idrico dell'Elba e che perรฒ comporterebbe problematiche assai gravi.
Intanto, la questione dell'impatto ambientale, che non deve essere affatto irrilevante se la stessa Amministrazione di Capoliveri, che sostiene il progetto, ha ritenuto di dover chiedere in proposito precise garanzie in conferenza dei servizi.
Inoltre, i costi di realizzazione e di gestione dell'impianto sarebbero enormi e non รจ poi cosรฌ difficile intuire su chi, alla fine, in vario modo, ricadrebbero: sui cittadini elbani, come รจ giร successo, purtroppo, con il gassificatore, al quale ci opponemmo con forza come oggi facciamo con il dissalatore. Il famoso lodo condannรฒ i comuni elbani a farsi carico dell'enorme costo dell'impianto (se ricordiamo bene, una quindicina di miliardi di lire) ed ancora oggi gli elbani lo stanno pagando con le bollette della Tari (mentre i nostri rifiuti continuano ad essere trasportati, a costi altissimi, in continente).
E' poi sconcertante, come ha giร rilevato Meneghin, che non ci sia una analisi delle varie alternative al dissalatore. Come alternativa viene indicata la proposta zero, cioรจ il non intervenire in assoluto. Assurdo! Oppure una nuova condotta sottomarina, quando ormai si sa che la Val di Cornia non ha piรน l'acqua nemmeno per sostenere la propria agricoltura e la propria industria turistica (in grande espansione). Ed anche altre zone della Toscana si trovano a dover far fronte ad una gravissima siccitร .
Sarebbe invece necessario approfondire le varie alternative (a cominciare, ovviamente, dal progetto Meneghin) con una analisi costi-benefici caso per caso.
Occorre anche aggiungere che non si puรฒ tirare in ballo l'urgenza, come qualcuno ha fatto, per sostenere un'opera tecnicamente sbagliata, onerosissima per la collettivitร e con una ricaduta ambientale tutt'altro che indifferente, tanto piรน dopo decenni di assoluta indifferenza al problema. Per noi era urgente anche quindici anni fa, ma dov'erano allora coloro che solo oggi ne predicano l'urgenza?
Secondo noi non รจ affatto tardi per intervenire. Dovrebbero farlo, innanzitutto, i sindaci, in modo piรน deciso e coordinato rispetto a quello che hanno fatto finora. Magari con il supporto del comitato che si รจ costituito. Insieme potrebbero incaricare degli esperti del settore per un'analisi costi-benefici delle varie soluzioni possibili e magari anche dei legali per un esame approfondito dell'intera procedura che ha portato il progetto fino al punto in cui si trova oggi.
Elba 2000
Movimento in difesa dei diritti degli elbani