[COLOR=darkred][SIZE=4]DISSALATORE – L'INARRESTABILE ITER CHE PORTA ALLA SUA COSTRUZIONE NELLA PIANURA DI MOLA [/SIZE] [/COLOR]
La procedura dei documenti, delle autorizzazioni, dei permessi, degli espropri, dei finanziamenti e quanto altro necessario perché abbiano inizio i lavori è a buon punto e quindi c’è da aspettarsi di vedere mezzi ed operai intenti alla effettiva realizzazione di quel colossale manufatto con tutte le altrettanto colossali apparecchiature di desalinizzazione dell’acqua del mare.
Si leggono pareri discordi, sono sorti addirittura dei comitati che tentano di opporsi a tali lavori ma è chiaro che la macchina è ormai partita e nessuno la può fermare.
Anche davanti alla ineluttabilità dell’avvenimento penso si possa continuare a specificarne in anteprima delle situazioni che a normali cittadini come il sottoscritte appaiono come minimo incomprensibili.
A chi scrive ad esempio fanno cattiva impressione alcuni dati dell’elaborato cosi intitolato:
ASA - AUTONOMIA IDRICA LOTTO 1 – IMPIANTO DI DESALINIZZAZIOMNE IN LOC. MOLA DA 80 L/SEC E OPERE NECESSARIE A TERRA E MARE
Uno degli elementi notevoli è relativo ad una critica spesso sollevata negli articoli che si leggono su giornali e blog locali e che riguarda la asserita necessità che la decisione definitiva di costruire il desalinizzatore fosse il risultato di una selezione tra diversificate soluzioni esperita in fase di progetto e citata negli elaborati progettuali esecutivi.
A tale riguardo nella relazione del progetto prima indicato si esordisce al punto 3 con il titolo
“3. ANALISI DELLE SOLUZIONI ALTERNATIVE” che risulterebbe atto proprio a dirimere la questione. Scartata a priori la possibilità che una persona di poco conto come il sottoscritto potesse trovare un solo accenno al proprio progetto di massima di un serbatoio sotterraneo in grado di accumulare e conservare le acque di pioggia, progetto che ad esempio è stato citato dal sindaco di Portoferraio arch. Mario Ferrari nel suo libro “ un acquedotto in mezzo al mare”, scartata dunque tale possibilità, io faccio molta fatica ad accettare che il progetto ASA citato non accenni affatto tra le soluzione da valutare la possibilità di utilizzare appunto le acque di pioggia che cadono all’Elba essendo, a mio avviso, questa la soluzione da esaminare attentamente e per prima. Invece le alternative che vi appaiono nella realtà sono le seguenti che io elenco qui di seguito semplicemente con il metodo copia ed incolla estraendole dall’elaborato progettuale ASA di cui sopra.
Ecco le righe testuali
3. ANALISI DELLE SOLUZIONI ALTERNATIVE Al fine del raggiungimento degli obbiettivi di progetto in esame, in fase preliminare sono state approfondite diverse alternative progettuali. La scelta dell’opzione sviluppata è stata guidata da esigenze specifiche e condivisa in primo luogo con l’amministrazione comunale coinvolta.
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Tra le soluzioni alternative si è studiata anche l’opzione “zero” ovvero la mancata realizzazione degli interventi di progetto
L’opzione “zero” risulta pertanto un’alternativa da scartare senza alcun dubbio.
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La prima soluzione alternativa successivamente analizzata è stata quella di realizzare una nuova condotta sottomarina in sostituzione dell’esistente
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Altre alternative progettuali analizzate sono state relative all’ubicazione dell’impianto. Gli obiettivi guida di cui si è tenuto conto per la localizzazione dell’opera sono due:
1. Il luogo di realizzazione deve garantire i minimi impatti complessivi, mediando fra gli aspetti paesaggistici, ambientali, di convivenza e sostenibilità da parte della popolazione interessata, di semplice gestione dell’impianto e della relativa logistica.
2. La posizione deve essere tale da massimizzare l’efficacia allocativa della risorsa prodotta della quale beneficiano oltre al Comune di Capoliveri, tutti gli altri Comuni elbani. A tal fine sono state valutate alcune ubicazioni alternative. Per prima l’ipotesi iniziale della Comunità Montana (2004) che prevedeva la realizzazione a Marciana Marina di un impianto da 40 l/s. …………………………..
L’ulteriore ipotesi di ubicazione alternativa a Portoferraio, interessante dal punto di vista dell’efficacia allocativa della risorsa, non ha trovato al momento localizzazioni interessanti fuori dai vincoli dalla linea di costa, se non al prezzo di collegamenti piuttosto importanti .
Si deve rilevare che appare come alternativa di progettazione il semplice spostamento nell’ubicazione del desalinizzatore mentre mancano quelle fondamentali come la già citata utilizzazione delle acque di pioggia, soluzione che avrebbe dovuto essere esaminata per prima eventualmente scartandola con motivate giustificazioni, oppure quella, già ventilata anni or sono, di collegare l’Elba ad altri acquiferi della terraferma toscana ma diversi da quello che riguarda la Val di Cornia .
Un’altra soluzione che, ad avviso del sottoscritto avrebbe sicuramente meritato, per la validità dello studio, di essere inserita nll’elenco è quella descritta nel lavoro “ Uso degli acquiferi locali per la regolazione delle risorse idriche dell’Isola d’Elba” redatto dal prof Pier Gino Megale dell’Universotà di Pisa. Essa prevedeva di costruire un serbatoio sotterraneo tramite diaframmi di impermeabilizzazione che circondano la piana di Marina di Campo la quale prevedeva di costituire un deposito di oltre 2.000.000 mc
Un altro appunto che mi sento di sottolineare è la mancata giustificazione della portata totale assegnata al desalinizzatore e soprattutto la mancata spiegazione delle modalità di colmare le grandi differenziazioni che esistono tra portata costante che è caratteristica peculiare del desalinizzatore ed il fabbisogno idropotabile elbano che è invece caratterizzato da rilevanti escursioni. Niente di tutto questo. La portata viene fissata in 80 l/sec che in futuro verrà aumentata fino a 160 l/sec senza spiegarne analiticamente le motivazioni, Soprattutto non viene spiegato se, per vincere le citate escursioni, sia previsto di affiancare al desalinizzatore un serbatoio di compensazione né viene precisato in dettaglio come verranno assunte, tenendo conto della richiesta dell'utenza assai variabile sia nel giorno di massimo consumo ed anche negli altri giorni,. gli 80 l/sec in prima fase e 160 l/sec in seconda che sono una portata costante
A mio avviso la assenza degli elementi indicati costituisce una mancanza che graverà sui risultati reali quella grande struttura che tuttavia tra poco tempo verrà costruita.
Si tratta di miei pareri personali qui riportati nella speranza che vengano opportunamente giustificati con motivate spiegazioni contribuendo a tranquillizzare assieme al sottoscritto i cittadini elbani che nutrono gli stessi miei dubbi.