[COLOR=darkred][SIZE=4]I CINGHIALI ALL'ELBA : CUI PRODEST? [/SIZE] [/COLOR]
di Alberto Nannoni
Un recente intervento sulla questione dei cinghiali presenti sullโisola ha ben delineato come il problema del loro soprannumero, causa di vari disagi e danni ai residenti, potrebbe essere trasformato in una fonte di reddito e lavoro per giovani elbani. Stesso ragionamento puรฒ essere applicato ai mufloni, entrambe specie alloctone dellโElba.
Bisogna ricordare perรฒ che รจ giร in atto un piano di contenimento del numero di cinghiali, sotto il coordinamento di PNAT, effettuato appaltando la loro cattura con gabbie. Gli animali vengono poi โesportati in continenteโ. Tutto bene sotto il profilo della loro limitazione numerica, ma non รจ chiaro se il ricavato di questa esportazione di carne โpregiataโ ritorni, anche solo parzialmente, sullโisola agli elbani, oppure se questa operazione nel suo complesso produca un ricavo che โesceโ totalmente dallโisola. Quegli animali sono una risorsa di proprietร del nostro territorio e dei suoi abitanti.
Sembrerebbe in buona sostanza che agli elbani restino danni e disagi, mentre i ricavi passino il canale in un silenzio ovattato.
I latini, maestri nellโarte oratoria, dicevano: โcui prodest?โ per indicare la necessitร di conoscere chi trae vantaggio da un'attivitร .
Gli elbani, in quanto legittimi proprietari di questo patrimonio venatorio, hanno il diritto di essere messi a conoscenza dei dettagli economici di questa operazione: finora sulla stampa รจ apparso solo il dibattito sul piano scientifico e ciรฒ non รจ sufficiente.
Alberto Nannoni