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Alberto Nannoni da Alberto Nannoni pubblicato il 4 Agosto 2017 alle 14:53
[COLOR=darkred][SIZE=4]I CINGHIALI ALL'ELBA : CUI PRODEST? [/SIZE] [/COLOR] di Alberto Nannoni Un recente intervento sulla questione dei cinghiali presenti sullโ€™isola ha ben delineato come il problema del loro soprannumero, causa di vari disagi e danni ai residenti, potrebbe essere trasformato in una fonte di reddito e lavoro per giovani elbani. Stesso ragionamento puรฒ essere applicato ai mufloni, entrambe specie alloctone dellโ€™Elba. Bisogna ricordare perรฒ che รจ giร  in atto un piano di contenimento del numero di cinghiali, sotto il coordinamento di PNAT, effettuato appaltando la loro cattura con gabbie. Gli animali vengono poi โ€œesportati in continenteโ€. Tutto bene sotto il profilo della loro limitazione numerica, ma non รจ chiaro se il ricavato di questa esportazione di carne โ€œpregiataโ€ ritorni, anche solo parzialmente, sullโ€™isola agli elbani, oppure se questa operazione nel suo complesso produca un ricavo che โ€œesceโ€ totalmente dallโ€™isola. Quegli animali sono una risorsa di proprietร  del nostro territorio e dei suoi abitanti. Sembrerebbe in buona sostanza che agli elbani restino danni e disagi, mentre i ricavi passino il canale in un silenzio ovattato. I latini, maestri nellโ€™arte oratoria, dicevano: โ€œcui prodest?โ€ per indicare la necessitร  di conoscere chi trae vantaggio da un'attivitร . Gli elbani, in quanto legittimi proprietari di questo patrimonio venatorio, hanno il diritto di essere messi a conoscenza dei dettagli economici di questa operazione: finora sulla stampa รจ apparso solo il dibattito sul piano scientifico e ciรฒ non รจ sufficiente. Alberto Nannoni
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