[COLOR=darkblue][SIZE=4]L’idea di un elisoccorso stanziale all’Elba, che pur ha trovato numerosi consensi, è in realtà quanto di più inutile, dispendioso e quindi dannoso per la sanità dell’isola. [/SIZE] [/COLOR]
E’ un'idea che nasce dai politici che evidentemente nulla conoscono della realtà ospedaliera locale per cui partoriscono pensieri estremamente populistici ma poco utili.
La rete dell’emergenza-urgenza è una degli aspetti virtuosi della sanità elbana e segue rigorosissimi protocolli che permettono il trasferimento del paziente in ospedali più attrezzati in tempo utile. Questo proprio grazie alla caratteristica di insularità del nostro territorio che ha fatto sì che si puntasse fortemente su questo aspetto, che altrimenti sarebbe critico per la salute degli isolani e dei turisti.
Perché quindi l’elisoccorso sarebbe inutile? Semplicemente perché chi si occupa professionalmente di salute sa benissimo che un paziente, prima di essere caricato sul Pegaso, deve essere stabilizzato, nell’ospedale elbano o, in altri casi, nel luogo di soccorso al paziente. Non è quindi il paziente che aspetta l’elicottero ma è l’elicottero che aspetta, sempre, il paziente.
Facciamo un esempio paradigmatico in cui è necessario intervenire tempestivamente (nel rispetto della ormai nota golden hour), l’infarto del miocardio.
Il paziente giunge in PS, dove i medici sono stati già allertati dalla Centrale del 118 sul sospetto clinico. In PS vengono seguiti protocolli di valutazione rapida e, non appena il paziente giunge in PS sono già in messi in essere sistemi di valutazione medica e di esecuzione diagnostica strumentale nel minor tempo possibile dall’arrivo in PS (nel caso del sospetto infarto, in genere entro 10 minuti per i pazienti con dolore toracico acuto). In questo caso, non appena l’ECG conferma il sospetto clinico di infarto, viene contattato il Pegaso di stanza nel luogo vicino (ad esempio Grosseto). In questo momento non ha alcun senso avere l’elicottero disponibile all’Elba, anzi forse sarebbe anche peggio perché, se l’elicottero fosse all’aeroporto di Campo questo sarebbe causa di ulteriore perdita di tempo, necessario per trasportare il paziente, via strada, all’aeroporto. Teniamo presente che nel tempo in cui un paziente viene caricato e portato a Campo da Portoferraio, è già arrivato il Pegaso di Grosseto sulla piazzola sopra l’ospedale.
Ma torniamo al nostro infartuato. L’elicottero è arrivato, ma deve attendere comunque che i validi medici portoferraiesi, non solo stabilizzino il paziente, ma provvedano alle prime fondamentali cure, in questo caso la trombolisi, una iniezione di un farmaco che serve a “sciogliere” i trombi nelle coronarie, causa dell’infarto. In alcuni casi, anche all’Elba, viene addirittura fatta la trombolisi preospedaliera, cioè direttamente nel luogo dove il paziente ha avuto i primi sintomi, laddove la diagnosi è certa e la tempestività ancora più necessaria.
Come possiamo ben comprendere da questa catena di soccorso, il nostro Pegaso, già giunto dal continente, è ancora in attesa nella piazzola dell’ospedale, a motori accesi, che paziente sia caricato.
Finalmente, dopo la diagnosi, stabilizzazione e trombolisi, il paziente può essere preso in carico dal Pegaso per raggiungere l’ospedale vicino più strutturato, dove l’équipe di cardiologi della emodinamica sono già allertati e pronti per effettuare l’angioplastica.
In tutta questa vicenda, la presenza dell’elicottero sull’isola non avrebbe cambiato nulla. Anzi, avrebbe costretto ad una ulteriore perdita di tempo per far raggiungere il paziente dall’ospedale all’aeroporto di Campo.
L’esempio dell’infarto vale anche per altre molteplici situazioni cliniche dell’emergenza-urgenza, praticamente tutte.
L’ictus, l’insufficienza respiratoria, i traumi stradali, ecc., tutte situazioni in cui si rende necessaria la stabilizzazione e messa in sicurezza del paziente.
Nell’Emergenza-urgenza all’Elba non si ritarda mai perché non c’è l’elicottero, ma è l’elicottero che aspetta il paziente.
In quest’ottica è quindi chiaro che la richiesta di un elisoccorso fisso all’Elba, non solo non ha senso, ma sarebbe uno spreco di risorse abnormi che certamente non ci possiamo permettere.
Se la Regione accogliesse la richiesta di alcuni amministratori ebani, forte magari delle firme di qualche cittadino, certamente investirebbe una cifra enorme su questo progetto (come minimo un milione di euro all’anno), fondi che sarebbero sottratti da un fondamentale potenziamento dei servizi del disastrato ospedale elbano.
Si interverrebbe inutilmente su uno dei pochi settori, non soli validi, ma veramente virtuosi della sanità elbana, togliendo fondi per quelle che sono necessità primarie e servizi fondamentali per la popolazione elbana (assistenza domiciliare, ambulatori patologie croniche, diagnostica per immagini, servizi specialistici, ecc..)
Se poi vogliamo uccidere definitivamente l’ospedale pubblico, l’operazione Pegaso all’Elba diventa utilissima.
Sarebbe utile che i nostri amministratori, prima di teorizzare soluzioni roboanti che danno solo un minimo di visibilità, studiassero davvero quelle che sono le reali problematiche della propria comunità. Perché governare con proposte populistiche non vuol dire necessariamente governare bene.