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ACQUARIO DELL'ELBA da ACQUARIO DELL'ELBA pubblicato il 25 Luglio 2017 alle 15:19
[COLOR=darkred][SIZE=5]RECUPERATO, ACCUDITO E LIBERATO CON SUCCESSO UN RARO UCCELLO DELLE TEMPESTE. [/SIZE] [/COLOR] Nella notte fra domenica e lunedรฌ scorsi, mentre operavano al largo di Montecristo, i pescatori Roberto e Giuseppe Tagliareni del M/P Mimma si sono improvvisamente trovati a bordo un piccolo uccello nero, che, frastornato e in evidente stato di difficoltร , ha pensato bene di rifugiarsi in cabina. Un animale davvero curioso, e mai visto prima: piccolo come un Passero, con le zampette palmate e un sottile becco adunco sormontato da una strana escrescenza.. La sola decisone possibile era lasciarlo tranquillo nel rifugio che si era scelto: appena giunti al porto di Marina di Campo, hanno avvisato dell'inconsueta presenza Yuri Tiberto, titolare dell'Acquario dell'Elba, che resosi conto dell'eccezionalitร  dell'evento ha a sua volta contattato l'amico ornitologo Giorgio Paesani, come sempre disponibilissimo e vero punto di riferimento in tutti i casi di "salvataggio" di pennuti. Rifocillato con acqua e cibo e posto in un luogo tranquillo e sicuro, il "tempestoso" uccellino, passata la notte, dava segni molto promettenti di ripresa che consentivano - sempre seguendo le direttive di Paesani - di tentare un immediato rilascio. Nella tarda mattinata, poco fuori il golfo di Campo, l'Uccello delle tempeste รจ stato delicatamente liberato in mare: pochi secondi... nemmeno il tempo di consentire la messa a fuoco per una ripresa video... ed รจ sfrecciato a pelo d'acqua, dirigendosi velocissimo verso il largo! Un'avventura davvero inconsueta e soprattutto, terminata con un lietissimo fine, che ci auguriamo sia di buon auspicio anche per il vero evento naturalistico dell'anno: l'ormai quasi prossima schiusa delle uova di Tartaruga! (foto Acquario dell'Elba) ----------------- Lโ€™Uccello delle tempeste (Hydrobates pelagicus). Di Giorgio Paesani. Eโ€™ un piccolo procellariforme, parente strettissimo di berte e albatros ma dalle dimensioni veramente minime, paragonabili a quelle di un passeriforme. Il piumaggio รจ totalmente nero petrolio ad eccezione del groppone bianco e di una sfumatura bianca nel sottoala e nel sottocoda, talvolta รจ presente anche una sottile linea chiara sulla faccia superiore dellโ€™ala. In Italia รจ presente con un paio di migliaia di coppie, concentrate nelle isolette intorno a Sardegna e Sicilia. Nellโ€™Arcipelago Toscano le segnalazioni sono scarsissime e la nidificazione non รจ mai stata accertata nonostante la recente cattura e inanellamento, a Pianosa, di una femmina con placca di incubazione. In totale le segnalazioni recenti si contano sulle dita di una mano! Eโ€™ una specie pelagica, che passa la maggior parte del tempo in alto mare in cerca di cibo e tocca terra solo per nidificare, spesso in colonia, occupando buche e nicchie in grotte e anfratti nelle piccole isole, o su scogli isolati. Anche lui beneficia senza dubbio della derattizzazione delle isole minori e cโ€™รจ da augurarsi che approfitti dellโ€™assenza di roditori da Montecristo. Tuttโ€™altro che facile da osservare รจ spesso confuso con rondini o rondoni in migrazione sul mare. Il volo di trasferimento รจ infatti potente e deciso come quello di un migratore e alterna profondi e veloci battiti dโ€™ala a brevi planate. In alimentazione, invece, vola con le zampe penzoloni a pelo dโ€™acqua dove spesso si posa tenendo le ali sollevate, talvolta zampetta sullโ€™acqua dove sembra โ€œcamminareโ€, poi si posa e cattura piccoli pesci o crostacei. In riposo galleggia sullโ€™acqua alla stessa maniera delle berte. Il suo nome deriva dal fatto che รจ difficilissimo osservarlo sotto costa tranne che nel caso di forti e prolungate tempeste. Eโ€™ davvero incredibile, infatti, come un uccello cosรฌ piccolo riesca a sopravvivere in un ambiente apparentemente โ€œostileโ€ come il mare aperto, bevendo acqua salata (ed espellendo il sale in eccesso da due tubicini posti sulla parte superiore del becco), affrontando onde enormi e venti formidabili. Fatto sta che ne esistono molte specie, tutte piuttosto simili tra loro, che โ€œsolcanoโ€ letteralmente i sette mari in qualsiasi angolo del pianeta, segno evidente che la loro struttura e la loro biologia sono assolutamente vincenti. Il soggetto catturato al largo di Montecristo e successivamente rilasciato probabilmente ha solo โ€œsbattutoโ€ su qualche superficie dellโ€™imbarcazione dove poi รจ stato soccorso. Molte altre volte, invece, questi autentici โ€œfantasmi del mareโ€ restano vittime dellโ€™inquinamento e anche se vengono soccorsi, purtroppo non resta molto da fare. Data la raritร  e lโ€™importanza, anche come indice della qualitร  del nostro mare, ogni segnalazione รจ molto interessante e bene accetta!
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