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Marcello Meneghin da Marcello Meneghin pubblicato il 10 Luglio 2017 alle 9:02
[COLOR=darkblue][SIZE=4]RIFORNIMENTO IDROPOTABILE ISOLA D’ELBA -LA STRATEGIA GENERALE ESSENZIALE MA COMPLETAMENTE ASSENTE [/SIZE] [/COLOR] Mi chiedo da anni come mai l'idea di base che rappresenta da sola la vera risoluzione del problema idrico elbano non sia mai stata presa in considerazione all’Elba Senza entrar in merito a quanto da me proposto 13 anni or sono con un apposito convegno tenuto all’Hotel Airone di Portoferraio, mi riferisco alle numerose volte che eminenti professori universitari , come ad esempio il prof Megale dell’Università di Pisa, il quale una trentina di anni or sono aveva presentato un ottimo progetto per ricavare un grande serbatoio sotterraneo sotto la piana di Marina di Campo tramite diaframmi di impemerabilizzazione, come alcuni i geologi elbani e lo stesso arch. Ferrari, ora sindaco di Portoferraio, i quali hanno ufficialmente dichiarato che la soluzione idropotabile per l’Elba è costituita da un grande serbatoio in grado di raccogliere ed accumulare la molta acqua che piove fuori stagione nell’Isoola per averla disponibile durante i periodi siccitosi estivi. Al riguardo mi sono sempre chiesto come mai queste reiterate proposte non siano mai state esaminate nemmeno a titolo di curiosità: esse sono state semplicemente ignorate. La ragione, come a mè sostenuto ripetutamente, è presto detta. In tutte le attività importanti, e non si può proprio dire che il servizio idrico elbano non rientri a pieno titolo tra di esse, bisognerebbe assolutamente procedere per gradi facendo precedere alle decisioni singole, la strategia generale basata sul raffronto, anche economico, di soluzioni diversificate, e solo dopo aver ponderato ed averla approvata , e lo ripeto solo a posteriori, passare alla messa i atto definitiva dei progetti. Questa modalità di base viene sempre ignorata all’Elba sostituendola con l’improvvisazione che domina all'Elba con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Allo scopo di non tediare con argomenti triti e ritriti prendo spunto da una realtà vigente da anni in normale esercizio relativamente ad un servizio analogo con quello acquedottistico e che, come il lettore potrà constatare, ha importanti e possibili collegamenti . Sto parlando del sistema fognario dell’area circostante il Lago di Garda il cui territorio rappresenta in un certo modo il negativo di quello elbano. All’Elba siamo in presenza di un’area abitata circondata dall’acqua, al Garda invece si trova uno specchio d’acqua circondato da aree abitate. Un tempo ognuno dei paesi circumlacuali del Garda aveva una propria rete di fognatura con singolo piccolo impianto finale di depurazione delle acque reflue e che scaricava nel lago stesso. Con una serie di consistenti lavori basati su una ben definita strategia generale si sono costruite delle condotte circumlacuali che, raccolte le acque reflue che defluivano direttamente nel lago, provvedono al loro trasferimento in due impianti di depurazione principali. Quello di Peschiera che riceve e depura tutte le acque della sponda orientale del Garda a e l’altro sito a Visano rispettivamente per la riva bresciana A mio avviso si tratta di una soluzione da tenere ben in mente per applicarla anche all’Isola Elba, isola che e si trova oggi nella identica situazione gardesana dei tempi passati e cioè con una miriade di piccoli impianti di depurazione della fognatura che scaricano le acque depurate in vicinanza delle spiagge molto frequentate a scopo turistico con risultati per lo meno dubbi. Anche all’Elba, come al Garda è necessario effettuare una progettazione generale ( sto parlando solo di progettazione generale e non della esecuzione di opere !) la quale preveda la situazione futura del sistema fognante possibilmente di tipo separativo cioè con doppie condutture per acque bianche e nere ma soprattutto basato sulla unificazione di tutta la rete fognaria con un sol punto o al massimo con due o tre punti finali nei quali, tramite un numero limitato di grandi impianti di depurazione, si provveda al trattamento di tutte la acque reflue elbane consentendo, vista la confluenza idraulica di un'ampia area abitata, l’utilizzazione delle acque depurate per sottoporle ad un ulteriore trattamento onde poterle immettere nell’acquedotto. In questo modo la questione fognatura rientrerebbe in quella del rifornimento idropotabile. Come detto la decisione defiitiva non deve mancare del raffronto tecnico-economico con diversificate soluzioni per consentire di giungere al risultato migliore. L'importanza della citata progettazione consiste nel fissare fin da ora dei vincoli da imporre a tutte le opere fognarie che si vanno costruendo per garantirne la congruenza con detta strategia generale in modo che, col passare degli anni, si arrivi a realizzare un sistema razionale ed esteso a tutto il territorio. Ovviamente il progetto generale non deve essere considerato un elaborato fine a sé stesso ma invece un elemento vivo che segue le vicissitudini del territori e pertanto va aggiornato ogni qualvolta vengono realizzate varianti urbanistiche o di altro genere ma che abbiano una attinenza con il sistema fognario. Quello che sta accadendo all’Elba per tutto ciò che riguarda il rifornimento idrico sembra non aver alcuna somiglianza con le modalità indicate in quanto vengono prese decisioni affrettate e senza verificarne alcuna futura appartenenza ad un sistema completo e razionale ne risulta alcun confronto con soluziuoni altrnative rispeto a qulla scelta. Basterà guardare le ultime decisioni tra le quali figura in primo piano la costruzione dei 21 laghetti poi completamente abbandonata per sostituirla con il grande desalinizzatore di Mola ma senza disdegnare di considerare nel contempo la fattibilità di altri interventi sostanziali che restano nel limbo dell’incertezza quali ad esempio la costruzione di una seconda condotta sottomarina per garantire l'approvvigionamento da parte delle fonti della Val di Cornia .Allo stesso tempo permane un altro dubbio di grande impatto che è quello dell’eventuale abbandono o forte riduzione di acqua dalla Val di Cornia onde tener conto di due fattori importantissimi come sono l’eventualità di una crisi delle fonti della Val cdi Cornia già oberate da uno sfruttamento insostenibile e dalla altrettanto probabile necessità di rendere l’alimentazione idropotabile dell’Elba assolutamente autonoma. A tutto ciò possono aggiungersi le indecisioni che, almeno stando a quanto risulta dalla stampa , che concernono le modalità di utilizzo della portata di 80 l/sec costanti nel periodo di punta e la necessità di un serbatoio da affiancare al desalinizzatore allo scopo di coprire le differenze con la portata richiesta dall’utenza che è variabilissima nel tempo. La conclusione è semplicissima: con l’improvvisazione non si è ancora arrivati né si arriverà mai da nessuna parte.
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