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Giovanni Muti ( Il Monello) da Giovanni Muti ( Il Monello) pubblicato il 14 Maggio 2017 alle 10:16
[COLOR=darkred][SIZE=4]I MUFLONI E L’INTERVENTO "STRAGISTA" DEL PARCO [/SIZE] [/COLOR] G.Muti Che l’enorme numero di cinghiali e mufloni costituiscano un problema è un fatto certo, così come lo è l’urgenza di risolverlo; che il loro aumento sia collegato alla presenza del Parco, che ne vietava la caccia, è altrettanto vero ; che adesso, però, il Parco voglia rimediare ad un proprio errore con un specie di “soluzione finale” sterminandoli tutti, non è tollerabile. Anche se la sentenza emessa è sostenuta da ragioni scientifiche. Anzi, questo rende il tutto più inquietante: tutte le grandi stragi, anche di esseri umani, sono state, quasi sempre, legittimate con ragioni ritenute scientifiche. Qui di seguito un articolo del 2012 che contiene delle riflessioni su questo tema [COLOR=darkblue][SIZE=4]L’AMBIENTALISMO RADICALE, I TOPI NERI MONTE CRISTO E LA RAZZA PURA DI HITLER [/SIZE] [/COLOR] La si può mettere come si vuole, ma l’idea che l’uomo, seguendo teorie scientifiche o pseudo scientifiche, si arroghi il diritto di stabilire quello che deve esser il rapporto tra la natura e gli esseri viventi, cioè: quanti ne debbono esistere per non degradare la natura e l’ambiente; quali di questi devono essere considerati superiori e quindi aiutati a prevalere; quali di essi devono invece esser considerati inferiori e quindi soppressi con violenza, è un’idea ripugnante. Anche se gli esseri viventi sono topi o cinghiali. E’ un tipo di approccio che molti di noi non sopportano. Ed a poco servono i documenti che dimostrano che tutto è stato studiato in modo scientifico e fatto in altre zone e con successo; rimane un’idea inaccettabile e viene avvertita istintivamente come un pericolo. Ma da dove vengono scelte così controverse? Nascono da idee che stanno alla base di ogni movimento ambientalista e che, detto in modo schematico e approssimativo, poggiano su due pilastri. Primo : Visione profetica del Mondo. Secondo loro la crescita della popolazione terrestre provocherà un disastro ambientale globale. Loro si battono per scongiurarlo. Questo si ottiene controllando e contenendo il numero degli esseri viventi sulla terra (Malthus). Secondo: La purezza. La natura deve rimanere incontaminata. Tutto ciò che viene dall’esterno contamina la purezza di animali o piante ed il loro rapporto con il territorio. Questo è un pericolo perché indebolisce le razze e le specie pregiate che invece devono prevalere (Eugenetica , darwinismo, ecc.) Quindi via l’alianto, pianta contaminante –infestante- e via i cinghiali e stambecchi , non nativi del luogo, ecc. Si nota poi che, sul piano operativo, gli interventi devono avere un carattere massiccio e risolutivo (finale, si potrebbe dire ) e poi devono seguire un inesorabile percorso burocratico che non sopporta dubbi ed annulla responsabilità individuali. E infine, Il tutto deve avere una copertura scientifica seria. Queste idee non nascono da discussioni al bar fra amici, ma da teorie scientifiche molto note: malthusianismo, che teorizza una riduzione della popolazione terrestre . E il darwinismo, secondo il quale la razza più forte è destinata a prevalere; quindi aiutandola a farlo si aiuta la natura. E’ l’eugenetica che mira alla raggiungimento di una razza più sana e più pura. E qui bisogna notare che queste teorie erano già diffuse agli inizi del secolo scorso. Lo erano a tal punto che hanno costituito una delle basi culturali del movimento nazionalsocialista. Quindi possiamo dire, senza paura di esagerare, che il nazismo, oltre ad essere stato quello che tutti noi conosciamo , era anche un movimento animalista, ambientista e salutista. Il regime nazista si impegno molto a difesa dell'ambiente e nella diffusione fra i giovani delle pratiche ecologiste. Tanto per fare un esempio, Heinrich Himmler, capo delle SS, era un ecologista e salutista convinto: si impegnava nelle difesa degli animali, coltivava e raccomandava cibi genuini, allevava anche polli biologici, si faceva produrre erbe medicinali e arrivò perfino a produrre miele organico nel campo di sterminio di Dachau. Mai forse nella storia simboli della purezza della natura e dell’atrocità e dell’orrore erano stai così vicini. Vi era poi il movimento ambientalista Wanderwogel, molto diffuso tra i giovani, che si comportavano come degli hippies: praticavano il nudismo, l'agricoltura organica ed il vegetarianismo. Oggi aderirebbero al wwf , ma allora una gran parte di loro aderì entusiasta al nazismo. In Italia le stesse idee ambientaliste confluirono in una corrente di pensiero che si diffuse grazie all’opera di Alessandro Chigi il quale, rifacendosi anche lui a Thomas Malthus, al pensiero darwinista e alla eugenetica più radicale (quella di stampo teutonico, per intenderci), sosteneva la necessità di operare una selezione delle razze per moltiplicare i forti ed eliminare i deboli. Chigi, nel suo libro "Problemi biologici della razza e del meticciato", affronta il tema della contaminazione e della degenerazione che verrebbe causata, a suo dire, dall'incrocio con razze nere che sarebbero "evolutivamente inferiori e geneticamente incompatibili“. Naturalmente fu un firmatario del manifesto fascista in difesa dalla razza. Perché ne paliamo? Ne parliamo perché pochi sanno che questo ambientalista razzista è il padre dell’ ambientalismo italiano. Ed è dalle sue mammelle che hanno puppato tutti gli attuali ambientalisti, anche se alcuni di loro non lo sanno . Nel 1959 fondò la Federazione Nazionale Pro Natura che traccerà la strada seguita da tutte le associazioni ambientalistiche italiane dal wwf a Legambiente. Vogliamo forse dire che il movimento ambientalista, anche con questo intervento così radicale su Montecristo, rivela le proprie origini? Noi siamo convinti che accostamenti e insinuazioni riferite a ambientalisti, anche noti localmente, sarebbero semplicemente assurdi. Eppure, se analizziamo alcune scelte, come appunto lo sterminio dei topi neri di Monte Cristo, notiamo delle coincidenze inquietanti: questa operazione, per le motivazioni e le modalità, non può che nascere da quella cultura pericolosa che noi abbiamo cercato di spiegare. Se poi ci chiediamo in che modo questa cultura ha inciso nelle politica dell’Ente Parco nei confronti dell’Elba, notiamo che uno degli obiettivi di fondo dell’ambientalismo radicale, cioè: la riduzione della pressione antropica sull’ambiente, all’ Elba la si otterrebbe con la riduzione dei flussi turistici. Naturalmente la riduzioni dei flussi dovranno avvenire facendo prevalere il turismo di razza forte: quello ricco, insomma, mentre quello povero dovrebbe esser soppresso. Queste posizioni non le ha sostenute solo Tozzi, ma facevano parte anche del programma per le ultime Regionali del Sel, un partito, quindi, che dovrebbe avere radici popolari, ecc. Per dire fino a che punto si può arrivare! Per concludere: ma questi ambientisti che intervengono sul territorio con i mezzi che abbiamo visto, come si comportano con gli Elbani? Diciamo subito che gli Elbani non faranno certo la fine dei dei gatti di Pianosa, ai quali vennero tagliata le palle e deportati; o avvelenati come i ratti neri di Monte Cristo, che saranno sterminati al cielo . Quindi, possiamo stare tranquilli. Ma certe gaffe freudiane clamorose ci hanno rivelato i desideri inconsci dei Presidenti del Parco: il primo definì gli antiparco elbani un “Gorillaio “, (tipico insulto razzista in voga nella Luisiana del KKK); il secondo disse che gli elbani dovevano essere deportati e suggerì navi e treni bestiame, come si è fatto in passato con le deportazioni naziste. Ci dovremmo chiedere: perché esiste questo lato di destra oscura e profonda in persone colte e preparate e che si professano di sinistra? Perché in loro vi è questo impulso di stampo fascista , nazista, razzista, che riaffiora, nel linguaggio e negli atti, come una maleodorante cloaca carsica? E’ un bel problema al quale non sappiamo dare una risposta. Purtroppo, siamo solo dei Gorilla Giovanni Muti (Il Monello)
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