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Francesco Bosi da Francesco Bosi pubblicato il 28 Aprile 2017 alle 15:20
[COLOR=darkblue][SIZE=5]BOSI: SU TERME A CAVO E RECUPERO AREE EX-MINERARIE MENO PAROLE E PIUโ€™ ATTI [/SIZE] [/COLOR] Trovo interessante il dibattito pubblico che si รจ aperto sui problemi del compendio ex minerario e sullโ€™utilizzo delle acque termali di Cavo. Si tratta di due grandi questioni che hanno importanza rilevantissima per lo sviluppo economico e sociale del Comune di Rio Marina e dellโ€™Elba. Forse lโ€™errore principale commesso รจ quello di non aver tenuti distinti i due argomenti. Infatti le acque termali sgorgano a Cavo e lรฌ possono essere tranquillamente utilizzate nel modo migliore e in tempi rapidi essendo ciรฒ reso possibile, dalla vigente normativa, dato lโ€™interesse pubblico, non solo locale, che esse rivestono. Ciรฒ deve essere riconosciuto con un Atto dellโ€™Amministrazione di manifestazione dโ€™intenti strategici e di conseguente variante agevolata al Piano Strutturale e al Piano Operativo. Lโ€™averne ipotizzato il trasferimento a Cala Seregola, forse come passepartout, ha finito fatalmente per complicare le cose caricandole di problematiche, molto piรน complesse, di non facile soluzione. Il tema della valorizzazione delle aree ex-minerarie di Cala Seregola รจ cosa importante che passa attraverso il ripristino ambientale, la ricucitura delle gravi lesioni paesaggistiche e la destinazione piรน idonea dei numerosi manufatti esistenti. Sono questioni da tempo messe al centro dei programmi dellโ€™Amministrazione Comunale dal 2001 in poi. Esse furono affrontate nel Piano Strutturale di Rio Marina, approvato a fine 2005, anche dalla Regione e dal PNAT. Basta rileggersi lโ€™Art. 24.1 UTOE CALA SEREGOLA per capire quanto ampio sia lโ€™ambito di azione possibile giร  specificato nel Regolamento Urbanistico del 2010. Spero e penso che nessuno possa ragionevolmente teorizzare che il degrado determinato dai vari fatiscenti manufatti โ€“ dal Villaggio Paese a Cala Seregola โ€“ possa essere considerato bello, cosรฌ comโ€™รจ, mentre il tempo, fatalmente, opera per la loro progressiva distruzione e nel modo peggiore. Credo che il compito del Comune di Rio Marina, divenuto proprietario di questi siti, sia oggi quello di ripartire dagli atti di pianificazione esistenti ed elaborare progetti per soluzioni concrete che vanno dallโ€™abbattimento di murature prive di pregio, al recupero dei reperti aventi valore di archeologia industriale (vedasi quello eseguito alle tramogge nei pressi del Cantiere Bacino con finanziamento del PNAT) fino al recupero e riqualificazione, anche parziale, delle unitร  edilizie fatiscenti, prive di valore, aventi caratteristiche industriali mutandone la destinazione in strutture ricettive alberghiere funzionali alla valorizzazione dellโ€™intera area del Parco Minerario. Certo il tutto richiede studi e progetti di fattibilitร  e risorse finanziarie non impossibili da reperire in un contesto di condivisione con il PNAT, la Regione ed i Ministeri competenti. Lโ€™esperienza mi ha insegnato che i problemi non si risolvono, anzi si complicano, con i dibattiti e le polemiche, mentre il compito delle Pubbliche Amministrazioni รจ quello di parlare con gli atti concreti: progetti e delibere. Ricordo che il Regolamento Urbanistico di Rio Marina, nel suo iter, fu contrastato dalla Regione ma venne poi approvato a seguito della conferenza paritetica interistituzionale. Da non trascurare, anzi privilegiare, รจ il fattore manutenzione delle opere ingenti, eseguite con finanziamento del Ministero dellโ€™Ambiente, che hanno consentito la rimodulazione dei versanti, la costruzione di una rete di fossi, canali e vasche di decantazione, necessari per la messa in sicurezza del precario assetto idrogeologico del compendio ex minerario. Se non si mantiene quello che si รจ fatto รจ poi difficile chiedere nuovi finanziamenti. Infine una risposta a Legambiente che mi indica fra i suoi detrattori. Personalmente ho sempre affermato di non contestare lโ€™Associazione in quanto tale ma mi sono limitato a criticare certe impostazioni ondeggianti tenute allโ€™Elba che spesso somigliano piรน a contestazioni politiche che non di merito ambientale. In particolare la tendenza allโ€™imbalsamazione di tutto anche di ciรฒ che non ha interesse culturale specifico. In fondo nel Parco vivono anche gli uomini e le comunitร  con le loro esigenze fondamentali da tutelare. Sui tanto deprecati villaggi turistici solo una battuta: in alcuni di questi ho trovato la bandiera con il cigno di Legambiente, come la mettiamo? FRANCESCO BOSI
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