[COLOR=darkblue][SIZE=4]Oggi 25 aprile mi sono messo a leggere โlettere di condannati a morte della Resistenza italianaโ(8 settembre 1943-25 aprile 1945) a cura di Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli .Giulio Einaudi editore 1952. Il libro si apre con un facsimile della lettera di Walter Fillak al padre: [/SIZE] [/COLOR]
โAllโIng Ferruccio Fillak Via Roma 5- Milano 1-2-1945. Mio caro papร ,
per disgraziate circostanze sono caduto prigioniero dei tedeschi. Quasi sicuramente sarรฒ fucilato.
Sono tranquillo e sereno perchรฉ pienamente consapevole dโaver fatto tutto il mio dovere dโitaliano e di comunista.Ho amato soprattutto i miei ideali,pienamente cosciente che avrei dovuto tutto dare,anche la vita:รจ questa mia decisa volontร fa si che io affronti la morte con la calma dei forti.
Non so altro che dire. Il mio ultimo abbraccio Walter
Il mio saluto a tutti quelli che mi vollero beneโ
Di queste lettere รจ una lettura che invito a fare ponendoci le domande in prefazione : che andiamo cercando ,noi vivi, in queste ultime parole ,scritte in un momento in cui lโuomo รจ sotto il piรน grave peso di questa vita ?E con che diritto leggiamo queste pagine ,una dopo lโaltra,per trovarci chissร che cosa,ma certo qualcosa per noi e di noi,con che diritto interpretiamo,confrontiamo e concludiamo ? โLโindipendenza dโItalia รจ il bene massimo che bisogna perseguire โ (Lettera di Bettino Ricasoli al prefetto del 12 maggio 1859) e โfra le ragioni di ben operare,una,anzi principale,รจ quella della concordia che unisce in un solo volere i pensieri e gli atti di quanti amano sinceramente la patria โ (lettera di Bettimo Ricasoli al governatore dellโElba del 18 maggio 1859).
Marcello Camici