Mar. Lug 1st, 2025

Homepage

Lascia un messaggio

 
 
 
 
 
 
I campi con * sono obbligatori.
Il tuo messaggio sarà online dopo l'approvazione della Redazione di Camminando.
Ci riserviamo il diritto di cancellare o non pubblicare il tuo messaggio.
marcello meneghin da marcello meneghin pubblicato il 11 Aprile 2017 alle 4:44
[COLOR=darkred][SIZE=5]ISOLA D'ELBA : NO AI TURISTI PER RISPARMIARE L'ACQUA POTABILE [/SIZE] [/COLOR] Ricevo della corrispondenza da un amico elbano che opera in un’attività importante come il turismo ma che è preoccupato per le manifestazioni di ostacolo al prossimo arrivo di ospiti estivi ostacolo motivato dalla ventilata necessità di limitare i consumi di acqua potabile onde fronteggiare la prevista prossima crisi dell’acquedotto. Nel mentre giudico improponibile un provvedimento del genere aggiungo che esso non mi appare atto a provocare i temuti danni perché l’eventuale diminuzione di turisti nella prossima estate non sarà in realtà minimamente influenzata da questa notizia ma, qualora si verificasse realmente, sarebbe da attribuire a tutt’altre motivazioni. Semmai i turisti si accorgeranno troppo tardi ed a loro danno, della mancanza d’acqua, ma respingerli a priori mi sembra assurdo anche per il motivo che potrebbe benissimo accadere che l’ASA aiutata da eventuali piogge intense e come accaduto per il passato, riuscire con bravura a fronteggiare una crisi non certissima. Quello che mi spaventa è un pericolo ben più grave e consiste nella conferma che troppe volte le decisioni che vengono prese all’Elba in fatto di acquedotti siano immotivate. In particolare e come dimostrerò più avanti, anche la paventata crisi idrica avrà il deleterio effetto di sollecitare in maniera sostanziale la costruzione del dissalatore di Mola che, a seguito della crisi medesima finirà per convincere gli ultimi indecisi sulla sua validità benchè essa sia del tutto improbabile e, ancora una volta , decisa senza documentata valutazione comparativa con altre soluzioni. Ih realtà il desalinizzatore verrà installato non già perchè si è dimostrato utile ma invece per la paura che hanno gli elbani della crisi idrica. Quello che mi preme evidenziare è come le grandi decisioni in merito acquedotto dell’Elba non vengano prese sulla scorta di esami approfonditi ma invece seguano altre vie tutt’altro che valide. Eccone la dimostrazione . Sono anni ed anni che la crisi idrica dell’Elba è ritenuta un pericolo grave che incombe per motivazioni importanti come, gravissima, la crisi che interessa le fonti primarie della Val di Cornia che da molto tempo non sono affatto in grado di far fronte al fabbisogno idrico di un territorio così vasto come il suo, la possibile rottura della condotta sottomarina paventata da anni ed anni, una siccità come quella attuale, il pericolo della intrusione del nucleo salino derivata dalla eccessiva depressione della falda provocata da prelievi che eccedono la produttività effettiva della falda stessa, le enormi perdite occulte delle reti acquedottistiche, gli enormi costi di produzione dell’acqua causati da spese rilevanti e necessarie per l’eliminazione delle sostanze inquinanti (specialmente boro ed arsenico) e quelli anch’essi rilevanti dei costi di trasporto dell’acqua a distanze notevoli. Tutte queste motivazioni le quali, come detto sono ben note da anni ed anni, avrebbero dovuto provocare degli studi seri sulle decisioni di base da adottare per risolvere i problemi. Invece cosa si è fatto e cosa si continua a fare? Si improvvisano provvedimenti colossali senza supportarli da motivazioni di base riguardanti prima di tutto la funzionalità delle opere previste ed in secondo luogo ma non meno importante, sui costi di costruzione e soprattutto di manutenzione delle opere stesse. In altri termine ognuna delle decisioni avrebbe dovuto derivare dal paragone di diversificate versioni e cioè da una progettazione comparativa e tecnico-economica riferita a tutte le soluzioni che sono ben note. Faccio un esempi. L’ultimo fiasco in ordine di tempo è quello relativo alla costruzione dei 21 laghetti che, anche in questo caso, avrebbero dovuto rimediare alla crisi in arrivo grazie agli oltre 2 milioni di mc di acqua che, in teoria, avrebbero dovuto accumulare. La regola, anche in questo caso, avrebbe dovuto essere quella tradizionale e cioè prendere in esame le varie proposte formulate nel tempo e far dipendere la decisione definitiva dal paragone dell’una rispetto all’altra. Nel caso specifico non si può tacere la ottima soluzione fatta anni addietro dal prof. Megale il quale prevedeva di accumulare durante i periodi piovosi, una enorme quantità di acqua in un grande serbatoio ottenuto isolando dal mare la Piana di Marina di Campo tramite un lungo diaframma di impermeabilizzazione . Un'altra soluzione da esaminare poteva essere quella della costruzione di una nuova condotta sottomarina, una terza era costituita da un grande serbatoio costituito da una galleria che circonda il monte Capanne, infine una ulteriore è quella rappresentata dai dissalatori dell’acqua del mare. Tutte queste soluzioni, e le altre che probabilmente esistono, avrebbero dovuto essere criticamente sottoposte a verifica compilando altrettanti studi di fattibilità tecnico-economica da potere sottoporre ad un serio confronto onde partire con il passo giusto. Invece cosa si è fatto? Alcune soluzioni non sono mai state prese seriamente in considerazione a cominciare con quella del prof. Megale,sostituendole in vario modo con decisioni improvvisate come quella citata dei 21 laghetti, quella del dissalatore di Mola ed ultima in ordine di tempo quella della distrettaualizzazione di cui ho parlato in una mia recente nota. Resta da segnalare un elemento di importanza stratosferica: la necessità suprema che dovrebbe predominare in tema di acqua ma che invece è tragicamente assente è la convinzione, preceduta da una seria progettazione, che è indispensabile arrivare all'autonomia idrica dell'Isola. Se già da tempo ci si fosse posto questo fondamentale problema e se ci si fosse impegnati seriamente per trovarne la soluzione ci si sarebbe accorti che la struttura pricipale che manca all'elba non sono affatto i desalinizzatori ma è la costruzione di un grande, grandissimo serbatoio atto ad immagazinare per l'estate, la molta acqua che vi si trova fuori stagione! La semplicissima morale di questa nota è la constatazione che siamo totalmente fuori strada nei concetti base e ci stiamo perdendo in decisioni come quella di auspicare una diminuzione del turismo elbano per risolvere il problema acqua!
... Toggle this metabox.