[COLOR=darkred][SIZE=4]TUTTI INSIEME VERSO IL BARATRO [/SIZE] [/COLOR]
di Michele Lotti
Nell'aprile 1993 gli italiani furono chiamati ad esprimersi su ben otto referendum promossi dal partito radicale.
La percentuale di votanti raggiunse il 77%. Il 90% si espresse a favore dell'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, che poi, perรฒ, in barba alla volontร degli elettori, nel 1996 sarebbe stato riproposto, anche se in forma diversa.
L'82% votรฒ a favore della soppressione della legge elettorale del Senato e quindi, in sostanza, si espresse contro il sistema proporzionale e a favore del sistema maggioritario. E in effetti, alcuni mesi dopo, venne approvato il cosiddetto โMattarellumโ, che era una legge elettorale maggioritaria al 75% e proporzionale per la parte rimanente.
Oggi, a distanza di una ventina d'anni, gran parte della classe politica attuale -ma anche gran parte degli italiani- pare essersi dimenticata sia dell'esito del referendum del '96 che dei disastri provocati, in quasi cinquanta anni, dal sistema proporzionale: il โbipartitismo imperfettoโ, secondo la ben nota definizione di Giorgio Galli e โil fattore Kโ (รจ il titolo di un famoso saggio di Alberto Ronchey), cioรจ la presenza del piรน forte partito comunista d'occidente che โcondannavaโ la DC (che contava su un pacchetto di voti di circa il 30%) a governare appoggiandosi ai socialisti e ai cosiddetti โpartiti laici minoriโ.
E' questo il periodo in cu -anche con l'appoggio della sinistra e dei sindacati- per motivi puramente clientelari, รจ nato ed รจ cresciuto il mostruoso debito pubblico che ci trasciniamo dietro come un peso ormai insostenibile, per noi e soprattutto per i nostri figli. Per raccattare voti si elargivano pensioni di anzianitร dopo appena 15 anni di lavoro (a quarantenni che poi si dedicavano ad altre attivitร , in gran parte al nero) e milioni di false pensioni di invaliditร . Un fiume di soldi veniva distribuito sul territorio, da Bolzano a Canicattรฌ (con i vergognosi privilegi tuttora concessi a regioni e province autonome). L'unica cosa che contava era la ricerca del consenso, con ogni mezzo, e chi se ne frega se poi pagheranno i nostri figli, costretti a lavorare fin oltre i 70 anni per garantirsi (forse) una squallida pensione, ben al di sotto di ogni limite di sopravvivenza?
Ebbene, ora, nella situazione drammatica in cui ci troviamo, stretti tra un mostruoso debito pubblico e gli effetti devastanti della globalizzazione (e con indici di produttivitร e qualitร delle infrastrutture nettamente inferiori a quelli degli altri paesi europei) gran parte dell'attuale classe politica -e,ripeto, degli italiani- si eccita all'idea di andare a votare, ben sapendo che con i due โConsultellumโ scaturiti dalle note sentenze della Corte Costituzionale, e quindi con un ritorno ad un proporzionale piรน o meno puro, nessuna forza politica e nessun schieramento otterrร mai la maggioranza. Una specie di suicidio di massa. Come quello dei lemming, i piccoli roditori artici protagonisti di un famoso film di Walt Disney di tanti anni fa che, ad un certo punto, nella tundra inconsapevolmente prendono a marciare tutti insieme verso un pauroso precipizio e quindi verso la morte.
Come se il voto in sรฉ fosse una panacea, indipendentemente dalla legge elettorale, dai programmi e dal numero e dalle caratteristiche delle forze operanti all'interno del sistema politico.
E' triste vedere che, al di lร dei manipolatori e provocatori prezzolati e comunque interessati, c'รจ tanta gente, in buona fede, che non si informa e ragiona con la pancia invece che con il cervello.