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G.Carlo DIVERSIUNALTRA CITTA' da G.Carlo DIVERSIUNALTRA CITTA' pubblicato il 4 Giugno 2009 alle 16:42
[SIZE=4][COLOR=darkred]LA PARTECIPAZIONE DIRETTA DEL CITTADINO ALLA VITA POLITICA DEL PAESE [/COLOR] [/SIZE] Penso che in politica gli slogan dovrebbero evidenziare i contenuti di una azione che tenda al miglioramento di una situazione sociale, economica, culturale di un paese. Ho atteso che i vari candidati delle Liste elbane chiarissero il concetto e il meccanismo della PARTECIPAZIONE ma a poche ore dal voto convengo che nessuno si senta in dovere di spiegare di cosa si tratta. Certo che la fantasia dei politici navigati e riciclati dell’Elba è notevole, accompagnata da quella dei giovani che si pongono sotto la loro ala protettrice con la speranza di poter dare un contributo al proprio Comune e all’Isola d’Elba. Rispetto alle amministrative del 2004 c’è un salto di qualità nel cogliere quel sentimento di protagonismo e di volerci essere che pervade il cittadino; • A Campo abbiamo la “democrazia ascoltativa” con corsie preferenziali (?) • A Capoliveri quella “deliberativa” e quella “referendaria” • A Portoferraio quella “astratta”, anche un po’ naif, delle 01,00 del mattino con 5 cittadini a cui s’è piantato un seme (la media dice che in 5 anni di legislatura l’Assessore uscente Marotti e i suoi predecessori hanno messo un seme in 5 cittadini), e quella “dell’ultimo momento perché fa trend”di Provenzali con l’esercito pronto a partecipare. Insomma, pur di far cassa se ne inventano di tutti i colori, avvalorando l’ipotesi che un concetto così alto e temuto come la PARTECIPAZIONE sia diventato parola vuota come “I GIOVANI”, “GLI ANZIANI”, “I LAVORATORI”, “TURISMO VOLANO DELL’ECONOMIA”, “AMBIENTE”, temi adoperati ad ogni elezione per smuovere il desiderio civico dell’individuo a votare “Antonio”. Dò un contributo esprimendo il mio punto di vista: La Democrazia Partecipativa è uno strumento di esercizio del potere amministrativo e giuridico da parte dei Cittadini concepito all’interno dei 12 Criteri Guida che determinano i fondamenti dell’ordinamento giuridico della Repubblica Italiana. La PARTECIPAZIONE è uno STRUMENTO, come lo è il voto in elezioni amministrative, politiche o europee, che dà al CITTADINO il POTERE di esercitare il Suo Diritto a partecipare attivamente e direttamente alla vita politica, sociale, economica del Paese. Come il Voto è un diritto dovere del Cittadino che può esercitare questo potere anche non votando, così lo strumento della partecipazione diretta può essere esercitato o meno dal Cittadino. Ma qual è l’origine del principio della Partecipazione e perché nell’ultimo decennio è diventato un tema molto “sentito”dai Cittadini e dai Partiti Politici di ogni schieramento? Partecipare è nel DNA del Cittadino Italiano perché scritto nella Carta Costituzionale La Democrazia Partecipativa non è di destra, di centro, di sinistra; è uno strumento, un meccanismo costituzionale che dà al Cittadino Italiano, Sovrano, il potere di partecipare attivamente alla vita politica del Paese, quindi anche del suo Comune. La Carta Costituzionale afferma che l’organizzazione statale è quella dello Sato Sociale di Diritto che, per garantire eguali libertà e dignità a tutti i Cittadini, si fa carico di intervenire attivamente in prima persona nella società e nell’economia per rimuovere gli ostacoli alla piena realizzazione della persona umana e alla sua partecipazione attiva, responsabile e consapevole alla vita politica, economica e sociale. Quindi un Amministrazione Comunale deve farsi carico che i suoi Cittadini partecipino attivamente, durante tutta la durata temporale della Giunta in carica, alla vita della macchina amministrativa. Ma che fino a che punto si può far partecipare questo cittadino e fino a che punto un individuo può sentirsi veramente partecipe e artefice delle decisioni prese nel suo comune? Come fa una persona che lavora tutto il giorno a volersi fare qualche ora di consiglio comunale a settimana e studiarsi progetti, leggi,etc? Può veramente realizzarsi questa società così spiccatamente democratica voluta dalla nostra Carta Costituzionale, dove ogni Individuo è responsabile di se stesso e della sua comunità, in piena libertà di pensiero, di parola, di azione? Si, è possibile, ma occorre una forte presa di coscienza e una forte volontà di miglioramento. Il fine ultimo della Democrazia partecipativa è che una Giunta Comunale giunga a discutere direttamente con tutti i Cittadini su come indirizzare i fondi del bilancio. Ma per arrivare al Bilancio Partecipato occorre un periodo di “auto apprendimento”dove sia chiaro che maggiore libertà porta a maggiore responsabilità. La Partecipazione è l’incontro dell’esercizio del potere decisionale tra “l’Alto” (l’Istituzione) e il “Basso” (i Cittadini). Non può essere esclusiva di una parte: i soggetti devono riconoscersi formalmente e dare avvio al processo. E a questo punto sono importanti gli strumenti che vengono adoperati per avere una consultazione capillare e che porti a decisioni obiettive e condivise. • La “Casa del Cittadino” è il luogo fisico dove le persone si incontrano e fanno attività civica. • Gli strumenti informatici possono aiutare nella circolazione delle informazioni e delle opinioni, pur circoscritti ad una percentuale di utenti importante ma non totalmente rappresentativa di una comunità. • I mezzi televisivi e radiofonici sono un ulteriore supporto alla conoscenza • I Comitati Cittadini, suddivisi in “quartieri” e “aree tematiche” hanno la possibilità di monitorare e intervenire sullo stato della propria area residenziale. • La forte volontà degli Amministratori che ovviano al possibile disinteresse iniziale dei Cittadini, volontà e determinazione che continuamente deve essere esercitata. • Scheda Finale di Valutazione del Cittadino, che è l’ultima parte delle sessioni di lavoro sul tema discusso. Tale scheda è nominale ed esprime una serie di valutazioni sulla fattibilità e correttezza dell’azione comunale da intraprendere. Allo stato attuale delle cose vediamo che alcuni Comuni hanno attivato strumenti di partecipazione; perché non funzionano, cosa manca? Il Cittadino. A Portoferraio il caso è eclatante e si dà la colpa proprio ai Cittadini che non partecipano più ormai da tempo alle riunioni: evidentemente i Cittadini si sono resi conto che è meglio starsene a casa con la propria famiglia piuttosto che sorbirsi i monologhi pippettoni su questioni già decise. Guarda caso la partecipazione è saltata proprio appena prima che si facessero scelte di privatizzazione delle fortezze medicee e il progetto ad ora non chiaro del “Water Front”. Magari una consultazione popolare ben argomentata avrebbe espresso il “Dietro Front”. Riconosco la fortuna di essere Cittadino Italiano perché la mia Costituzione mi garantisce ciò che in altre parti del mondo è una ambizione. Auguro agli Elbani di accrescere la passione per la nostra cosa pubblica e di intervenire responsabilmente alla vita amministrativa dei comuni di appartenenza. Riappropriamoci degli alti valori democratici della Carta Costituzionale, cominciamo a leggere e a studiare la Carta della Terra ([URL]www.cartadellaterra.org[/URL]). Pensiamo globalmente, agiamo localmente (René Dubos, batteriologo, ecologista francese) [COLOR=darkred]Gian Carlo Diversi (Candidato Consigliere a Portoferraio nella Lista Civica “Unaltracitta”) [/COLOR]
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