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marcello meneghin da marcello meneghin pubblicato il 12 Dicembre 2016 alle 8:58
IL DIFFICILE PROBLEMA DELLA VAL DI CORNIA Riscontro messaggi n- 82435 “considerazioni sull’acqua” e n. 82430 “ quindi..” ambedue del 11.12.2016 Ogni idea contiene qualcosa di buono e va considerata , pertanto non dissento affatto su quanto riportato. Devo però aggiungere delle nozioni importanti. I problemi della Val di Cornia sono così complessi che non mi sento in grado di affrontarli se non riportando alcune riflessioni del tutto personali. Di contro su internet si trovano molti documentazioni che illustrano efficacemente i problemi della Val di Cornia medesima e le complesse loro risoluzioni che sono previste. Io riporto soltanto che gli enti competenti vi si dedicano a fondo descrivendo una crisi profonda della citata Valle e che riguarda molti settori che vanno dall’ambiente, alla viabilità, all’industria, al commercio, al turismo ecc. su cui sorvolo limitandomi solo al rifornimento idropotabile di cui la Val di Cornia costituisce una parte essenziale ed anche in questo limitato settore sono in grado soltanto di fare degli accenni Quello che traspare chiaramente dalle relazioni pubblicate è la crisi profonda dovuta, sulla base dei documentati studi fatti, a molti fattori ma soprattutto ad uno preciso che è ben rappresentato dalla seguente frase che riporto testualmente • Lo sfruttamento non sostenibile della risorsa idrica per l’intera Val di Cornia che perdura oramai da anni, ha determinato un consumo ben superiore alla normale ricarica naturale dell’acquifero. • Detto con parole mie la Val di Cornia subisce di anno in anno un notevole e progressivo decadimento dovuto al fatto che il prelievo d’acqua supera le sue possibilità reali. Nelle citate documentazioni figurano anche le azioni da svolgere per evitare la crisi totale ma tra queste la risoluzione che figura ripetutamente ed in ogni capitolo è quella di dover diminuire i prelievi soprattutto diminuire la portata d’acqua che viene addotta all’Isola d’Elba. Questa necessità è da sola molto preoccupante nei riguardi dell’Isola ma questo è nulla in confronto di tutto il resto. Infatti oltre a provvedimenti molto positivi come quello di effettuare la ricarica artificiale della falda , si prevede di cambiare totalmente le modalità di captazione dell’acqua passando dall’attuale prelievo di falda a quello totalmente rivolto verso l’utilizzazione delle acque superficiali. Tutto ciò, se da un lato significa risolvere i problemi, dall’altro introduce una vera e propria rivoluzione generale con la nascita di mille altri problemi proprio perché si tratta di un programma mastodontico da realizzare. Penso ad esempio agli enormi macchinari di eliminazione dall’acqua dell’arsenico e del boro e mi domando : ma funzioneranno anche per l’acqua superficiale? Chi scrive non può esprimere che compiacimento nel constatare come si sia scelta la strada giusta studiando a fondo il problema per arrivare alla sua vera risoluzione la quale però non può essere ne facile ne veloce per evidenti ragioni. Ritengo pertanto che sia da ragionare prima di tutto sulla situazione attuale e che perdurerà comunque per molti anni ma al cui riguardo occorre usare molta cautela in quanto anche questa è una materia molto complessa e difficile. Per mio conto posso fornire alcune osservazioni basate su quello che, in materia, ho potuto constare di fatto. Ciò che secondo mè preoccupa molto sono le modalità normalmente seguite nel prelievo dalla falda che sono da considerarsi estremamente dannose in quanto accusano un deficit idrico che aumenta di anno in anno e che viene confermato non solo dalle conclusioni prima riportate ma dal fatto che in periodi di siccità per poter prelevare l’acqua si deve ricorrere a procedure estremamente pericolose come quelle di abbassare la falda per molti metri al di sotto del livello del mare in quanto tali abbassamenti non solo provocano danni diretti ai pozzi come intasamento dei filtri, franamenti sotterranei che alle volti sono arrivati fino alla superficie aprendo piccoli crateri e causando fenomeni di subsidenza del suolo ma molto probabilmente provocano la risalita del cuneo salino nei terreni agricoli con gravi danni che , se sussistono veramente, verranno alla luce tra molto tempo. Tanto per essere più preciso faccio presente come nello sfruttamento di un pozzo come quelli in argomento bisognerebbe tener presenti le indicazioni della curva caratteristica del pozzo medesimo la quale indica gli abbassamenti della falda che bisogna praticare col pompaggio in funzione della portata da prelevare Per i prelievi minori sussiste una determinata proporzione tra abbassamento di falda e portata emunta in quanto più portata si vuole prelevare più forte diventa l’abbassamento di falda da operare. Quando però si supera il punto critico per aumentare ulteriormente la portata bisogna deprimere la falda in maniera esagerata e in continua crescita con il pericolo di provocare danni di tutti i tipi. Nel caso della Val di Cornia io ho sentito parlare di falda depressa a per oltre una decina di metri sotto il livello del mare. Quello che può succedere in tali casi è quanto di peggio si possa immaginare . Concludo la nota chiedendo scusa per la lungaggine ma confermando che il problema idrico maggiore per l’isola d’Elba è rappresentato dalla grave situazione della Val di Cornia il che rende ancora più urgente provvedere a rendere l’Isola stessa autonoma ed autosufficiente. L'importante sarebbe riuscirci prima della probabile crisi.
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