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Bolkestein: equità o futura fregatura? da Bolkestein: equità o futura fregatura? pubblicato il 20 Settembre 2016 alle 13:40
Non conosco nel dettaglio la Bolkestein, ma essendo una legge europea, tanto per basta per averne paura! La Bolkestein non servirà a dare una concessione demaniale a un piccolo privato professionalmente preparato e illuminato. La Bolkestein sarà l’ennesimo strumento di usurpazione di un ente superiore per “regalare” grandi concessioni o nuove concessioni a grandi gruppi della ristorazione o dell’intrattenimento. Le attuali gestioni delle concessioni elbane e non, sono il frutto di piccole furberie, stratatgemmi, grandi soprusi commessi illegalmente. Bastava fare rispettare le leggi. La Bolkestein seguirà il meccanismo delle liberalizzazioni del commercio, un tempo i piani del commercio erano gestiti in modo un po’ furfantesco dalle amministrazioni locali, ma oggi liberalizzate le licenze, non hai scampo se apri una nuova attività commerciale, a fianco ti aprirà un franchising, un negozio o un ristorante di grande catena nazionale o internazionale. Se l’apertura di una nuova attività funziona, sarà profittevole per pochi anni, se il neo commerciante o barista ha avuto fortuna e ha avuto successo è bene che non si faccia illusioni e cambi attività dopo qualche anno. Le liberalizzazioni fanno solo il gioco del più forte economicamente. Fuori dall’Elba è molto più evidente. Ma facciamo un ipotetico esempio elbano. Arturo apre un piccolo negozio di abbigliamento e sembra andare bene; Marco ne apre anche lui uno simile in un altro paese, Marco ha più liquidità di Arturo e decide di aprire altri 3 negozi , uno anche vicino a quello di Arturo e adesso interviene un processo di selezione darwiniano che premierà il più forte. Su scala nazionale avviene lo stesso, apri una gelateria in franchising con XYZ e arriva una catena internazionale ABC ad aprire 3 gelaterie nel tuo quartiere. Il meccanismo delle liberalizzazioni e delle norme europee è un falso storico definirle un’azione di equità di fare impresa. Al vecchio egoistico “frega frega” del piccolo si sostituisce il più moderno “frega frega” del più grande, il quale opera su scale economiche diverse, può meglio corrompere, può più facilmente ottenere licenze edilizie, può meglio approfittarsi della manodopera, può meglio evadere le tasse spostando la propria sede in paesi con minori tassazioni. Diciamo che era meglio cercare di arginare le degenerazioni del vecchio sistema che regalare importanti settori dei servizi, come il commercio e la ristorazione su aree demaniali, a grandi operatori nazionali o internazionali. In Italia di piccolo commercio ci viveva un decimo dei cittadini italiani, negli anni ’80, prima delle liberalizzazioni c’erano 1 milione e 500 mila licenze commerciali di aziende, spesso a conduzione familiare, che significa che intere famiglie si sostenevano con 1 milione e 500 mila di piccole attività commerciali. Se un bagnino elbano fa il furbo, si può denunciarlo alla Capitaneria di Porto. Se un gelataio non ti fa lo scontrino puoi chiamare la Finanza. Ma quando una multinazionale gestirà catene commerciali e aree litorali avremo solo ottenuto una vittoria di Pirro pensando che tutto sarà pi equo fiscalmente, più democratico per possibilità di accesso ed eticamente giusto. I grandi operatori, In nome della competitività chiederanno sempre più deregulations, in nome del lavoro che offrono (e sfruttano) chiederanno di offrire sempre meno garanzie ai lavoratori, nessuno li fermerà, neanche il nuovo sindaco super onesto democraticamente eletto. I cittadini saranno fuori gioco per sempre, saremo condannati a una colonizzazione economica dei più forti. Le nuove regole non saranno migliori delle vecchie.
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