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Mauro Meoni da Mauro Meoni pubblicato il 29 Agosto 2016 alle 20:59
l'ultmo dramma del terremoto ha fatto capire, se ce ne fosse ancora bisogno, che la tv, tutte le tv di stato e non, hanno fatto il loro tempo..certo la tv ci fa vedere le immagini, ci fa capire meglio di quanto possa fare un cell con immagini mosse di panico , pero' anche stavolta, soprattutto stavolta, si รจ voluto cercare il dramma nel dramma, con le domande mai cosi' banali e quasi pornografiche del chiedere " com'รจ uscito da casa? chi ha perso nella famiglia? " nell'intervistare con il microfono impietoso anche un padre che aspetta di sapere se la figlia sotto le macerie respira, e chiunque รจ in attesa di sapere se moglie e figli madri e padri sono vivi...la telecamera e il microfono restano li' impietosi, e non vengono allontanati perche' รจ facile capire che a volte le persone cercano il conforto di chiunque anche se fosse uno sconosciuto giornalista...da bruno vespa a scalare fino all'ultimo degli inviati c'รจ stata questa sensazione di voyerismo mediatico, di voglia di far vedere il dolore singolo piu' che la tragedia collettiva, magari con la solita scusa che la gente vuole vedere...ma stavolta la gente si รจ dimostrata migliore sui social ( tranne i soliti che dopo un ora erano gia' a fare polemica su Renzi e sugli immigrati) la stragrande maggioranza si รจ occupata di mandare messaggi di cordoglio, di organizzare catene di aiuti e cmq dei messaggi di vicinanza molto piu' " utili" di certe inquadrature sugli occhi lucidi di qualche padre ....in questo terremoto รจ crollata anche la voglia di informarsi tramite le tv, e tramite le tv del dolore. C'รจ n'รจ gia' troppo, ce lo immaginiamo, anche senza i primi piani insistiti.
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