Lโaltroieri sera eravamo andati a letto un poโ abbacchiati. Vista la fatica erculea che facevano i soli 31 inviati della Rai (erano in formazione ridotta per risparmiare) nellโillustrare i trionfi di giornata del nostro valoroso premier con lโamica Angela e lโamico Franรงois sulla portaerei Garibaldi al largo di Ventotene, ci eravamo fatti lโidea che il summit marittimo avesse prodotto la solita grigliata di aria fritta.
โi leader dei tre Paesi storici hanno deciso di dare una forte spintaโ.
A questo proposito, il premier ha deliziato gli astanti con uno dei suoi motti tacitiani, particolarmente azzeccato per lโoccasione: โNoi lavoriamo per risolvere i problemiโ. Una frase che ci pare di aver giร letto da qualche parte. Doveva essere, se non andiamo errati, sul camioncino di una di quelle ditte specializzate in spurghi di fosse biologiche e pozzi neri. Il famoso linguaggio del corpo.
Renzi, Merkel e Hollande a Ventotene: tre disperati che cercano consensi a ogni costo
Le immagini, come sempre, sono piรน eloquenti delle parole. Lโincontro di Ventotene tra Merkel, Hollande e Renzi si รจ dimostrato per quello che รจ stato veramente e non per quello che avrebbe potuto essere. Tre disperati cercano consensi a qualunque costo: Merkel che rischia il posto il prossimo anno con le elezioni, cui si presenta per la quarta volta, superando cosรฌ il suo maestro, Kohl; Hollande, il presidente francese piรน screditato della storia sotto la Tour Eiffel; Renzi, il voltagabbana, che si presenta da solo. Tutti e tre stanno lรฌ, ciascuno per parlare al proprio Paese, ai propri elettori: Merkel per lโimmigrazione, Hollande per la sicurezza e Renzi per il referendum.