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marcello meneghin da marcello meneghin pubblicato il 18 Agosto 2016 alle 8:24
[COLOR=darkred][SIZE=5]IL DISSALATORE DI MOLA : ERRORE MADORNALE CHE FA SEGUITO A QUELLO DEI 21 LAGHETTI FINITI NEL NULLA ? [/SIZE] [/COLOR] La vicenda del desalinizzatore di Mola, stando alle informazioni della stampa, è la dimostrazione dei grandi errori che si continua a commettere all’Elba nel settore del rifornimento idropotabile causati dalla mancata considerazione dei concetti di base. Il primo riguarda la situazione reale che dovrebbe costituire il fondamento intoccabile da tenere costantemente ben davanti agli occhi. L’Isola d’Elba è caratterizzata da un fenomeno di per sé imponente anche per la sua insularità che lo acuisce enormemente ed è costituito da gravi discrepanze tra produzione e richiesta d’acqua. Si verificano infatti due fenomeni di grande importanza e temporalmente opposti. Da una parte la presenza delle piogge e quindi il rimpinguamento delle sorgenti e delle falde sia elbane che della Val di Cornia avviene nelle stagioni autunnali, invernali e primaverili mentre il grande consumo è concentrato nel periodo estivo a seguito della presenza dei turisti e della siccità che incrementano i consumi d'acqua. E’ fuori dubbio che esiste un solo rimedio a questo stato di cose e che consiste nel poter raccogliere ed accumulare i grandi volumi idrici fuori stagione per poterli utilizzare nella stagione estiva. Se nella formulazione di tutte le decisioni relative alla alimentazione d’acqua non si tiene presente innanzi tutto questo principio si compie un gravissimo errore di base che avrà gravi conseguenze. Il secondo errore viene commesso quando si decide di rimediare ai problemi non già studiando il modo di fronteggiare la citata e variabilissima richiesta idricaa con metodi anch’essi in grado di fornire l’acqua con portate modulabili nel tempo ma invece si pensa di farlo intervenendo con portate d’acqua costanti. Infatti si è deciso di costruire un desalinizzatore dell’acqua di mare della portata fissa di 40 l/ sec al quale saranno poi affiancati altri della stessa portata costante. Lo ripeto questo è l’unico modo per non risolvere i problemi. Non posso evitare di confrontare questo ragionamento con quello dei 21 laghetti che si era deciso ufficialmente di costruire senza affrontare i grandi problemi che li riguardavano. I risultati si sono visti con la costruzione del primo di essi : il laghetto del Condotto. Ora si commette un errore del quale ci si accorgerà subito per un motivo semplicissimo. Così come nel caso del laghetto Condotto non ci si è preoccupati, tra l’altro, di un elemento essenziale come la tenuta del fondo, in maniera analoga ora ,con la costruzione del primo dissalatore di Mola, non ci si preoccupa, tra l’altro, di un elemento altrettanto essenziale e cioè di affiancare al dissalatore un grandissimo serbatoio che consenta di dotare la sua produzione d’acqua potabile di quella indispensabile variabilità della portata da immettere in rete che come ho detto ne costituisce uno dei presupporti essenziali. In altri termini considerare l’Isola d’Elba come un grande utente a portata fissa costituisce un errore mastodontico paragonabile soltanto a quello anch’esso madornale dei 21 laghetti elbani. Ma il ragionamento non finisce qui in quanto se esistesse la citata convinzione della necessità di costruire un serbatoio come accessorio indispensabile del desalinizzatore, ci si accorgerebbe anche della inutilità del desalinizzatore stesso perché il serbatoio, una volta costruito e magari ampliato con i soldi che si spenderebbero inutilmente per il desaninizzatore medesimo, potrebbe benissimo essere riempito con l'acqua che piove fuori stagione all’Elba, di qualità molto migliore di quella desalinizzata e di costo infinitamente minore rendendo inutile la costruzione del complesso macchinario di trattamento dell'acqua di mare. Sussiste un’altra considerazione importante. II desalinizzatore viene costruito allo scopo di sostituire l’adduzione d’acqua della Val di Cornia, ma anche quando lo tutto ciò sarà compiuto non si saranno affatto risolti i problemi dell’Isola d’Elba che rimarranno gli stessi del giorno d’oggi in quanto non possono essere risolti semplicemente cambiando la fonte, bisognerà invece fronteggiare le punte estive di consumo che sono pari a tre volte la portata totale continua prodotta dalle fonti! Per trovarne soluzione si torna sempre al punto di partenza: solo un grande serbatoio lo può fare! Si noterà come ho prima aggiunto la frase “tra l’altro” frase che ha un significato preciso in quanto, oltre alla motivazione da mè descitta per dimostrare l’errore insito nella costruzione del primo dissalatore, ci sono molte altre circostanze che sarebbero sufficienti per dimostrarne il fallimento, circostanze che per brevità ometto nella loro totalità con la sola esclusione della seguente: i dissalatori dell'acqua di mare si costruiscono solo dove manca del tutto l’acqua ma non certamente in territori come l’Elba dove la pioggia annualmente cade in tali quantità da cagionare continui allagamenti e, come risulta da statistiche trentennali, ed in grado di far fronte ampiamente al fabbisogno dell'Isola. Marcello Meneghin
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