[COLOR=darkblue][SIZE=4]Ruggero Barbetti nominato Coordinatore per la Toscana di โCostituzione Bene Comune โ Comitato per le Ragioni del NOโ [/SIZE] [/COLOR]
Siamo impegnati per spiegare le Ragioni del โNoโ al Referendum su una riforma costituzionale sbagliata e che complica invece di semplificare le nostre Istituzioni repubblicane. E se anche fosse necessaria una nuova Costituzione, questa non puรฒ essere genuflessa ai voleri della maggioranza, magari contro i diritti del singolo cittadino. Per questo motivo abbiamo fondato โCostituzione Bene Comune - Comitato per le Ragioni del NO โ, che si prefigge di contribuire a spiegare ai cittadini le motivazioni reali della nostra decisa posizione contro pessime riforme costituzionali approvate con autentiche forzature regolamentari e con una maggioranza esigua.
10 Ragioni per il NO
1) La Costituzione: รจ nata per durare, non puรฒ essere modificata da una maggioranza risicata e soprattutto non va cambiata per motivi economici. Non si รจ mai visto un Presidente del Consiglio che dice: se bocciano la riforma costituzionale, vado a casa. Perchรฉ ogni riforma costituzionale non รจ del Premier, della maggioranza o del governo, ma รจ del Parlamento che rappresenta il popolo italiano.
2) La riforma: quando la stessa ministra per le Riforme confessa che l'avrebbe fatta diversamente, ma bisogna approvarla perchรฉ se ne parla da troppo tempo, non si puรฒ che rimanere esterrefatti. Questo non puรฒ essere un motivo. La Carta non ha una scadenza temporale, รจ nata per durare. Se si cambia, deve essere fatto solo nel modo migliore. E questo non lo รจ.
3) Il Governo e la Riforma: รจ evidente che c'รจ stata una palese e inaccettabile interferenza del governo. Quando approvarono la Carta, De Gasperi prese la parola una sola volta, per l'articolo 7 sui rapporti Stato-Chiesa. Non era la sua Costituzione e non poteva esserlo perchรฉ la Costituzione รจ un Bene Comune di tutti gli italiani.
4) Il Parlamento: la riforma รจ stata votata da un Parlamento eletto sulla base di una legge dichiarata incostituzionale, quindi illegittimo. Non รจ stato sciolto dal precedente Presidente della Repubblica, anche se sarebbe stato meglio, ma il Parlamento avrebbe, coso mai, potuto provvedere agli atti necessari e urgenti, non certo a riscrivere la Carta. Inoltre la Costituzione deve essere modificata con una maggioranza quanto piรน ampia possibile, perchรฉ deve coinvolgere l'intero Parlamento. In questo caso invece รจ stata esigua e risicata e molti voti sono pervenuti dalle fila dei transfughi dai partiti di minoranza.
5) Il Governo: insiste sulla funzionalitร , sulle lungaggini del bicameralismo perfetto. Peccato che in Italia il problema sia un evidente eccesso di leggi, non un deficit. Accelerare il processo legislativo non รจ positivo: si faranno errori non rimediabili. Non devono essere fatte molte nuove leggi, ma lโimportante รจ farle bene.
6) Il risparmio di spesa: demagogia pura. Innanzitutto, non si cambia la Costituzione per motivi finanziari, oltretutto per risparmiare solo qualche euro dato che l'apparato burocratico rimane in piedi. Si dice anche che si risparmi sui compensi ai senatori. Si vedrร se i nominati, non eletti, non avranno qualche compenso aggiuntivo oltre a tutti i rimborsi spesa. Comunque, di sicuro, non รจ un taglio che incide sul bilancio dello Stato.
7) Il nuovo Senato: รจ una camera che, se non รจ proprio legislativa, รจ sicuramente paralegislativa e i cui membri non sono eletti dai cittadini a suffragio universale ma nominati dai consigli regionali, che hanno dato pessima prova di efficienza, coerenza e correttezza. E ancora, come faranno i senatori a svolgere in maniera soddisfacente il loro ruolo e contemporaneamente quello di Consigliere regionale o quello ancora piรน impegnativo di Governatore o di Sindaco?
8) La legge elettorale: la modifica della Costituzione รจ collegata a quel โcapolavoroโ della legge elettorale, il cosiddetto Italicum. Una legge elettorale che fa rimpiangere non solo la legge truffa ma anche la legge Acerbo. Quello della modifica della Costituzione e della modifica della legge elettorale sono stati due percorsi paralleli e collegati per una riforma che non sta bene a nessuno, tranne che a chi vincerร le elezioni che potrร avere in mano il Paese solo con il 23-25 per cento dei voti. Non รจ certo questa la stabilitร che serve al nostro paese.
9) Gli effetti negativi: attraverso questa riforma si intende azzerare tutti gli attuali sistemi di bilanciamento e di equilibrio tra i poteri stessi e, di fatto, legalizzare la liquidazione dei contropoteri che sino ad oggi sono stati utili per frenare lโesercizio del potere.
10) Opinion Leaders: non รจ un caso se tutti i grandi costituzionalisti e la gran parte degli opinionisti si siano schierati contro questa riforma. Nel loro documento, 56 costituzionalisti sottoscrivono infatti di essere fortemente โpreoccupati per il fatto che il testo della riforma โ ascritto ad una iniziativa del Governo โ si presenti ora come risultato raggiunto da una maggioranza (peraltro variabile e ondeggiante) prevalsa nel voto parlamentare (โabbiamo i numeriโ) anzichรฉ come frutto di un consenso maturato fra le forze politiche; e che ora addirittura la sua approvazione referendaria sia presentata agli elettori come decisione determinante ai fini della permanenza o meno in carica di un Governo. La Costituzione, e cosรฌ la sua riforma, sono e debbono essere patrimonio comune il piรน possibile condiviso, non espressione di un indirizzo di governo e risultato del prevalere contingente di alcune forze politiche su altre. La Costituzione non รจ una legge qualsiasi, che persegue obiettivi politici contingenti, legittimamente voluti dalla maggioranza del momento, ma esprime le basi comuni della convivenza civile e politica. Eโ indubbiamente un prodotto โpoliticoโ, ma non della politica contingente, basata sullo scontro senza quartiere fra maggioranza e opposizioni del momento. Ecco perchรฉ anche il modo in cui si giunge ad una riforma investe la stessa โcredibilitร โ della Carta costituzionale e quindi la sua efficaciaโ.
Ruggero Barbetti
Coordinatore per la Toscana di โCostituzione Bene Comune โ Comitato per le Ragioni del Noโ
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