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MAURO CASTALDI da MAURO CASTALDI pubblicato il 28 Maggio 2016 alle 11:15
[COLOR=darkred][SIZE=5]LA “CIURMA” E’ FORTEMENTE INDIGNATA [/SIZE] [/COLOR] A nome del Sindacato che rappresento, ed anche a nome di Dipendenti del Comune di Portoferraio, che non ci stanno proprio ad essere stati definiti una “Ciurma che si è ammutinata gridando: il problema è lui”, parole riportate sul primo numero della rivista l’Almanacco Aethaliano uscita nel mese di maggio 2016, si ritiene opportuno, senza entrare troppo nel dettaglio, di esporre fatti che sono ampiamente documentati e che non sono oggetto di considerazioni personali. E’ stato richiesto un diritto di replica al giornale di cui sopra nei termini di cui all’art. 8 della legge sulla stampa n. 47/1948, ma ci è stato risposto, che possiamo commentare la cosa solo sul loro profilo Facebook ………… Vista la situazione riteniamo necessaria una risposta in questi termini: Sono anni che i Dipendenti del Comune sono in una situazione critica che li vede in perenne agitazione e con una vertenza aperta per veder riconosciuti diritti economici e una serenità lavorativa che non hanno da troppo tempo. E’ sempre tuttora aperta la richiesta per il riconoscimento della simbolica produttività che devono ricevere per gli ultimi due anni che, nonostante i vari incontri alla Prefettura di Livorno, ad oggi non hanno ancora ricevuto: si parla beninteso di pochi euro! Purtroppo ci troviamo di fronte ad un Comune dove, per scelte che non trovano ad oggi più rimedio, il personale è ridotto ai minimi termini, con rapporti dipendente-popolazione tra i più bassi della Nazione. Solo per limitarci all’Elba, “ dando i numeri”, lo schema presentato in occasione del Referendum per il Comune Unico del 2013, vedeva Portoferraio con un numero di dipendenti di 6,25 unità per 1000 abitanti (erano 73 in tutto e ora sono meno), a fronte di una media di 9,38 per l’Elba, con punte fino a 15,71 su altri Comuni. Questo in contrasto con i carichi di lavoro del Comune capoluogo, con inquadramenti economici minimali, ed in perenne agitazione per il riconoscimento di istituti contrattuali modestissimi, a fronte invece dei lauti appannaggi della Dirigenza che, asserisce nell’intervista, di aver raggiunto risultati (obiettivi), con il lavoro e con qualche capacità professionale. E’ bene sottolineare che quando un Dirigente asserisce di raggiungere gli obiettivi è chiaro ed inequivocabile segno che chi ha sotto di lui ha raggiunto i risultati indicati. Curiosamente, e non se ne comprende la ragione, i traguardi raggiunti, sono minimamente erogati ai dipendenti sottoforma di piccolissime briciole. Il personale deve raggiungere gli obiettivi imposti, dei quali, come già detto, non vedrà benefici, ma solo stress e sovraccarico di compiti: di questo non se ne tiene minimamente conto, anzi, nonostante tutto ciò, si usa il termine: “ ciurma che si è ammutinata “ che è notoriamente usato in senso dispregiativo e che lessicalmente vuol dire: marmaglia, gentaglia, moltitudine spregevole ed abietta, rematori schiavi ai remi di una galera (Vocabolario Devoto Oli e altri): ed è questo che vengono considerati. Questi non dovrebbero essere, nella maniera più assoluta, termini che dovrebbe usare un Dirigente, anche in rispetto della dignità delle persone e delle norme di comportamento dei pubblici dirigenti di cui al D.P.R. del 18 aprile 2013 art. 13, che invito i cittadini interessati ad esaminare. Nelle parole del Dott. Luca Donati, riportate nella sua intervista sul primo numero dell’Almanacco Aethaliano, ci si sarebbe aspettato, da un tecnico della sua levatura, una dotta disamina della nuova e complessa contabilità armonizzata, ma, al contrario, il Dirigente si è meramente limitato ad evidenziare la sua attività risolutrice di tutti i mali del Comune, dimenticandosi di precisare che da molti anni fa parte essenziale e determinante della struttura che definisce “inefficiente”. I classici manuali di Management precisano che la capacità dirigenziale non è solo tecnica, data dallo specifico corso di studi e dall’aggiornamento costante, ma anche e soprattutto relazionale, di stimolo, di condivisione, di coinvolgimento, di sostegno e di premialità, cose che contrastano con frasi che affermano di “arrabbiarsi spesso” e di fare “leggendarie sfuriate”, che gli addetti ai lavori conoscono bene. Non si possono pretendere da altri dediti a compiti diversi e con formazione diversa (un architetto, un ingegnere, un giurista, un laureato in lettere, ecc….), adempimenti contabili che si definiscono e sono “complessi ed indigesti”, asserendo, come si legge sulla stampa di questi giorni, della necessità di studiare. Se questa è la vera ratio legis della normativa, fermiamo tutto, ed invitiamo tutti a prendere una seconda laurea in Economia e Commercio e poi ripartiamo, nel frattempo qualcuno farà tutte le altre cose “ secondarie” necessarie in un Comune. Quanto poi ad esternare aspetti di asserite e discutibili scelte interne, vorrei ricordare gli obblighi di un pubblico dipendente..….e mi fermo qui, anche se ci sarebbe ancora molto da dire e cito una frase che ho letto su un manifesto: “ Bisognerebbe fare un lungo esame di coscienza prima di pensare a criticare gli altri”. Dott. Mauro Castaldi – Delegazione trattante di comparto e dirigenza per la UIL Federazione Poteri Locali del Comune di Portoferraio
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