[COLOR=darkblue][SIZE=5]CHIAMIAMO IL 25 APRILE FESTA DELLA LIBERTA', UNA FESTA DI TUTTI [/SIZE] [/COLOR]
Perchรฉ la destra non festeggia il 25 aprile.
Nei giorni scorsi si sono susseguite le polemiche riguardo alla festa piรน controversa del Belpaese, l'anniversario della cosiddetta "vittoria" nella Seconda Guerra Mondiale. Il fatto che l'Italia sia forse l'unico paese al mondo che abbia istituito una festa nazionale nella data di una sconfitta militare giร la dice lunga, rispecchiando la famosa attitudine nazionale alla furbizia, al punto che molti sono tuttora convinti che il paese lo abbiano liberato i partigiani e non le forze di invasione anglo-americane.
Intendiamoci bene, chi il partigiano lo ha fatto sul serio merita il massimo rispetto, ma siccome sappiamo bene quali incredibili delitti e mistificazioni si siano compiuti nel nome della "Resistenza" anche qui sarebbe bene andarci coi piedi di piombo. In altre parole, il 26 aprile 1945 in Italia i partigiani o ex-tali erano diventati milioni, mentre di fascisti non c'era neanche l'ombra.
Qui affonda le radici il primo motivo di astio nei confronti di una ricorrenza che oltre a glorificare molti piรน furbi che eroi, ha assunto da subito i connotati della festa rossa, anche perchรฉ i partigiani di ispirazione cattolica e liberale in nome dell'antifascismo hanno completamente abdicato al loro ruolo fin dall'immediato dopoguerra, consegnando ai loro nemici storici un monopolio di merito che storicamente non ha alcun fondamento.
Nacque cosรฌ la retorica della Resistenza, che ammantรฒ questo movimento militare di per sรฉ meritorio, di un'aura di mito e infallibilitร glorificante, tacciando tutte le voci dissonanti di "revisionismo".
Ma di cosa sia veramente il Revisionismo vogliamo parlare? E soprattutto, un libro come Il sangue dei vinti di Giampaolo Pansa, che cita puntualmente fatti e delitti realmente accaduti e provati, va ascritto a questa disprezzata corrente? Temo di dover dare una risposta affermativa. Se infatti si considera il Revisionismo come il tentativo di ristabilire la veritร storica, spezzando la vecchia egemonia culturale della retorica partigiana, allora l'ex-vicedirettore di Repubblica รจ colpevole; colpevole di rifiutarsi di santificare molti aguzzini che ebbero la fortuna di trovarsi dalla parte giusta, quella dei vincitori, mentre erano efferati assassini.
Ecco, questa รจ la principale ragione per cui la destra non festeggia il 25 aprile. Perchรฉ non รจ mai stata una festa di riconciliazione nazionale, anzi, รจ sempre stata l'occasione per la sinistra (estremista e moderata) di sbeffeggiare gli avversari politici, evocando quell'accusa di fascismo che tutti noi anticomunisti abbiamo dovuto subire mille e mille volte. Nelle aule universitarie, nelle assemblee scolastiche e spesso anche sul posto di lavoro, quando arrivare con sottobraccio il Giornale di Montanelli poteva costarti un pestaggio o una sprangata, o perlomeno una gragnuola di insulti nei giorni piรน fortunati.