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DIPINTI FUORI DEL CARCERE da DIPINTI FUORI DEL CARCERE pubblicato il 11 Aprile 2016 alle 9:21
[COLOR=darkblue][SIZE=4]DIPINTI FUORI DEL CARCERE [/SIZE] [/COLOR] [COLOR=darkblue][SIZE=3] Restauro di alcuni dei quadri provenienti dalla chiesa di San Giacomo al Forte di Porto Azzurro [/SIZE] [/COLOR] Si รจ svolta sabato 9 a Firenze, presso la sede della SACI (Studio Art Centers International) una giornata di studi dal titolo Dipinti fuori dal carcere, sul restauro di alcuni dei quadri provenienti dalla chiesa di San Giacomo al Forte di Porto Azzurro. Lโ€™occasione รจ servita soprattutto per comunicare pubblicamente โ€’ a metร  del percorso โ€’ il grado di avanzamento dei lavori. Comโ€™รจ noto, nellโ€™ottobre 2015, si concluse un accordo tra la Soprintendenza alle Belle Arti di Pisa e Livorno โ€’ competente in quanto i dipinti sono di proprietร  statale โ€’ e la prestigiosa scuola statunitense di formazione al restauro (con sede a Firenze), uniti dallโ€™obiettivo comune di dare inizio al complesso progetto di recupero e valorizzazione di un importante patrimonio artistico elbano, partendo da quattro tra le opere piรน compromesse (su un totale di undici). Il convegno si รจ aperto con il benvenuto del presidente della SACI, Steve Brittan e col saluto del commissario Giulia Perrini, a nome del direttore del penitenziario di Porto Azzurro, Francesco Dโ€™Anselmo. Sono quindi intervenuti Andrea Muzzi, Soprintendente alle Belle Arti per le province di Pisa e Livorno, che si รจ soffermato su alcuni punti nodali della tutela dei beni artistici, soprattutto sulla necessitร  di non disperdere e riportare alla fruizione collettiva anche gli oggetti meno noti o quelli che, come in questo caso, sono rimasti nascosti per un lungo periodo a causa della loro particolarissima collocazione (un istituto penitenziario). A seguire Amedeo Mercurio, storico dellโ€™arte della Soprintendenza responsabile per il territorio elbano, che ha tratteggiato la cronaca del salvataggio dei dipinti โ€’ dalla chiusura della chiesa nel 2005 alla rimozione del 2014 โ€’ inserendola in una piรน ampia prospettiva sul significato storico dei luoghi e delle opere, con alcune ipotesi sulla loro possibile collocazione futura. Infine, Roberta Lapucci, direttrice del gruppo di lavoro impegnato nel restauro, ha svolto unโ€™accurata disamina delle vicende โ€Ÿspagnolescheหฎ che portarono alla fondazione del Forte di Longone e della sua chiesa barocca โ€’ e alla sua conseguente dotazione di dipinti a soggetto sacro, con iconografie ben delineate โ€’ offrendo le prime anticipazioni di una ricerca agli inizi volta a dissipare il mistero che ancora ricopre il nome degli autori dei dipinti. Il convegno รจ poi proseguito nel pomeriggio con gli interventi di carattere tecnico svolti dagli operatori in formazione della SACI impegnati nel restauro. Soprattutto sono stati illustrati i punti di maggior criticitร  del lavoro dovuti alle condizioni di accentuato degrado in cui i dipinti hanno sostato per un periodo lunghissimo, alle prese con un vero e proprio catalogo completo dei maggiori nemici della corretta conservazione dei dipinti su tela (salsedine, infiltrazione di acqua piovana, incursioni di volatili). In conclusione una breve tavola rotonda ha tirato le somme dei lavori rilevando soprattutto la passione con cui i giovani operatori hanno recepito sin dallโ€™inizio il carattere avvincente dellโ€™operazione, ancor piรน perchรฉ li metteva di fronte a oggetti provenienti da un contesto storico cosรฌ diverso da quello nord-americano di provenienza.
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