QUANDO I GIORNALI STRANIERI SI OCCUPANO DELLE RIFORME DI RENZI ร PER DEMOLIRLE, COME FA IL โNEW YORK TIMESโ CON IL JOBS ACT -
โFINANCIAL TIMESโ: โSE L'ITALIA NON ESCE DALLA RECESSIONE ร DIFFICILE CAPIRE COME POSSA RIMANERE NELL' EUROZONAโ
Lโanalisi curata da Catherine Evans รจ impietosa: โDopo la riforma introdotta gradualmente tra gennaio e marzo, i posti di lavoro stabili che erano l' obiettivo principale sono stagnanti, mentre quelli temporanei che il Jobs Act voleva contrastare, continuano a crescereโโฆ -
ยซwow, che penaยป le riforme dell' Italia. Questo รจ il senso, ad esempio, del pezzo di analisi curato da Catherine Evans in collaborazione con la Reuters, uscito l' altroieri sul New York Times con il titolo ยซRenzi' s Jobs Act Isn' t Getting Italy to Workยป; il Jobs Act di Renzi non significa che l' Italia lavora. Il giudizio della Evans รจ a dir poco impietoso: ยซDopo la riforma introdotta gradualmente tra gennaio e marzo, i posti di lavoro stabili che erano l' obiettivo principale sono stagnanti, mentre quelli temporanei che il Jobs Act voleva contrastare, continuano a crescereยป.
Di piรน: ยซIl modesto aumento dell' occupazione complessiva non si deve a posti aggiuntivi creati per i giovani, ma alle riforme delle pensioni introdotte dai governi precedenti, che hanno innalzato l' etร pensionabileยป. In questo caso potrebbe starci bene un ยซwow, che delusioneยป.
Ancora piรน caustico era stato l' economista tedesco Wolfgang Munchau che in un articolo uscito sul Financial Times il 20 novembre scorso aveva letteralmente demolito il Matteo nazionale e uno dei superconsulenti chiamati a Palazzo Chigi per rilanciare il Paese, Yoram Gutgeld. Il pezzo, titolato ยซLa ripresa italiana non รจ quel che sembraยป, faceva polpette della riformite renziana, arrivando a consigliare una terapia shock: ยซSe l' Italia non esce con forza dalla recessione, รจ difficile capire come possa rimanere nell' Eurozona. A un certo punto potrebbe essere un indiscusso interesse del Paese uscire dalla moneta unica e svalutareยป.
E Munchau, all' epoca del pezzo, non poteva ancora conoscere gli ultimi dati macro sullo Stivale che descrivono una situazione di difficoltร , sideralmente lontana dall' ottimismo di maniera sfoggiato dal premier alla Leopolda. I conti pubblici peggiorano: il debito รจ risalito a quota 2.211 miliardi di euro, appena 7 miliardi sotto il record storico di maggio. A impennarsi รจ quello delle amministrazioni centrali, che a ottobre hanno prodotto un rosso aggiuntivo di 20,6 miliardi, mentre quelle locali hanno risparmiato 800 milioni.
Con buona pace di chi vuole smontare quel po' di federalismo che resiste. Tutto ciรฒ mentre le entrate tributarie, nel periodo che va da gennaio a ottobre, sono salite a 318,8 miliardi, 11 in piรน rispetto ai primi dieci mesi 2014. L' Erario incamera piรน soldi ma non bastano a coprire i buchi.
Senza contare gli ultimi numeri di lunedรฌ sul carovita. L' inflazione prevista per il 2015 รจ ferma allo 0,1%. Nulla. E ben 11 grandi cittร si trovano in deflazione: a Bologna, Padova, Palermo, Catania, Perugia, Cagliari, Bari, Verona, Venezia, Modena e Aosta i prezzi anzichรฉ aumentare calano. Se questa รจ la ripresa prodotta dalle riforme del governo, c' รจ da dire: wow, che bufale!