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Schifato da Schifato pubblicato il 13 Dicembre 2015 alle 16:40
Fidi facili e poltrone a pioggia. La bella vita della famiglia Boschi La banca del papร  di Maria Elena ha prestato ai suoi vertici 90 milioni che sono diventati carta straccia Un uomo influente nella Toscana bianca della provincia aretina (feudo della sinistra Dc, confluita in massa nel Pd), un cattolico operoso e determinato (ยซsale sugli alberi per potarliยป) ma ยซsilenziosoยป e ยซriservatoยป, lo descrivono immancabilmente le cronache locali. Quel riserbo impenetrabile Pier Luigi Boschi lo sta osservando anche in questi giorni complicati, con il crack della sua Banca Etruria e la rivolta dei piccoli risparmiatori prosciugati, una grana per il governo dove ministro รจ la figlia Maria Elena. Cortesi ยซno grazieยป alle richieste dei cronisti appostati sotto casa a Laterina, silenzio pudico davanti alle domande che perรฒ restano. Non solo perchรฉ papร  Boschi ha amministrato Banca Etruria dall'aprile 2011 fino al commissariamento per bancarotta, prima da consigliere di amministrazione - componente del Comitato controllo e rischi e poi del Comitato esecutivo -, e infine promosso vicepresidente dieci settimane dopo la nomina della figlia a ministro. Ma anche perchรฉ in quella banca, da almeno un decennio, vigeva una particolare usanza che riguarda proprio i suoi amministratori. I quali, in base a questa prassi consolidata, godevano del privilegio di poter ottenere dalla banca affidamenti anche per importi considerevoli (fino a 20 milioni a testa, raccontano rumors aretini mai smentiti), per se stessi o per societร  a loro collegate. Un generoso plafond a disposizione dei vertici, con i complimenti della banca e degli ignari risparmiatori. E tutti i consiglieri di Banca Etruria avevano contemporaneamente altre poltrone in altre societร , magari interessate ad un prestito a tasso amichevole da Banca Etruria. A partire da Pier Luigi Boschi, amministratore di quattordici altre aziende, soprattutto agricole ma non solo. Per alcuni, come l'ex presidente Lorenzo Rosi e l'ex consigliere Luciano Nataloni, sono stati gli ispettori di Bankitalia a mettere nero su bianco gli ยซinteressiยป in diversi finanziamenti della banca da loro stessi amministrata. Due gocce nel mare di ยซ198 posizioni di fido per un importo totale di 185 milioniยป che riguarda 13 ex amministratori e 5 sindaci della banca: di fatto prestavano i soldi a loro stessi. Non si conoscono gli altri nomi, e i documenti societari relativi a Banca Etruria sono inaccessibili sul web.A rendere ancora piรน incredibile il groviglio di interessi tra la banca aretina e i suoi vertici, c'รจ un dato, riportato dal Sole24Ore, che riguarda ancora i prestiti a loro concessi. Ovvero ben 90 milioni di euro affidati da Banca Etruria ai suoi stessi amministratori sono finiti tra i prestiti in incaglio o in sofferenza. E chi lavorava come manager proprio nell'ufficio incagli di Banca Etruria, la banca che perdeva soldi prestandoli al suo Cda? Emanuele Boschi, il fratello del ministro, l'altro figlio di Pier Luigi, vicepresidente della banca finita al collasso. Un groviglio poco armonioso. Come dire: senza limiti alla vergogna.
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