[COLOR=green][SIZE=5] PERCHEโ, ALLโ ELBA SI ABBATTONO PINI E SI COSTRUISCONO GABBIONI ? [/SIZE] [/COLOR]
G.Muti
La prima cosa che colpisce, in questa storia del taglio dei pini รจ che negli ultimi 15 anni, ha coinvolto diverse amministrazioni. Come se si trattasse di unโ avversione politicamente trasversale, verso le piante , e in particolare verso i pini.
Iniziรฒ Porto Azzuro con l'abbattimento dei platani di piazza Matteotti; poi Portoferraio con pini di via Ninci e Marina di Campo con quelli del viale d'ingresso al paese.
Intanto, รจ curioso che le vittime siano sopratutto pini che, per noi toscani, insieme al cipresso, rappresentano una parte integrante del complesso mondo simbolico della nostra cultura e della nostra identitร
Allโestero, se si pensa ai pini si vede lโItalia. A Roma ce ne sono molti. Al fascino dei pini non sono sfuggiti gli artisti. Per rimanere solo alla musica, si va dalla popolare: โPino solitario ascolta son venuto per parlarti ancorโ , che spargeva malinconia sulle rovine di un Italia distrutta dalla guerra, al celebre brano di Ottorino Respighi dedicato ai pini di Roma. Insomma, i nostri sindaci dovrebbero capire che un pino non un leccio. Tra i milioni di straneri venuti allโElba negli ultimi anni, non se ne troverebbe uno dโaccordo con il progetto del sindaco di Marina di Campo di eliminare altri pini
Detto questo , รจ anche vero che, a volte, creano problemi. Cosa si puรฒ fare quando un elemento cosรฌ importante dell'identitร del nostro ambiente ti spacca le strade o costituisce un pericolo ?
La cosa piรน semplice, sembra che dicano i nostri sindaci, รจ quella di eliminarli: la natura, penseranno, deve essere in funzione delle necessitร dell'uomo e non il contrario. Il sindaco non รจ un giardiniere, quindi non cura la natura , ma , se serve, la combatte.
Proprio come farebbe un contadino che non pensa due volte a tagliare il ramo di un albero che gli attraversa il cammino. Lui che, abituato a contendere gli spazi alla natura invadente, non ci pensa due volte. Chi vive in cittaโ, invece, avrebbe dei dubbi perchรฉ subisce il fascino della natura e anche della sua sacralitร . Non a caso l'ambientalismo, soprattutto quello piรน estremo , รจ fenomeno urbano. Noi all'Elba , sindaci compresi ,siamo intrisi di cultura contadina. I giovani che giocherellano con le chiavi dellโauto, ricordano i loro nonni quando lo facevano con le chiavi del pollaio.
E a proposito di pollai, mi viene in mente che lโemergere del nostro DNA contadino non avviene solo dalla disinvoltura con cui tagliamo le piante, ma anche dalla nostra insopprimibile mania di costruire pollai.
Potrร sembrare strano, ma il pollaio , nel mondo contadino, ha il posto che ha la cupola nellโarchitettura rinascimentale. Certo , non va visto come un contenitore di galline, ma nel suo valore simbolico di luogo messo in sicurezza da pericoli esterni ( faine, mardole , gatti, randagi e ladri di polli ecc ) Nella nostra societร le nuove faine, mardole, e randagi vari sono in blu jeans e li vediamo come un pericolo.
A Portoferraio negli ultimi 25 anni sono stati ingabbiati gli spazi piรน belli e significativi: Il Forte Falcone, il Forte stella, la Linguella, la spiaggia del Cantierino, il sito archeologico de Le Grotte, e ultimo, e forse il piรน clamoroso, il Forte inglese .( Unica fortezza in Europa ad essere protetta da uno ringhiera metallica). Ci fu anche un tentativo di ingabbiare il porto di Portoferraio ma poi andato fallito
Noi elbani continuiamo a costruire gabbioni ed abbattere alberi. A Portoferraio in questi giorni sono stati abbattuti due giganteschi platani vicino alla Coop. Tutti dโaccordo. Un fatto incredibile.
Che dire? Forse per colpa del turismo siamo cresciuti troppo in fretta. Dobbiamo farcene una ragione. Comunque, qualche segnale importante cโรจ.
Per esempio lโimpegno commovente con cui Carlo Gasparri ci spiega cosa puรฒ rappresentare un vecchio albero con la sua storia che spesso si fonde con quella della comunitร .
E allora si capisce che abbatterlo sarebbe come ucciderlo!