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17/10/2015 Il Tirreno Livorno
Secondo il pm Eugenio Porfido avrebbe usato la macchina per spostarsi anche al di fuori degli impegni istituzionali, l’ipotesi è quella di peculato.
«Viaggi per sé in auto blu» Indagato l’ex direttore Asl
Silenzio. È quello che arriva dai vertici dell’Asl 6 di Livorno. Nessun commento, nessun comunicato ufficiale in merito all’inchiesta che riguarda il presunto peculato da parte dell’ex direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Livorno, Eugenio Porfido, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2015. Nemmeno la classica
frase di circostanza: «Siamo sereni, aspettiamo con fiducia l’esito delle indagini, ma abbiamo piena fiducia nella magistratura». Al momento non risulta nemmeno alcun provvedimento di sospensione o auto
sospensione dall’incarico da parte del diretto interessato, oggi vice commissario dell’Asl 6 all’interno dell’Area Vasta che comprende l’ Asl 1 di Massa e Carrara, Asl 2 di Lucca, Asl 5 di Pisa, Asl 6 di Livorno, Asl 12 della Versilia e di cui commissaria è la dottoressa Maria Teresa De Lauretis.di Federico Lazzotti wLIVORNO L’ex numero uno dell’Asl 6 di Livorno, oggi vice commissario della stessa azienda ospedaliera, è indagato dalla Procura della Repubblica di Livorno con l’accusa di peculato. È questo l’ultimo terremoto amministrativo che
da ieri scuote il mondo della sanità livornese e non solo. Dopo mesi di indiscrezioni, mezze parole e lettere anonime recapitate nelle redazioni dei giornali, ieri il procuratore capo Francesco De Leo ha confermato
l’esistenza di un fascicolo penale che riguarda Eugenio Porfido, 59 anni, bergamasco di nascita, laureato nel 1983 all’Università di Milano, è in Toscana dal 2008 quando venne nominato dall’attuale presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, allora assessore alla Sanità, come direttore generale dell’Asl 11 di Empoli. Al centro dell’indagine aperta ad agosto in via Falcone e Borsellino, l’utilizzo da parte Porfido dell’auto “blu” di proprietà della Regione e in dotazione all’Azienda ospedaliera livornese di cui fino a luglio di quest’anno è stato direttore generale. Un’inchiesta, quella coordinata dal pubblico ministero Daniele Rosa, che in questi primi mesi di accertamenti ha cercato di muoversi a fari spenti nel tentativo di trovare conferme alle varie denunce anonime arrivate a palazzo di Giustizia nei mesi precedenti. Secondo la denuncia, Porfido, a Livorno dal giugno 2013 quando sostituì Monica Calamai, ha viaggiato tra Empoli (dove ancora vive) e Livorno con
l’auto aziendale e spesso accompagnato dall’autista. Tutto è la tesi accusatoria senza però averne diritto.
C’è di più. Gli investigatori stanno verificando anche l’utilizzo di un altro mezzo, sempre in dotazione all’Asl 6, che lo stesso direttore generale ha usato per muoversi tra la Toscana e la Lombardia, in particolare nella zona del bergamasco dove vive ancora la famiglia. Ecco perché gli inquirenti stanno cercando riscontri: ricevute del
Telepass, il pagamento della benzina comparato con il chilometraggio delle auto, oltre ad ascoltare le persone, molte di queste dipendenti pubbliche informate sui fatti. Un quadro probatorio che se venisse
confermato in toto, o in parte, farebbe scattare parallelamente anche un segnalazione alla Corte dei Conti che valuterebbe l’eventuale danno erariale. Nell’inchiesta, la prima mossa della polizia giudiziaria è stata quella di acquisire il contratto firmato nel 2013 tra Porfido e la Regione Toscana. È dentro a quelle carte che la Procura sta accertando se e con quale modalità l’ex direttore generale aveva, e se aveva, il diritto di utilizzare l’auto aziendale e attraverso quali modalità. Ma gli inquirenti stanno anche valutando la posizione di altri
dipendenti dell’Asl 6, soprattutto quelli che avrebbero dovuto controllare la correttezza e la bontà con la quale veniva usata la macchina blu e, nel caso, chiedere conto di un possibile uso non conforme al contratto.
Da parte dell’Asl 6 e del diretto interessato, come spieghiamo nel box sotto, non è arrivata nessuna dichiarazione. Porfido potrebbe però parlare e chiarire la propria posizione davanti agli investigatori quando
sarà convocato e gli verrà chiesto di giustificare spostamenti, viaggi e spese. Tutte voci finite tra le uscite della Sanità pubblica regionale e quindi sulle spalle di tutti i contribuenti e sulle quali la Procura vuole vederci chiaro. @fedelazzotti