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G. Muti da G. Muti pubblicato il 8 Ottobre 2015 alle 21:57
"LO SPECCHIO DEL CORPO E LA FINESTRA SUL MONDO"di G. Muti Ho letto lโ€™ultimo libro di Luigi Cignoni dal titolo โ€œLO SPECCHIO DEL CORPOโ€. Un libro di gradevole lettura, anche se non poche pagine sono piuttosto impegnative: lโ€™autore approfondisce alcuni temi che riguardano il corpo, il suo degradarsi nel tempo, ma anche il suo essere strumento attraverso il quale entriamo in contatto con il mondo, con la realtร  piรน vicina e quindi con noi stessi. Ho trovato molti spunti di riflessione. Per esempio, in un racconto che ricostruisce episodi della sua infanzia, ci racconta di sua zia che passava molto tempo alla finestra da dove entrava in contatto con lโ€™ambiente e con lo scorrere della vita paesana. E questo, secondo me, non รจ solo un ricordo che rimanda ad unโ€™abitudine di un tempo dove la finestra era il prolungamento naturale dello spazio interno sul vicinato dove le donne, con le borse in mano, parlavano o spettegolavano con le altre che tendevano i panni ai fili della finestra. Qui la finestra ha un valore simbolico. Troviamo molti esempi nella letteratura europea 800 โ€“ 900 dove viene utilizzata come metafora di una specie di confine invisibile che divide il mondo privato dal mondo esterno: concreto, protetto e chiuso il primo e immenso, luminoso e pieno di sogni e speranza il secondo. Sono molti gli scrittori che a questo tema hanno dedicato addirittura delle opere. Tra i piรน interessanti รจ certamente Kate Chopin che scrisse โ€œSTORIA DI UNโ€™ ORAโ€ che racconta come una donna malata di cuore, appresa la morte del marito, cerca rifugio nella finestra e vi trova serenitร  e dopo, addirittura, felicitร . Quando dopo unโ€™ora il marito, che non era morto, gli appare sulla porta, lei muore sul colpo. Non si sa se dalla sorpresa o dal dispiacere. Questo spiegherebbe perchรฉ รจ considerata una anticipatrice del femminismo. Ma, a parte lei, almeno secondo me, gli esempi migliori li troviamo nella letteratura francese con opere che si ripetono addirittura nei titoli. Abbiamo โ€œLES FENETRESโ€ di Apollinaire, quelle di Mallarmeโ€™ e poi LA FENETRE di Baudelaire, ma soprattutto Flobert che in Madame Bovary la utilizza nei momenti chiave della narrazione. Non si contano i punti nel romanzo dove la finestra si presenta come elemento simbolico: come quando Emma si allontana da una festa di aristocratici per mettersi alla finestra con uno scialle sulle spalle a guardare le nuvole: nulla, nella realtร , era comparabile alla suo inesauribile voglia di sognare. La finestra, per lei, รจ invito alla speranza quando si apre per annunciare il suo matrimonio, ma puรฒ essere minacciosa quando disperata la vede come un invito al suicidio. E infine, quando Emma รจ morente, si ode un canto, come un commento tragico, che arriva dalla finestra. Ma tornando al testo di Cignoni lโ€™interesse sta nellโ€™avere introdotto un elemento che fa assumere un nuovo significato simbolico alla finestra: questa volta a guardare fuori non รจ una donna che sogna , o รจ disperata, ma รจ un bambino. Per distrarlo e aiutarlo a mangiare, mia zia - racconta Cignoni - appoggiava una tazza di caffรจ sul davanzale e poi mostrava le modifiche che il paesaggio aveva avuto nel tempo . โ€œ Vedi quella collina, prima non era cosi come la vedi ora, era diversaโ€ e gli raccontata comโ€™era prima e perchรฉ. Il bimbo cosรฌ veniva sottoposto ad un esercizio su come ci si deve avvicinare alle cose. La finestra dalla quale un bambino apprende come guardare il mondo rappresenta qualcosa di nuovo.Non รจ la finestra di Baudelaire che vede da fuori una donna anziana che guarda allโ€™esterno e ne immagina il dramma e si commuove fino alle lacrime. Neโ€™ quella di Apollineaire che nel suo estremo esasperato simbolismo la immagina come unโ€™arancia che si apre per liberare dallโ€™interno il frutto che altro non รจ che luce pura. Ne โ€˜ tantomeno quella di Mallarmeโ€™ chiusa di un ospizio dove sogna di fuggire volando con unโ€™unica ala senza penne e sapendo di cadere nellโ€™eterno. In questo caso, la finestra non solo si affaccia semplicemente sulla realtร , come quelle in Madame Bovary, ma anche su ciรฒ che va oltre e che viene spiegata ad un bambino e che dovrร  ricostruirla mentalmente sovrapponendo quello che si sa a quello che si vede. E in questo caso la finestra non รจ solo apertura sul mondo, ma una specie di ingresso in un percorso invisibile che muovendosi nel tempo e nello spazio ricostruisce una realtร  diversa che va oltre ciรฒ vediamo. La finestra quindi come apertura critica e profonda sulla realtร . Naturalmente la finestra รจ presente con la sua carica simbolica nella pittura e nel cinema.Ma questo ci porterebbe troppo lontano. Voglio solo aggiungere che da quel periodo son passati molti anni e zie che alla finestra insegnino a un bambino come deve essere letto il mondo, se esistono, saranno rare. I bambini, oggi, fissano a testa bassa quella del telefonino , con un orizzonte di 4 centimetri e non รจ la stessa cosa. Eโ€™ invece aumentato in modo preoccupante il numero di finestre,(windows) . Quelle degli Smartphon a quelle del nostro computer traverso le quali comunichiamo con il resto del mondo. La lunghezza di queste queste osservazioni ( digressioni) sul significato simbolico della finestra -e altre che potevano esser fatte a partire da altri spunti- รจ la prova di come il libro di Cignoni sia molto, ma molto stimolante.
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