Al Sindaco di Portoferraio Arch. Mario Ferrari
Al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.
AllโAssessore Regionale alla salute Dottoressa Saccardi.
Al Vice Commissario ASL 6 Dott. Eugenio Porfido
Sono passati ormai dieci mesi da quando nostro padre, Arnaldi Roberto, รจ ricorso alle cure dellโospedale di Portoferraio e ricoverato nel reparto chirurgico per una โbanale occlusione intestinaleโ e portato in sala operatoria per un โintervento di 30 minutiโ; queste furono le rassicuranti parole del medico allora in turno. Abbiamo appreso in seguito che lโocclusione intestinale non รจ una diagnosi, ma solo il sintomo di problemi sanitari di piรน svariata natura, e che possono essere anche molto gravi. Dopo sette ore di intervento chirurgico, al posto dei trenta rassicuranti minuti dichiarati, eseguito da tre chirurghi di cui uno chiamato dal proprio domicilio dopo alcune ore che nostro padre era in sala operatoria, ci venne riferito che era stato asportato 1m e 80cm di intestino per โblocco intestinaleโ causato dal fatto che nostro padre โnon aveva masticato bene lโinsalata!โ. Fummo rassicurati circa lโesito dellโintervento! e ci venne chiesto di procurarci una pancera per alzarlo dal letto tra qualche giorno! Dopo una notte di dolori lancinanti senza che nessun medico abbia visitato nostro padre, al quale solo telefonicamente fu programmata una dose maggiore di morfina da infondere attraverso una flebo, la mattina seguente dalla ferita chirurgica cominciรฒ a fuoriuscire un liquame nerastro che solo in seguito ci fu comunicato essere materiale fecale.
A questo punto essendo presente uno stato preagonico, nostro padre fu intubato e trasferito tramite elicottero nel reparto chirurgico di Piombino, dove i sanitari, constatata la gravitร del paziente e la presenza di feci nel sacchetto di drenaggio, lo hanno operato nuovamente. Ci รจ stato poi riferito che non era stato possibile risolvere il problema, e che nostro padre non avrebbe superato la notte perchรฉ il cosiddetto blocco intestinale era legato ad una occlusione arteriosa che aveva provocato la morte di una estesa parte di intestino, e comunque sarebbe stato opportuna unโautopsia per redimere ogni dubbio. Nostro padre cessava di vivere dopo poche ore dal secondo intervento che abbiamo saputo essere stato solo una esplorazione a fini diagnostici.
Da allora sono passati 10 mesi, e nonostante il problema sia stato posto allโattenzione dellโautoritร giudiziaria, e nostro padre sottoposto ad esame autoptico al quale hanno assistito un consulente di parte nominato dallโASL, un consulente nominato dai medici del reparto chirurgico di Portoferraio e un consulente da noi nominato, da allora non abbiamo avuto piรน alcun notizia.
Il tempo non lenirร il nostro dolore nรฉ la nostra determinazione per venire a conoscenza della veritร in tema di diagnosi e prestazioni eseguite, ed in attesa di un intervento chiarificatore porgiamo distinti saluti
La famiglia di Roberto Arnaldi.