DEREGULATION
Il ddl Madia sul silenzio-assenso tra pubbliche amministrazioni ricorda tanto quella storiella dell'ubriaco che, perse le chiavi, si aggira disperato sotto un lampione per ritrovarle e ad un passante premuroso che per aiutarlo gli chiede dove le avesse perdute risponde candidamente: "Le ho perse laggiรน, ma le cerco qui perchรฉ qui c'รจ la luce". Se "l'obiettivo รจ costringere le amministrazioni a prendersi la responsabilitร delle proprie decisioni", come candidamente ci ripete il ministro, perchรฉ non intervenire potenziando e riorganizzando gli uffici? Oppure perchรฉ, se ci sono dirigenti che non si prendono la responsabilitร di firmare gli atti, non si fissano i tempi oltre i quali i responsabili sono chiamati a risponderne?
E, soprattutto, perchรฉ mai, in assenza di penalitร , la possibilitร del silenzio dovrebbe alzare il livello di responsabilitร della PA piuttosto che accrescere la deresponsabilizzazione, come succederร in quelle amministrazioni che giร oggi non riescono ad intervenire? Il risultato, caro ministro, sarร che a pagare quel silenzio, che aumenterร , perchรฉ nulla รจ previsto per penalizzarlo, saranno l'ambiente, la salute dei cittadini, il paesaggio ed i beni culturali.
Diciamo le cose come stanno: il governo Renzi sta portando a casa la deregulation che fallรฌ a Berlusconi, il quale mirava al de-potenziamento del sistema pubblico dei controlli ambientali e della prevenzione sanitaria, e alla contestuale rimozione del ruolo delle Soprintendenze nelle aree soggette ai vincoli del Codice dei Beni culturali. Altro che riforma! Se poi aggiungiamo l'accorpamento nelle forze di polizia del Corpo forestale dello Stato e delle Capitanerie di porto nella Marina militare, si capisce che l'intento vero รจ eliminare i controlli, anche depotenziando gli effetti della nuova legge sugli ecoreati.