Ho fatto un sogno strano stanotte. Ero a passeggio con mio nonno Umberto , come tante volte ho fatto da piccino. Io avevo un grande cappotto che mi arrivava ai piedi, mentre lui col suo fisico da muratore era in camicia bianca, e aveva la solita ms senza filtro, mentre io avevo un gelato che piano piano mi colava sul bavero del cappotto. Dopo aver guardato il mare, pulitissimo e senza yacht della darsena medicea, ci siamo seduti su una panchina in legno della Calata, e abbiamo guardato verso il Volterraio . Intorno a noi poche macchine , qualche bici , nessun rumoreโฆ.Nessuna siepe mal tagliata a impedirci il panorama, nessun trenino elettrico, le fortezze con tutti i cancelli aperti, le strade pulite, la piazza viva come se fossimo a Roma, dove lui aveva fatto la guerra. Era stato anche in Abissinia, e mi disse che perfino da loro la gente era piuโallegra che da noi.Nessuno litigava per una poltrona, per un parcheggio, per un poโdi voti . Mi portoโa vedere il porto, dove lโAethalia stava per arrivare , ed era sempre un avvenimento. E come si vedeva bene senza i gabbioni che ci sono oggi , con il molo cosiโlibero che ogni tanto mi ci portava anche a vedere gli altri ragazzi piuโgrandi che ci giocavano a pallone, mentre aspettavamo di andare a vedere lโallenamento dellโAudace, per vedere quanti palleggi faceva Pechino.
Chissaโse oggi nonno avrebbe voglia di passeggiare per Portoferraio, per le sue stradine abbandonate, attraverso i suoi uffici tutti chiusi e trasferiti , senza piuโle tante vetrine colorate che ci facevano fermare ogni minuto, dove io mi ci attaccavo con le mani, mentre lui aveva furia di tornare a casa, percheโera pronta la polenta , il suo piatto preferito.
Oggi lui non cโรจ piuโโฆ.ma non cโรจ piuโneanche quella Portoferraioโฆresta solo un sogno, dal quale purtroppo mi sono giaโsvegliato โฆโฆ