[COLOR=darkred][SIZE=4] PERIA, LEGAMBIENTE E LA VERITA’ SUL PARCHEGGIO DI CAPO BIANCO [/SIZE] [/COLOR]
di G.Muti
Premetto che conosco bene la vicenda del parcheggio di Capo Bianco.
Credevo che fosse pubblico e sono rimasto sorpreso quando ho letto che tutto lo spazio, non solo quello ricavato sistemando dei gradoni, era proprietà privata.
Gli interventi di Italia Nostra e di Legambiente mi erano sembrati le solite denunce di queste associazioni, che a volte sono anche di qualche utilità. Da quando i maschi hanno lasciato tutto al gentil sesso alla direzione delle associazioni ambientaliste, lo sguardo sull’ambiente è diventato quello della donzelletta che vien dalla campagna. Niente più cinghiali, rospi smeraldini e passere scopaiole, ma fiori e farfalle delle dune. Per cui ho pensato che questo intervento fosse il prodotto sgualcito e fuori misura di questa sensibilità femminile.
Ma con l’intervento di Roberto Peria, per dieci anni sindaco del capoluogo elbano, e di Enrico Cioni, il più importante imprenditore turistico ebano e uno dei primi a livello nazionale, il caso diventa interessante.
Leggendo attentamente l’intervento di Peria si è portati a dargli ragione sul fatto che che l’amministrazione poteva intervenire a suo tempo “semplicemente acquisendo il terreno al pubblico patrimonio”. Cioè, fare di quello spazio un parcheggio pubblico.
Come è possibile che a quel sindaco sia sfuggito che il possesso di quel terreno condiziona in modo determinante il godimento di una spiaggia tra le più belle nel mondo?
Come ha fatto questo sindaco a non vedere una cosa simile?
La spiegazione sorprendente arriva nella risposta maschia e affilata di Cioni. Che ci rivela che il Sindaco era proprio lui, Roberto Peria. E non si limita a questo, gli rimprovera di non averlo fatto e di avere sperperato il denaro pubblico - che poteva essere utilizzato per acquisire il terreno- in scempi come la Gattaia.
Come è possibile che Il Vicesindaco di Pescia abbia dimenticato che è stato il sindaco del capoluogo elbano negli ultimi dieci anni? Come si spiega?
Forse dal fatto che il post è stato pubblicato su Facebook e quindi buttato giù con una certa di leggerezza. Puo succedere. Deve essere così perché, oltre a questo, vi è una seconda osservazione che lascia perplessi.
Vediamo. Il Comune, in un primo tempo, aveva chiuso la parte superiore il parcheggio e poi, per la la situazione che si era venuta a creare con gli automobilisti, lo ha riaperto. Peria sostiene che, essendoci, nel parcheggio, delle parti abusive, gli automobilisti non dovrebbero pagare. Cioè, non è contro la riapertura, ma contro il pagamento del servizio da parte degli utenti.
Dice testualmente: “ quale legge della repubblica italiana consente di fare un uso economico di un'opera abusiva?
Semmai Peria dovrebbe dire quale legge italiana proibisce l’apertura di una struttura (anche se abusiva) qualora, per una stato di pubblica necessità, un sindaco decidesse di riaprirla?
In questo caso, le parti della struttura rimangono abusive ma non il loro utilizzo. E non può essere che così Altrimenti ci dovrebbe essere una legge che permettesse ad un comune di imporre a qualcuno di dare un servizio gratis .E questo non è possibile.
Bisogna poi aggiungere che il pagamento di un servizio non entra come elemento determinate nella concessione che lo autorizza. Un ristoratore, una volta avuta la licenza, potrebbe decidere di dare pasti gratis e il comune non potrebbe opporsi.
Se si rimane perplessi che queste affermazioni vengano da un politico navigato come l’ex sindaco di Portoferraio, si rimane senza parole leggendo l’ultimo intervento, sempre sullo stesso tema, di un’associazione importante come Legambiente.
Gli argomenti, il modo come sono esposti e le affermazioni lasciano pensare ad un intervento scritto da chi non conosce il problema.
Infatti, si afferma che: ”la sanatoria temporanea del parcheggio Capo Bianco ( che riguarda - ricordiamolo - solo una parte dei lavori fatti sui gradoni) ha “trasformato in una chiusura anche del parcheggio sottostante fino allo scorso anno accessibile liberamente nelle ore serali, . . . . impedendo di fatto ai residenti e agli ospiti l'accesso ad una delle spiagge più frequentate e conosciute”.
E questo è falso.
La vicenda della sanatoria (su una parte limitata) non ha nulla a che vedere con il parcheggio sottostante e quindi non avrebbe potuto, in alcun modo, provocarne la chiusura.
Questo parcheggio vi è sempre stato ed era gestito, a pagamento, da una cooperativa. L’unica differenza è che adesso è gestito direttamente dal proprietario del terreno il quale ha deciso di riorganizzarne il servizio. E come in qualsiasi attività dove gi sono dei dipendenti, vi è un orario di apertura ed uno di chiusura. Al di fuori di questi orari le macchine non posso accedere. Per cui chi vuol raggiungere il mare lo può fare a piedi passando attraverso i varchi regolamentari.
Rimane un ultimo punto: perché si chiude l’accesso alla auto durante la chiusura (ore notturne) mentre prima rimaneva aperto? Semplicemente per ragioni di sicurezza: se uno subisce un incidente su un terreno privato ne risponde la proprietà. E per ragioni igieniche. Ogni mattina il piazzale doveva essere ripulito da tutto ciò che veniva gettato fuori dai finestrini delle macchine appartate. La pulizia e il decoro di un luogo sono importanti, nessuno meglio di Legambiente dovrebbe capirlo. Visto che, spesso e meritoriamente, organizza squadre di volontari in maglie gialle per ripulire le spiagge vittime dell’inciviltà di alcuni frequentatori.
Questo è quello che ho appreso semplicemente informandomi. E questo lo può fare chiunque, Legambiente compresa.