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Giovanni Muti ( Il Monello) da Giovanni Muti ( Il Monello) pubblicato il 15 Giugno 2015 alle 8:21
[COLOR=darkred][SIZE=4]TOZZI I SINDACI E IL “ GORILLAIO” [/SIZE] [/COLOR] di G.Muti In un’ intervista rilasciata a Tenews, l’ex presidente del Parco MarioTozzi se la prende con i sindaci dell’Elba che a grande maggioranza si erano espressi contro il rinnovo della carica all’attuale direttore del Parco. Carica poi riconfermata. Dice Tozzi: “ I sindaci dell’Isola d’Elba non perdono occasione per ricordare al mondo come un’isola di 30mila abitanti con otto comuni dovrebbe essere ridotta d’ufficio, anzi d’imperio, a Comune Unico. Non capisco questo tentativo di ingerenza in questioni che non li riguardano e in più per un ruolo meramente amministrativo e non politico come quello direttore . Per definire questa situazione tipicamente elbana conclude dicendo di voler utilizzare il termine “Gorillaio” coniato dal suo predecessore Beppe Tanelli E’ difficile dare torto a Tozzi quando dice che il Parco non riguarda i sindaci elbani. Sono 20 anni che se ne discute e, a loro, non è ancora entrata in testa una verità incontestabile: con l’istituzione del Parco metà del territorio elbano è stato espropriato agli elbani ed è gestito direttamente da Roma La difficoltà dei sindaci a capirlo legittimano, in qualche modo, le uscite offensive di Tozzi il quale aveva già usato toni simili altre occasioni . Esiste, infatti, un precedente molto significativo Nel 2008 nella sua veste di presidente del Parco aveva scritto sul giornale ambientalista Greenreport” : “il concetto di sviluppo sostenibile è ormai superato. Non c’è più sviluppo che sia sostenibile, sul pianeta. L’unica cosa che potremmo fare per avere un impatto sostenibile sulle risorse sarebbe tornare indietro” E allora, che cosa dovrebbe fare l’ente parco, se non ridurre i flussi? Che spazio di mediazione c’è» Naturalmente Tozzi , anche qui, aveva ragione perché il Parco non era nato per difendere l’Elba dai cardellini , dal gabbiano corso o dal rospo smeraldino, ma dal turismo di massa che, secondo gli ambientalisti, degrada l’ambiente. Era quindi prevedibile che prima o poi un presidente del Parco lo avrebbe detto a chiare note. (E fu infatti previsto e scritto nell’opuscolo “Elba una Colonia fin dal 1996 ma i sindaci elbani e di dirigenti Pds dormivano) Ma ai sindaci dell’Elba non piacque e così, qualche giorno dopo, nella sala della provincia a Portoferraio i sindaci Peria, Logi, Schezzini, Guarente di Capraia gli organizzano una specie di processo. Tozzi seduto al tavolo appare nervoso, ha la barba lunga, gli occhi arrossati di chi esce da una notte insonne; solo la basetta a virgola da ballerino di tango testimonia un residuo di strafottenza. Quando si appresta a rispondere appare improvvisamente rinfrancato e sorride ironico. Si guarda intorno come un insegnante che guarda una classe di ritardati mentali e dice: “Faccio un'autocritica: a volte, parlo non come presidente del Parco ma come studioso di ecologia, che è una scienza. Una cosa seria che si studia negli atenei. Quello che dico ha l’oggettività delle affermazioni scientifiche. Quando io parlo da scienziato, perché sono uno scienziato, voi che cosa potete contestare?. . . . Silenzio in aula (tradotto: “Perché io so’ io e voi nun sète un cazzo”!) Cioè voi ignoranti come Gorilla come fate a rispondermi se non avete i mezzi per capirmi? E qui veniamo alla storia del “Gorillaio”. Per il prof. Giuseppe Tanelli, Beppe per gli ambientalisti , il termine “Gorillaio” suggeriva solo un gruppo di persone che si agitavano e facevano un gran casino senza un minimo di razionalità. Il termine piacque agli ambientalisti locali che, lo utilizzarono nella sua accezione letterale per indicare la sub umanità di coloro che non volevano il Parco. Diciamo il 85 per cento degli elbani. Ecco perché è corretto dire che il termine è offensivo per l’intera popolazione elbana. Il termine "gorilla" è entrato nella storia del razzismo ritagliandosi uno spazio importante, soprattutto in America dove l’offesa più dura per un nero era quando un bianco lo chiamava, appunto, “monkey “. Per capirne bene il significato bisogna ricordare che i molti fondamentalisti religiosi che facevano parte del KluK kluk Klan non credevano nella teoria della evoluzione della specie: l’uomo bianco non poteva derivare da una scimmia . L’uomo nero si, perché non era un uomo. Ora bisogna dire che non possiamo accusare gli ambientalisti elbani di essere dei razzisti, perché non è vero. Il fatto che si siano fatti affascinare da questa espressione indica semmai i limiti dei loro orizzonti culturali. Quando l’espressione la usa Tozzi invece , essendo uno scienziato, ( parole sue ) non ha scuse.
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