«Quei bus del Ctt non idonei al trasporto» Sicurezza a rischio, la procura indaga 12 persone
Livorno, l’inchiesta dalla Procura: c’è anche l’ipotesi di associazione per delinquere
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LIVORNO. L’ultima manovra dell’inchiesta della Procura è stato il sequestro di altri quattro mezzi di Ctt (con questi si arriva a dieci) considerati «non idonei al trasporto pubblico». Ma quello di ieri è solo lo scontro frontale, non certo finale, che ha avuto più conseguenze all’interno dell’inchiesta che da oltre un anno la Procura sta portando avanti per verificare le condizioni di sicurezza a bordo dei mezzi di linea che percorrono le strade della provincia di Livorno.
Dalle prime indiscrezioni che trapelano dagli investigatori, sarebbero una dozzina le persone già iscritte a vario titolo nel registro degli indagati, ma suoi nomi, almeno per adesso, la Procura è abbottonatissima. «Nessuno dei nostri dipendenti a quanto sappiamo è per il momento coinvolto», spiegano dai vertici di Ctt. Ma se possibile, ciò che ad oggi è più importante sapere, soprattutto vista la rilevanza pubblica dell’inchiesta, è la natura dei capi d’imputazione con i quali il pubblico ministero Daniele Rosa ha iscritto il fascicolo a ruolo.
A cominciare dal più grave: l’ipotesi che ad agire sia stata una associazione per delinquere. Un reato che prevede alla base un accordo tra più persone che creino un sodalizio finalizzato a un crimine. A che fine in questo caso: soldi? E a danno di chi? Molto probabilmente degli utenti - e qui passiamo al secondo capo d’imputazione - perché gli indagati (o parte di essi) avrebbero danneggiato fino ad «attentare alla sicurezza del trasporto pubblico».
Nello specifico questo reato viene contestato - si legge nel codice penale - «a chiunque ponga in pericolo la sicurezza dei pubblici trasporti. Ed è punito con la reclusione da uno a cinque anni».Dopo aver capito il chi e il cosa, c’è da capire il come sarebbe stato messo in pratica il reato. E qui arriviamo ad un altro (l’ultimo?) capo d’imputazione che viene contestato agli indagati: il falso.
Ecco dunque che da questi tre elementi è possibile ricostruire, in attesa delle evoluzioni investigative, il sistema criminale che la Procura ha in testa: un gruppo di persone che hanno a che fare con la messa in strada dei mezzi pubblici che avrebbe, nello specifico dei propri ruoli, falsificato alcuni atti (revisioni? chilometraggio?) mettendo così a repentaglio la sicurezza del trasporto pubblico. Un’ipotesi di reato - come confermano gli inquirenti - che davanti ha ancora una lunga strada da percorrere.