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GIANLUIGI da GIANLUIGI pubblicato il 10 Maggio 2015 alle 6:09
[COLOR=darkred][SIZE=4]A PROPOSITO DEL PREMIO DI MAGGIORANZA [/SIZE] [/COLOR] Con il premio di maggioranza si ottiene l'incremento del numero di seggi spettanti alla lista o alla coalizione elettorale vincente rispetto a quelli che le sarebbero attribuiti tenendo conto della sola proporzione dei voti ottenuti, alterando cosรฌ la volontร  espressa dagli elettori con il voto con lo scopo di accrescere la governabilitร  del sistema politico. e di fatto non consentendo una adeguata rappresentativitร  parlamentare dei partiti minori. Esistono inoltre due diverse forme di premi di maggioranza: Con il premio di maggioranza in quota variabile (detto jackpot system), la lista o coalizione vincente ottiene un certo ammontare di seggi noto a priori, di norma superiore alla metร  del totale. I seggi residui vengono attribuiti alle altre liste e coalizioni in proporzione ai voti da esse ottenuti. Con il premio di maggioranza in quota fissa (detto bonus system), alla lista o alla coalizione vincente รจ assegnato un certo ammontare di seggi noto a priori, usualmente inferiore alla metร  di quelli da assegnare. I seggi restanti, che generalmente costituiscono la parte preponderante del totale, sono ripartiti fra tutte le liste o coalizioni (inclusa quella vincente) in proporzione ai voti ottenuti. La principale differenza tra le due suddette modalitร  di attribuzione del premio di maggioranza รจ legata agli effetti sui risultati elettorali: il premio di maggioranza in quota variabile, infatti, assicura sempre a chi vince le elezioni la maggioranza assoluta dei seggi e quindi il controllo dell'assemblea elettiva, sia pure introducendo una distorsione della volontร  degli elettori talvolta molto rilevante. Viceversa, il premio di maggioranza in quota fissa favorisce, ma non assicura, l'ottenimento di una maggioranza parlamentare da parte della lista o coalizione vincente. UN POโ€™ DI STORIA: La prima applicazione del premio di maggioranza in Italia secondo il jackpot system si ebbe 21 luglio del 1923 con l'approvazione della legge del fascista Acerbo, che prevedeva l'assegnazione dei 2/3 dei seggi della Camera dei deputati alla lista che avesse superato il 25% dei voti. A favore si schierarono il Partito Nazionale Fascista, buona parte del Partito Popolare Italiano, una vasta maggioranza dei componenti dei gruppi parlamentari di tendenze liberali e la quasi totalitร  degli esponenti della destra. Negarono il loro appoggio i deputati dei gruppi socialisti, i comunisti, la sinistra liberale e quei popolari che facevano riferimento a don Sturzo. In questo modo il fascismo si garantรฌ quella maggioranza parlamentare che gli consenti la promulgazione delle leggi razziali, il concordato Nel secondo dopoguerra, dopo il ritorno al sistema proporzionale, si reintrodusse il premio di maggioranza nel 1953 con la cosiddetta LEGGE TRUFFA, valida per le elezioni politiche con la quale si prevedeva l'attribuzione di un premio in quota variabile alla coalizione che avesse preso la maggioranza assoluta dei voti validi, LEGGE CHE SCATENOโ€™ LE IRE DELLA SINISTRA QUANDO LA SINISTRA ERA SINISTRA. Dopo le elezioni politiche del 1953, che comunque non videro l'applicazione del premio perchรฉ nessuna coalizione superรฒ la metร  dei voti, la legge venne abrogata Negli anni novanta il premio di maggioranza fu reintrodotto limitatamente alle elezioni locali, e nel 2005, non a caso un signore di nome, valida per le elezioni politiche, ha reintrodotto il premio di maggioranza in quota variabile alla singola lista o coalizione che avesse raccolto la maggioranza relativa dei voti nel a livello nazionale alla Camera e a livello di ogni singola regione al Senato. La legge Calderoli prevedeva cioรจ l'assegnazione del premio alla singola lista o alla coalizione piรน votata indipendentemente dal suo risultato elettorale. Nel 2014, la Corte Costituzionale, con la celeritร  che la caratterizza, ha dichiarato incostituzionale questo aspetto della legge. Oggi, nel 2015, la legge elettorale italiana fortemente voluta ed ottenuta da Matteo Renzi, prevede l'attribuzione del premio in quota variabile alla lista che abbia superato il 40% dei voti o, in difetto, alla lista che abbia prevalso nel turno di ballottaggio. La logica conclusione รจ che la politica del Partito Democratico รจ liberticida, come lo fu quella del ventennio e come fu tentata, ma sventata dallโ€™allora sinistra italiana. Ma si sa che i tempi cambiano e se le leggi liberticide le propone la sinistra ed allora รจ unโ€™altra storia ed i vecchi dinosauri della politica trovano anche il coraggio di sostenerla approvarla e giustificarla. Alessandro Visani, docente in Storia dell'Italia Contemporanea Cultore presso La Sapienza-Universitร  di Roma, scrisse sull'importanza politica della legge: โ€œL'approvazione di quella legge fu - questa la tesi sostenuta da Giovanni Sabbatucci, pienamente condivisibile - un classico caso di "suicidio di un'assemblea rappresentativa", accanto a quelli "del Reichstag che vota i pieni poteri a Hitler nel marzo del 1933 o a quello dell'Assemblea Nazionale francese che consegna il paese a Petain nel luglio del 1940". La riforma fornรฌ all'esecutivo "lo strumento principe โ€“ la maggioranza parlamentare โ€“ che gli avrebbe consentito di introdurre, senza violare la legalitร  formale, le innovazioni piรน traumatiche e piรน lesive della legalitร  statuaria sostanziale, compresa quella che consisteva nello svuotare di senso le procedure elettorali, trasformandole in rituali confirmatori da cui era esclusa ogni possibilitร  di sceltaโ€
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