[COLOR=darkred][SIZE=5] โMI PAR DI UDIRE ANCORAโ [/SIZE] [/COLOR]
di Giovanni Muti
Quando, una decina dโanni fa o forse piรน, entrai per la prima volta nel Centro Giovani di Portoferraio, ebbi due sorprese: la prima, lโampiezza dei locali e lโaltra piรน importante e gradevole: Renato Cioni era seduto da una parte e stava parlando con un ragazzo. Tutto intorno vi era un certo fermento. Un gruppo di ragazzi era impegnato nei preparativi di una manifestazione o forse di uno spettacolo
Mi avvicinai e lo salutai e lui mi fece segno di sedermi. Io, di persona, lo conoscevo appena. Ci avevo parlato una sola volta quando venne nellโagenzia di viaggi dove lavoravo perchรฉ aveva un albergo.
E mi ricordo come, in quellโoccasione, gli parlai della mia passione per opera e di quando, in una Livorno del dopoguerra semidistrutta, avevo assistito al Goldoni ad una Cavalleria Rusticana, altrettanto segnata dalla guerra: unโorchestra di pochi elementi e un Turiddu con e una gamba impedita che si moveva a fatica. Mi ricordo il suo commento: โ Poveretto mi immagino che sofferenza.โ
Ci mettemmo a chiacchierare e, come era successo la prima volta, ci trovammo a parlare dโopera. E incominciรฒ a parlare di un aspetto tecnico, di come deve essere impostata la voce secondo il brano che si canta di petto, di testa, e anche il falsetto e il falsettone
A questo punto gli dissi che cโera un brano che mi era sempre piaciuto dove la voce era impostata in modo molto particolare; lโeffetto era che usciva molto dolce come vellutata, per intenderci.
โDi che si tratta? โ disse lui. Gli dissi che il nome non lo ricordavo, ma mi ricordavo lโaria e qualche parola
โCome fa? โฆโฆ lโaccenni un poโ
Rimasi un poโ indeciso. Poi lui mi fece un gesto con la mano e allora io incominciai, con una voce appena udibile.
โ O notti di carezzeeee. . .โ
โAh ho capito questa si canta in falsettone . . . . ma inizia cosรฌ:
โ Mi par dโ udire ancora o scosa in mezzo ai fior La voce tua talora.. .. sospirar dโamor O notti di carezze gioir che non ha fin . . Ha iniziato quasi sussurrando, poi la voce ha preso forza e ha invaso la stanza. A questo punto tutti quelli che stavano facendo qualcosa, uno dopo lโaltro, si sono voltati e sono rimasti immobili. nella stanza non si udiva che questa voce quasi sussurrata.
Renato cantava con dolcezza poi si e interrotto e ha detto: โ E poi .. . il bellissimo finale e ha ripreso a cantare:
O sovvenir divin . . folli ebrezze del sogno , sogno dโamor Divin sovenir . . . . divin sovenir. . .
Le ultime frasi sono cantate con un lunghissimo diminuendo, la voce si allontana sempre di piรน finchรฉ non รจ piรน udibile e nella stanza torna il silenzio.
Per alcuni secondi rimane tutto immobile compresi i ragazzi con gli oggetti in mano
Poi, una signorina che era entrata poco prima e che si era avvicinata in punta di piedi fin dietro Renato, dice quasi sottovoce, ma con enfasi:
" Ma รจ bellissima โฆโฆ bellissima ma che cosโรจ ?
Renato si volta e dice:
โIl pescatore di Perle di Bizet, la romanza โ Mi par di udire ancora โ
Io che avevo ascoltato quel brano tante volte, vi ho sentito qualcosa di diverso: il dolce e il tenero che mi colpiva sempre, questa vota, forse perchรฉ lโascoltavo al vivo, o soprattutto per il modo come Renato lโaveva cantata - nellโopera la parte รจ quella di un pescatore che vive in un isola- si era sciolto in qualcosa di struggente. Era come se un canto quasi estenuato evocasse un ricordo lontano tenero ma doloroso
Poi nella stanza i lavori hanno ripresero, ma piรน lentamente. I ragazzi, come immersi in improvviso stupore, continuavano a guardarlo e si muovevano come se temessero di fare rumore .
Ebbi lโimpressione che tutto nella stanza fosse immerso in una strana magia
E adesso ascoltate il brano. Non ho trovato una versione di Renato Cioni. Ho scelto quella di Beniamino Giglio a cui, fin da bambino, Renato si รจ ispirato. Adesso immaginatevi la scena come io mi sono sforzato di descriverla.
[URL]https://www.youtube.com/watch?v=EU8FRH0IZXU[/URL]