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le radici della nostra storia da le radici della nostra storia pubblicato il 13 Aprile 2015 alle 8:17
[COLOR=darkblue][SIZE=4] โ€œBEATI GLI ANTICHI CHE NON AVEVANO ANTICHITร€" [/SIZE] [/COLOR] ( Denis Diderot) Inizia la stagione turistica e spuntano notizie secondo le quali, come per incanto, tutto va ben madama la marchesa... Perfino nel campo dei beni culturali โ€“ i piรน bistrattati anche se costituiscono un patrimonio straordinario โ€“ sembra che ogni cosa sia in ordine, che i nostri monumenti siano perfettamente curati e pronti a ricevere degnamente i turisti e visitatori. Per esempio sullโ€™isola di Pianosa dove si preannunciano visite guidate ai Bagni dโ€™Agrippa. Le guide, si dice, sono pronte a magnificarne i ruderi. Ma lโ€™avete mai visto come sono ridotti? E le guide come si comporteranno? Faranno finta di non vedere quel restauro/shock fatto di palettate di cemento e di scorsaline di piombo, di mosaici in disordine, quel tendone da circo retto da tubi arrugginiti? Vorranno e riusciranno a mascherare quellโ€™atmosfera da ultimo dopoguerra che circonda lโ€™architettura di Agrippa Postumo, nipote di Augusto? Sembra che qualcuno abbia la memoria corta, ma noi no. Noi ricordiamo benissimo quando, nel 2004, ben quattro associazioni di livello nazionale e internazionale (Forum Unesco, Legambiente, Italia Nostra, Federazione Nazionale Amici dei Musei) scrissero al ministro dei beni culturali denunciando lโ€™intervento fortemente sbagliato perpetrato dallโ€™ente come si suol dire competente, ossia dalla soprintendenza per i beni archeologici della Toscana (ci viene da ridere, o da piangere, nel pensare cosa sarebbe successo se a fare una cosa del genere fosse stato un povero Cristo qualsiasi). Sono passati piรน di dieci anni e non รจ cambiato niente, nulla รจ stato rimediato di quello โ€œscempioโ€, di quel โ€œrestauro degli orroriโ€ (cosรฌ lo chiamarono vari giornali). Ciรฒ nonostante cโ€™รจ chi programma โ€“ dobbiamo dire con una bella dose di coraggio โ€“ visite guidate a quellโ€™obbrobrio permanente invece di stenderci sopra un grande telo, vietarne lโ€™accesso e nel frattempo cercare i soldi necessari per riparare e rendere di nuovo decorosi i ruderi dei โ€˜Bagni dโ€™Agrippa. Perchรฉ, se qualcuno se lo fosse scordato, noi abbiamo il dovere di lasciare alle generazioni future il nostro patrimonio culturale almeno nelle condizioni in cui lโ€™abbiamo trovato. Prima di tutto dobbiamo conservare in modo dignitoso ciรฒ che abbiamo scoperto e dopo, solo dopo, potremo andare alla ricerca di nuovi reperti, siano essi sulla Scola o a Cala di Biagio. Riparare i danni e correggere le brutture รจ al contempo un dovere da parte di chi li ha causati e un segno di rispetto verso il monumento e verso chi vorrebbe ammirarlo comโ€™era prima del restauro cosiddetto โ€˜conservativoโ€™. Altrimenti dovremo arrivare al punto da giustificare anche chi (si osservi la foto scattata nel settembre 2014) si sente autorizzato a poggiare natiche e vettovaglie, a due passi dalla casa del parco, su una pavimentazione di pregio archeologico per la quale ancora non รจ stata trovata unโ€™idonea collocazione.... F.P
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