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Renzie "il venditore di fumo" da Renzie "il venditore di fumo" pubblicato il 15 Marzo 2015 alle 10:42
[COLOR=darkred][SIZE=4]RENZIE SI E' DIMENTICATO UNA BAZZECOLA.........TRE GOVERNI SINISTRI DI SINISTRA E L'ITALIA CONTINUA AD AFFONDARE ...TUTTA L'ATTENZIONE E' PER I CLANDESTINI, I LADRI, I CORROTTI, I PRIVILEGIATI..... [/SIZE] [/COLOR] Il governo ha dimenticato il taglio delle tasse La riduzione della pressione fiscale è scomparsa dall’agenda di Renzi per il 2015. Il taglio delle tasse sembra sparito dall’agenda del governo. Nell’elenco dei prossimi obiettivi, delle riforme da completare non compare alcun piano di riduzione della pressione fiscale. Bene che vada resterà così com’è ma di allentare il peso delle imposte non se ne parla. La condizione per tagliare le tasse, a cominciare da quelle sugli immobili, è una robusta sforbiciata alla spesa pubblica. ma anche su questo punto il governo tergiversa. Il piano del commissario Cottarelli resta nel novero delle buone intenzioni. Se ne riparlerà con la prossima legge di Stabilità, ha assicurato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, e questo lascia intendere che nemmeno in quella occasione ci saranno le condizioni per ridurre le tasse. Anzi con l’arrivo della local tax, che dovrebbe accorpare le imposte sulla casa, da far partire il prossimo anno, c’è il rischio di un ulteriore incremento delle aliquote sugli immobili. Anche ieri al Workshop Ambrosetti, il ministro Padoan elencando le riforme da affrontare nelle prossime settimane non ha menzionato la riduzione delle tasse. Ha parlato di «un'agenda molto fitta di riforme». Nell’elenco c’è «l’implementazione del Jobs Act, la riforma della pubblica amministrazione e della giustizia». Poi va completato l’iter parlamentare della riforma della scuola. Quanto al taglio della spesa, condizione necessaria per poi affrontare la riduzione delle imposte, Padoan è stato molto generico limitandosi a dire che «la spending review è viva e vegeta e continua ad essere un elemento di guida per le decisioni del governo». Il ministro poi si lamenta dello scarso sentiment positivo delle imprese e del deficit di fiducia delle famiglie che sono «l'ingrediente «fondamentale» che ancora manca per avviare un'uscita dalla recessione. La fiducia, ha detto Padoan, è «un fattore fondamentale che si deve tradurre in azioni, in scelte di spesa, di consumo e investimento». Poi ha sottolineato che il governo «non si sta rilassando» ma è consapevole che in questa fase, «in questo momento unico, dobbiamo affrontare i problemi strutturali». Infine ha smentito che ci possa essere una qualsiasi relazione tra l’ipotesi di uscita della Grecia dall’Euro e l’Italia. Una risposta a Panos Kammelos, ministro della Difesa greco in merito a un'intervista alla «Bild», nella quale ipotizzava che caso di uscita di Atene dall'euro, anche Italia e Spagna dovrebbero abbandonare la moneta unica. Ma anche se la situazione economica italiana non è paragonabile e quella greca, è ugualmente fragile. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha confermato le stime di crescita per il nostro Paese: oltre lo 0,5% quest'anno, e sopra l'1,5% nel 2016. Si marcia ancora al rallentatore. Per Visco c’è un momento favorevole, con la discesa dell’euro e il drenaggio di risorse da parte della Bce tramite il Quantitative easing, e va sfruttato al massimo. Come priorità il governatore mette il maggior credito alle imprese.
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