[COLOR=darkblue][SIZE=4]MEMENTO MORI [/SIZE] [/COLOR]
di Michele Lotti
Nell’antica Roma un condottiero reduce da grandi vittorie sui campi di battaglia sfilava per le strade osannato e acclamato dalla folla. Affinché non si montasse troppo la testa e non peccasse di superbia, un umile servitore veniva incaricato di avvicinarlo e di dirgli: “Memento mori”, ricordati che devi morire. Questa frase diventò poi il motto di un ordine religioso particolarmente severo, quello dei frati trappisti, per i quali è consuetudine, quando si incontrano, ripetersi a vicenda “ricordati fratello che anche tu devi morire”. Poiché questo non è evidentemente ritenuto sufficiente a far meditare sulla caducità e precarietà della vita umana, ogni frate trappista, giorno per giorno, è chiamato a scavarsi un pezzetto della fossa che l’ospiterà da defunto.
Questo ci è venuto in mente quando, leggendo dei progetti che il Comune di Portoferraio sta preparando per il centro storico, abbiamo appreso che i pullman turistici, anziché (come accade oggi) far scendere i passeggeri sul cosiddetto “piazzale dell’alto fondale” – dal quale potrebbero poi essere trasportati con una navetta direttamente sotto le fortezze (utilizzando un tunnel già esistente)-, verrebbero invece dirottati in massa verso il piazzale antistante i cimiteri, per poi essere smistati, non si sa bene come, verso chissà quali altre destinazioni. Insomma, prima di tutto una sbirciatina ai cimiteri, tanto per ricordarsi di quanto sia fragile la nostra esistenza –casomai qualcuno se ne fosse dimenticato- e poi tutti a godersi le (eventuali) bellezze del territorio.
E allora che senso ha ristrutturare, riqualificare, abbellire e rendere fruibili da tutti le splendide fortezze e i bastioni medicei quando poi i potenziali fruitori di questo splendore nonché potenziali clienti delle botteghe commerciali e artigianali della città (merce rara e preziosa di questi tempi) vengono frettolosamente trasportati, come appestati o lebbrosi, in uno dei luoghi, diciamo, più tristi, per essere poi dirottati non si sa bene dove, magari verso gli altri paesi?
E’ giusto ed è razionale approntare un ufficio, con personale altamente qualificato, incaricato della manutenzione e riqualificazione dell’intero centro storico (ce n’è davvero bisogno!), ma la gente che arriva all’alto fondale deve essere messa in condizione immediatamente di godersi le straordinarie bellezze che la città di Cosimo offre ai turisti, con delle navette che facciano di continuo la spola, avanti e indietro. Dopo aver visitato le fortezze e il museo napoleonico e aver goduto, da lassù, degli splendidi panorami che noi ben conosciamo, la gente si disperderà nelle vie del centro portando linfa vitale al nostro disastrato settore commerciale.
C’è anche un’ulteriore aspetto, che probabilmente non è stato debitamente considerato. La normativa in materia di vincolo cimiteriale, di cui al R. D. n. 1265/1934 e al D. P. R. n. 285/1990, prevede che i cimiteri devono essere collocati alla distanza di almeno 200 metri dal centro abitato e che è vietato costruire intorno ai cimiteri nuovi edifici entro il raggio di 200 metri dal perimetro dell’impianto cimiteriale. E’ vero che qui non si tratta di costruire nuovi edifici, ma se la ratio della normativa è la tutela della sacralità del luogo ci pare che l’utilizzazione del piazzale antistante i due cimiteri come area di smistamento dei bus turistici –specie in bassa stagione quando ne arrivano a decine ogni giorno- potrebbe risultare alquanto sconveniente e probabilmente in contrasto con la finalità perseguita dal legislatore.
Essendo ancora in fase preparatoria il progetto di rilancio del centro storico, l’Amministrazione ha tutto il tempo per riparare. Non ci vuole molto, basta un minimo di buon senso.
per Elba 2000
Michele Lotti