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Toremar & Moby da Toremar & Moby pubblicato il 18 Gennaio 2015 alle 20:48
Come sarร  attuata la sentenza resta tutto da capire: infatti Toremar spa ha stabilito da due anni sinergie profonde con Moby spa (condividono tariffe e biglietterie) e chiuso il 2013 con una perdita di 1,13 milioni di euro, nonostante formi con la controllante un quasi monopolio sui collegamenti serviti. Ma soprattutto, qualsiasi sarร  la decisione di Toscana di Navigazione, la sentenza rappresenta un duro colpo per la scalata di Vincenzo Onorato a Compagnia Italiana di Navigazione (Cin) โ€“ ex Tirrenia โ€“ della quale Moby spa detiene giร  il 40%. Dopo una guerra in seno alla proprietร  di Cin durata due anni, lโ€™armatore ha ottenuto di poter acquisire il 100% della societร  e unire le due compagnie (Moby e Cin) che oggi detengono insieme lโ€™80% dei traffici passeggeri e merci da e per la Sardegna. In sette mesi di tempo deve perรฒ liquidare gli altri soci Clessidra sgr, Gip e Shipping Investment ed ottenere il parere positivo sullโ€™operazione dallโ€™Autoritร  garante della concorrenza e del mercato (Agcm). Lโ€™authority si รจ giร  espressa in negativo nel 2013 circa la validitร  dei โ€œpatti parasocialiโ€ invocati da Onorato per avviare sin dal 2012 lโ€™armonizzazione tra le compagnie, ma la questione potrebbe risolversi come in passato tramite un rimpasto della proprietร  di Cin che presenti accanto a Moby spa due soci minoritari quali Palladio Finanziaria โ€“ giร  vicina alla privatizzazione di Tirrenia nel 2012 โ€“ e gli armatori Dโ€™Amico. Il vero nodo dellโ€™operazione รจ perรฒ finanziario. Per scalare Cin, Onorato deve versare ai soci minoritari circa 100 milioni di euro, che non ha. Moby spa si presenta infatti allโ€™operazione con un capitale sociale versato di circa 36 milioni di euro e gli ultimi due esercizi di cui si hanno dati (2012-2013) in perdita: 25 milioni di rosso nel 2012, 3,7 milioni nel 2013. Ma a prescindere dai risultati di bilancio, Moby presenta problemi strutturali: in primis una flotta (17 traghetti e 13 rimorchiatori) che sulla carta vale circa 300 milioni di euro ma, per la maggior parte, ha una โ€œdata di rinnovamentoโ€ molto vicina. Infatti dal 1 gennaio 2020 entrerร  in vigore anche nel Mediterraneo la normativa Ue sulla riduzione del livello di zolfo nei carburanti per imbarcazioni che, allineandosi con gli standard internazionali (Marpol Annex VI), impone soglie limite stringenti. Moby spa potrebbe essere cosรฌ costretta ad adeguare una decina di traghetti (costruiti circa 40 anni fa) o rottamarli. Una situazione complicata se si considera che la flotta รจ per la quasi interezza giร  ipotecata a garanzia dei circa 160 milioni di finanziamenti ottenuti dalle banche โ€“ su tutte Unicredit โ€“ la maggioranza dei quali con scadenza tra il 2018 e il 2020. Un debito che costa alla compagnia 7,3 milioni di euro lโ€™anno di interessi. Se Moby arranca, per contro Cin spa รจ oggi una societร  che ha superato il momento piรน critico, rinegoziando a metร  2014 gli accordi di rientro dei 90 milioni ancora dovuti agli istituti di credito per lโ€™acquisto di Tirrenia e un nuovo piano industriale. Ha chiuso il 2014 con un aumento del traffico (+8% passeggeri +6% merci) e dei ricavi (+3%) a discapito della concorrenza โ€“ Moby inclusa โ€“ ed รจ soprattutto protetta da una convenzione che porta nelle casse della societร  72,6 milioni di euro lโ€™anno per assicurare i collegamenti con Sardegna, Sicilia e Isole Tremiti. A ben vedere quindi questi fondi pubblici, uniti ai benefici di una situazione di quasi monopolio giร  sperimentata con Toremar, sono per Onorato piรน un bisogno che un desiderio, rincorso tramite unโ€™operazione finanziaria costruita sulla โ€œstrana fiduciaโ€ di alcuni istituti di credito (Unicredit su tutti) che la sentenza del Consiglio di Stato su Toremar potrebbe scalfire. [URL]http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/18/toremar-consiglio-annulla-privatizzazione-onorato-allangolo/1349577/[/URL]
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