[COLOR=darkred][SIZE=4]QUALE IL DESTINO DI PORTA A MARE ? [/SIZE] [/COLOR]
Apprezzo con piacere la dichiarazione dellโex Assessore, ora Consigliere Comunale, Giuzio Antonella, circa lโintervento che stanno per eseguire sullโedificio di Porta a Mare.
Il piacere piรน grande รจ che oggi finalmente ha riacquistato quella libertร da โbavagliโ che allโepoca Peria i componenti la maggioranza, dovevano portare ed accettare, si perchรฉ dellโascensore che dal Bar permetta di accedere alla terrazza e la scala di sicurezza dentro โla Gran Guardiaโ รจ anni che sottovoce o nelle sedi piรน opportune se ne parla.
Questo monumento non รจ che sia curato con attenzione, basta vedere i recenti lavori di restauro, dove le pietre sono state ripristinate con mestolate di cemento la verniciatura รจ slavata e i nuovi intonaci si sfanno piรน rapidamente degli originali.
Interessante la discussione sulla scala di sicurezza, che poi in realtร occuperebbe un piccolo locale adiacente alla sala di lettura, ma quello che piรน dovrebbe spaventare รจ la realizzazione dellโascensore.
Chi ha qualche ricordo del passato, il passaggio รจ un pertugio con pioli in ferro murati nella parete, dove il povero Calafati si arrampicava per andare a caricare e manutenere lโorologio, mentre gli spazi e le altezze della โGarittaโ, non sono sicuramente idonei per ospitare la cabina dellโascensore, quindi? In nome delle autorizzazioni superiori si potrร smontare e adeguare le garitte alle nuove esigenze? In nome della valorizzazione dei beni storici ed architettonici come dice il Marini, per la sicurezza verranno installate ringhiere ad altezze adeguate?
Ma fatemi il piacere, se veramente pensate di affidare i beni monumentali della Cittร allโiniziativa privata, perchรฉ non date unโocchiata al compendio della Linguella. Dal Museo al Torre di Passanante, gli immobili cadono a pezzi, e si che anche quellโarea e quegli immobili sono affidati a Privati. Io credo che fino ad oggi abbiano pensato solo ad incassare e non spendere un centesimo per la manutenzione minima , tanto poi ci pensa il Comune.
CATELLO